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Preparazione alla ISS International Space Station

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2014 18:20
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Stellar Nebula
20/11/2014 11:21

L-241: Attività per assicurarsi che la tuta spaziale rimanga in buono stato
INVIATO IL 28 MARZO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Johnson Space Center (Houston, USA), 28 marzo 2014—Ultimo giorno di addestramento qui al Johnson Space Center, prima del mio viaggio di ritorno a casa in Europa questo pomeriggio.

Nella mattinata ho avuto un corso approfondito in cui ho imparato a eseguire diverse attività di manutenzione e test sulla tuta da EVA.

Nella foto sto lavorando alla rimozione del Water Line Vent Tube Adapter (adattatore del tubo di sfogo della conduttura dell’acqua), che si interfaccia da un lato con le tubazioni nel PLSS (lo “zaino” di supporto vitale) e dall’altro con l’LCVG (Liquid Cooling and Ventilation Garment, indumento di raffreddamento a liquido e ventilazione). Ha tre tubi flessibili. Un tubo centrale è la linea di ritorno del circuito di ventilazione, che porta il gas indietro al PLSS per il raffreddamento e la rimozione della CO2 e del condensato. Gli altri due tubi sono le linee di ingresso e ritorno del raffreddamento: l’acqua dal PLSS viene fatta circolare nei piccoli tubi nel LCVG per raccogliere il calore dal corpo e viene poi rimandata indietro al PLSS per essere raffreddata di nuovo.

Il calore in eccesso viene respinto verso lo spazio attraverso un sublimatore, che è stato l’obiettivo del mio ultimo compito. Utilizzando dei video dimostrativi, ho imparato a inserire delle strisce di test in punti specifici per metterle in contatto con certe superfici del submilatore e verificare la presenza di acqua.

Altri test che ho imparato a eseguire sono il controllo di tenuta del circuito di ventilazione e la misurazione del tasso di flusso dell’acqua nelle linee di raffreddamento. Tutti questi test consentono agli specialisti a terra di assicurarsi che le tute si mantengano in buono stato, visto che svolgiamo sempre più attività di manutenzione in orbita.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/03/28/l-241-attivita-per-assicurarsi-che-la-tuta-spaziale-rimanga-in-buon...

L-239: L’equipaggiamento d’emergenza sulla Stazione Spaziale
INVIATO IL 30 MARZO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Colonia (Germania), 30 marzo 2014—Uno degli eventi più importanti nel nostro flusso di addestramento per la Stazione Spaziale sono le simulazioni di emergenze, perché riguardano situazioni che mettono potenzialmente l’equipaggio in pericolo immediato e richiedono quindi precise azioni di risposta. Anton, Terry e io abbiamo avuto una simulazione di emergenza un paio di settimane fa (durante la mia interruzione del diario). È stata la nostra ultima sessione in tre prima delle nostre due simulazioni con sei persone l’estate prossima: una con l’equipaggio della Soyuz 40S a cui ci uniremo sulla ISS al nostro arrivo e una con quello della Soyuz 42S, che ci raggiungerà a quattro mesi dall’inizio del nostro incremento.

Una simulazione d’emergenza dura tipicamente 5 ore e comprende un certo numero di scenari che riguardano i tre tipi di emergenze che ci preoccupano: un incendio, una depressurizzazione rapida (stiamo perdendo l’atmosfera nello spazio) e una perdita di ammoniaca dalle linee di raffreddamento esterne alla cabina (altamente tossica!).

Quindi, che equipaggiamento abbiamo a bordo per affrontare queste situazioni?

Abbiamo pannelli Caution and Warning (avvertimento e allarme) lungo tutta la Stazione: se scatta il segnale acustico dell’emergenza, una rapida occhiata alle spie del pannello ci dirà in che situazione ci troviamo. Su quei pannelli possiamo anche fare scattare manualmente un allarme, se notiamo una condizione d’emergenza prima che se ne occupino i computer della ISS o il controllo a terra.

In ogni modulo abbiamo anche maschere a ossigeno ed estintori, mentre in posizioni specifiche nel segmento russo ci sono maschere con respiratore e cartucce di filtraggio per consentirci di sopravvivere e operare in un’atmosfera tossica: cartucce rosa per l’ammoniaca, cartucce rosse per un incendio.

Abbiamo anche diversi CSA-CP, strumenti portatili che misurano la concentrazione dei prodotti di combustione. Ci aiutano a localizzare gli incendi nascosti dietro ai rack e ci dicono se dobbiamo indossare protezioni per la respirazione per evitare intossicazioni. Analogamente, abbiamo strumenti portatili per misurare la concentrazione dell’ammoniaca.

Il nostro migliore amico nel caso di una depressurizzazione rapida è il manovacuometro portatile russo, che misura la pressione atmosferica. Mentre chiudiamo i portelli in sequenza cercando di isolare una perdita, l’ago del manovacuometro smetterà auspicabilmente di muoversi prima di essere costretti a evacuare la stazione, indicando che abbiamo messo un portello chiuso tra noi e un buco verso lo spazio.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/03/30/l-239-lequipaggiamento-demergenza-sulla-stazione-s...

L-238: Dopo “un’orbita lenta” di nuovo a Colonia per un po’ di scienza
INVIATO IL 31 MARZO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 31 marzo 2014—Dopo aver volato su “un’orbita lenta” intorno al mondo per l’ultimo paio di mesi, sono di nuovo all’European Astronaut Centre di Colonia per un po’ di addestramento sugli esperimenti e alcuni esami medici.

Oggi ho avuto un’introduzione al Pulmonary Function System (PFS, sistema per la funzione polmonare), un interessante componente di equipaggiamento che permette l’analisi del gas espirato da un soggetto. In alcune configurazioni il soggetto respira l’aria della cabina, in altre una miscela di gas nota che include un gas di tracciamento metabolicamente inerte. PFS serve per il nuovo esperimento ESA “Airway Monitoring” (monitoraggio delle vie aeree), che dovrebbe iniziare durante il mio incremento sulla ISS. Il protocollo utilizza il monossido di azoto (espirato o diffuso nel sangue) come biomarcatore dell’infiammazione delle vie aeree e mira a osservare l’effetto prodotto dalla microgravità e dalla pressione parziale: per quest’ultima, in particolare, due soggetti saranno isolati nell’airlock e la pressione verrà ridotta a circa 10 psi (0,68 atm). È un campo di studio nuovissimo che promette una buona comprensione dei processi di scambio gassoso nel polmone e degli effetti dell’ambiente spaziale sul sistema respiratorio.

Ho avuto anche una lezione sull’esperimento Skin-B, che si concentra invece sul processo di invecchiamento della pelle. Generalmente parlando la Stazione Spaziale è un buon luogo per imparare sull’invecchiamento, perché sfortunatamente molti sistemi del corpo, compresa la pelle, subiscono un invecchiamento accelerato nello spazio. Skin-B osserverà questo con un protocollo veloce che comprende foto e misure del livello di idratazione e della diffusione dell’acqua dall’interno della pelle (che indica un deterioramento della funzione di barriera della pelle). Domani i principal investigator (responsabili scientifici) saranno qui per una sessione di raccolta di dati di riferimento: immagino che conoscerò la vera “età” della mia pelle—almeno la porzione del mio avambraccio.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/03/31/l-238-dopo-unorbita-lenta-di-nuovo-a-colonia-per-un-po-di-...

L-237: I ritmi circadiani, il sonno, e il monitoraggio del traffico marittimo
INVIATO IL 1 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 1 aprile 2014—Un’altra giornata ricca di scienza qui all’European Astronaut Centre!

Prima un raccolta di dati di riferimento per gli esperimenti Skin-B, su cui ho scritto ieri: non solo le misure relativamente veloci che farò in orbita, ma anche alcune aggiuntive solo a terra, fra cui la ripresa di immagini della pelle strato per strato a intervalli di 5 micron.

Dopo ho avuto una lezione sull’esperimento ESA Circadian Rythms (ritmi circadiani)—in realtà qualcosa con cui avevo già familiarità da una precedente raccolta di dati di riferimento. Se state seguendo questo diario da un po’, potreste anche ricordarla.

Poi una prova di vestibilità di una maglietta molto speciale che indosserò sulla ISS nel corso di diverse notti per l’esperimento ASI Wearable Monitoring (monitoraggio con sensori indossabili). Attraverso dei sensori integrati nella maglietta, una scatola elettronica registrerà l’elettrocardiogramma e la meccanica cardiaca del cuore, come l’apertura e la chiusura delle diverse valvole cardiache. L’obiettivo è ottenere informazioni sulla qualità del sonno in microgravità, che per molti astronauti non è così buona come a terra. E, come potete immaginare, acquisire conoscenza che aiuterà la gente con disturbi del sonno sulla Terra.

Infine, un briefing di familiarizzazione con il Vessel ID System (sistema di identificazione delle navi), che tiene traccia dalla ISS delle navi equipaggiate con l’AIS (Automated Identification System, sistema di identificazione automatica). Vessel US è un dimostratore tecnologico per valutare la fattibilità di un sistema di tracciamento dallo spazio del traffico marittimo globale.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/01/l-237-i-ritmi-circadiani-il-sonno-e-il-monitoraggio-del-traffico-ma...

L-235: I test sotto sforzo e le valutazioni periodiche della forma fisica
INVIATO IL 3 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 3 aprile 2014—Ieri ho avuto una giornata di attività di divulgazione, dedicate in particolare alle interviste con i media. La parte migliore è stata parlare a distanza con alcune centinaia di bambini all’evento conclusivo di Mission X a Roma. Nelle scorse settimane hanno imparato a mangiare in modo sano e allenarsi come un astronauta. Mi auguro che mantengano quelle buone abitudini!

Oggi è stata una giornata di attività mediche, fra cui diversi esami richiesti per la mia certificazione medica.

Questa ha compreso un test sotto sforzo sul tapis roulant in cui la velocità è aumentata progressivamente fino allo sforzo massimo, mentre viene monitorata la funzione cardiovascolare. Durante il test abbiamo anche misurato VO2max, o l’assorbimento massimo di ossigeno, un indicatore della forma fisica aerobica. Qui a Colonia misuriamo VO2max sul tapis roulant. A Houston ho delle sessioni aggiuntive per misurarlo sulla cyclette, in modo che sia correlato direttamente a quello che misuriamo in orbita durante le sessioni mensili di PFE (Periodic Fitness Assessment, valutazione periodica della forma fisica).

Nella foto potete vedere l’ex membro dell’equipaggio della ISS Thomas Reiter mentre esegue una PFE sul cicloergometro CEVIS—alcuni giorni fa ho imparato a predisporre tutte le connessioni e i tubi.

Infine, oggi ho avuto anche un briefing con il mio medico spaziale, Brigitte. Abbiamo esaminato un certo numero di argomenti, fra cui per esempio le Private Medical Conferences (PMC, consulti medici privati) fra medico e membro dell’equipaggio. Le PMC sono programmate per 15 minuti ogni fine settimana e sono un’opportunità per discutere qualsiasi questione medica su un canale privato. O, se va tutto bene, sono anche una buona occasione per una chiacchierata con un amico!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/03/l-235-i-test-sotto-stress-e-le-valutazioni-periodiche-della-forma...

L-233: Una giornata con il team del Columbus Control Centre!

INVIATO IL 5 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Colonia (Germania), 5 aprile 2014—Ieri ho preso un volo molto presto da Colonia a Monaco per una visita di un giorno al Columbus Control Centre, in breve: COL-CC (Centro di Controllo di Columbus).

COL-CC è responsabile della pianificazione e controllo a terra in tempo reale di tutte le operazioni nel laboratorio europeo Columbus della Stazione Spaziale Internazionale, sia per quanto riguarda i sistemi che per la scienza (payloads, carichi utili).

Ho avuto una breve introduzione dagli increment leads (responsabili dell’incremento) di tutti i team, che hanno presentato i loro team e fatto una rassegna delle principali attività previste durante la mia permanenza a bordo, così come tutte le altre questioni di cui si stanno attualmente occupando. Naturalmente, l’immagine è ancora un po’ sfocata e soggetta a cambiamenti: mancano ancora 7 mesi all’Incremento 42 e alcune attività dipendono dal calendario non ancora definitivo dei lanci dei veicoli cargo, che portano per esempio l’equipaggiamento per nuovi esperimenti scientifici.

Qualunque risultino essere i dettagli, è chiaro che si prospetta un anno di sfide per Columbus, con nuovi e complessi apparati sperimentali da lanciare, assemblare e mettere in servizio prima per il mio collega Shenanigan Alex, e poi per me. Ma il team di COL-CC è impegnato nel realizzare tutto questo e io farò certamente del mio meglio per fare bene la mia parte!

Una delle figure principali dietro una missione verso al ISS è il Direttore di Missione, la persona che sa tutto e coordina gli sforzi di tutti i team per assicurarsi che le cose accadano senza intoppi e con puntualità. È veramente un piccolo mondo: il mio Direttore di Missione Alex è un laureato in ingegneria aerospaziale del Politecnico di Monaco. Proprio come me, a un anno di distanza!

Un’altra figura chiave è l’Increment Operations Lead (responsabile delle operazioni di incremento), che è il direttore di volo capo (COL-Flight) per l’incremento. Nella foto potete vedere me con Simon (a destra) e Cesare nella Control Room (sala di controllo). Simon sarà responsabile della prima parte della mia missione, Inc. 42, e Cesare subentrerà per l’Inc. 43.

C’è stato anche un po’ di tempo per alcune piccole tradizioni, come applicare un adesivo della missione all’ingresso della sala di controllo e autografarlo.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/05/l-233-una-giornata-con-il-team-del-columbus-control...

L-228: Oggi un caso di bassa pressione!
INVIATO IL 10 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 10 aprile 2014—Oggi un caso di bassa pressione!

Sono andata agli stabilimenti dell’azienda Svesda (Звезда), che fabbrica le nostre tute pressurizzate Sokol e i rivestimenti dei nostri sedili. Come potreste ricordare, la mia Sokol personale fatta su misura, con numero di serie 422, è pronta da un po’. Lo scorso febbraio l’ho indossata per due ore con 0,4 atm di sopvrapressione per assicurarsi che si adattasse correttamente in uno stato gonfiato. Se ve la siete persa, quella storia è nella nota del diario L-282.

Oggi ho testato le funzioni nominali della mia Sokol nella camera a vuoto, dove ho passato un paio d’ore sdraiata in un seggiolino di tipo Soyuz e nel mio rivestimento adattato su misura. Prima abbiamo verificato la tenuta della tuta, proprio come faremo sulla rampa di lancio prima dell’inizio: ho chiuso manualmente la valvola regolatore e verificato che la sovrapressione nominale venisse raggiunta entro un tempo limite specifico. Dopo ho riaperto il regolatore e commutato di nuovo all’impostazione nominale di 0,4: se le pressione intorno a me dovesse scendere al di sotto di 0,4 atm (e questo è ovviamente il piano del giorno), il regolatore manterrebbe la pressione interna costante a quel valore.

Dopo il controllo di tenuta riuscito, la porta della camera è stata chiusa e abbiamo iniziato l’esercitazione. Prima la pressione è stata abbassata a 5 km. Potrebbe creare confusione usare km come unità quando stiamo in realtà parlando di pressione, ma è piuttosto tipico in una camera ipobarica. La pressione è riferita all’atmosfera standard della Terra: quando diciamo che siamo a 5 km, intendiamo che la pressione nella camera è equivalente a quanto avreste sulla Terra a un’altitudine di 5 km (che è circa metà della pressione al livello del mare).

A 5 km ci siamo fermati momentaneamente, la ventilazione è stata interrotta e la fornitura di ossigeno puro è stata invece attivata. Questo è un flusso molto più basso—proprio come sarebbe nella Soyuz—e da quel punto in poi ha iniziato a fare un po’ più caldo all’interno della tuta, mentre abbiamo ripreso a “salire” ad altitudini maggiori e pressioni più basse. A 7 km ho sentito la tuta iniziare a gonfiarsi e visto l’ago del manometro che indica la sovrapressione della tuta cominciare a muoversi dalla posizione zero: il regolatore era entrato in funzione, impedendo alla pressione interna di scendere al di sotto di 0,4 atm.

Alla fine siamo arrivati a 30 km, dove la pressione è circa 1/100 del valore al livello del mare—a tutti gli effetti oggi: vuoto. A quel punto la tuta, ancora a pressione interna costante, era piuttosto gonfia e molto rigida. Sarebbe una vera sfida operare in questo stato, ma hey… non mi sto mica lamentando. In una giornata veramente brutta, potrebbe salvarmi la vita—proprio come mi ha protetta dal vuoto oggi!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/10/l-228-oggi-un-caso-di-bassa-pr...

L-226: Di nuovo nel simulatore Soyuz! In vista di un periodo emozionante
INVIATO IL 12 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 12 aprile 2014—Prima di tutto, felice Giorno della Cosmonautica! Non posso immaginare un posto più adatto in cui trovarsi oggi di qui a Star City, dove tutto è iniziato. Beh, immagino che l’anno prossimo sarà ancora meglio, visto che sarò sulla ISS!

Ma c’è ancora molto addestramento da completare prima di quello e le prossime settimane promettono di essere un periodo emozionante. Questo è per me il “viaggio del backup” in Russia. Reid, Alex, e Maksim saranno lanciati il 28 maggio e Terry, Anton e io saremo le loro ombre fino ad allora. Proprio come loro sosterremo gli esami di qualificazione, parteciperemo a tutte le cerimonie e tradizioni prelancio e voleremo a Baikonur per un periodo di quarantena di due settimane. E dopo li vedremo decollare verso lo spazio!

Così questa scorsa settimana ho ripreso la mia “routine” Soyuz. Ho avuto diverse simulazioni di volo manuale (rendezvous e attracco così come discesa), mentre ieri Anton e io siamo stati di nuovo insieme nel simulatore Soyuz.

All’inizio abbiamo fatto pratica con la transizione dal profilo veloce nominale (dal lancio all’attracco in sei ore) al profilo in due giorni. Se avete seguito l’ultimo lancio Soyuz, sapete che questa è una possibilità molto concreta: La Soyuz 38S ha avuto un problema minore con una delle accensioni del motore e hanno dovuto interrompere il profilo nominale per attraccare infine due giorni dopo.

Nella nostra simulazione, comunque, dopo la transizione abbiamo avuto anche una perdita nelle tubazioni per la pressurizzazione dei serbatoi del propellente: sostanzialmente stavamo perdendo pressione nei serbatoi di elio che pressurizzano il nostro propellente e ossidante, in modo che possano fluire verso la camera di combustione quando vengono aperte le apposite valvole. Niente pressione, niente accensione del motore! Così abbiamo dovuto iniziare immediatamente una discesa d’emergenza, prima che la pressione diventasse troppo bassa.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/12/l-226-di-nuovo-nel-simulatore-soyuz-in-vista-di-un-periodo-emoz...

L-224: Per risparmiare propellente e allungare la vita della Stazione…
INVIATO IL 14 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 14 aprile 2014—Quando vi preparate per un volo sulla Soyuz, prima vi istruite su tutti i sistemi di bordo uno a uno: passate molto tempo in classe a imparare la teoria e occasionalmente spendete un po’ di tempo nel simulatore, dedicato specialmente al sistema che state studiando. Una volta che avete passato gli esami su tutti i sistemi, vi abilitate alle complesse sessioni di simulazione di cui ho scritto diverse volte e in cui integrate tutta la vostra conoscenza dei sistemi separati nelle reali operazioni di volo.

Oggi Anton e io siamo eccezionalmente tornati a una sessione pratica di addestramento su un solo argomento, imparando nuove procedure da applicare nel caso di un guasto al computer subito dopo l’undocking.

Vedete, la nostra Soyuz sarà attraccata al modulo MRM-1, proprio come quella che vedete in questa bellissima immagine dell’equipaggio della Expedition 38. Come mostra la foto, nell’orientamento standard della ISS l’MRM-1 punta verso il nadir, verso la Terra. Generalmente, quando un veicolo si sgancia la Stazione viene ruotata di 90° in modo che il portello di attracco sia rivolto verso poppa—questo rende le cose più facili dal punto di vista della meccanica orbitale, perché il semplice impulso dato dai respingitori a molla nella direzione della poppa è abbastanza per garantire che non ci sarà una collisione, anche se la Soyuz non potesse eseguire le accensioni di separazione.

Tuttavia, sarebbe davvero bello essere in grado di lasciare la Stazione nel suo orientamento nominale: è necessario del propellente per ruotarla e i carichi meccanici possono causare usura alla struttura, che influenza la durata della vita della Stazione.

Se il portello di attracco è al nadir, comunque, devono essere effettuate delle opportune accensioni di separazione per mantenere la sicurezza. Ecco perché ora abbiamo in sviluppo nuove procedure che consentono all’equipaggio di eseguire le accensioni manualmente, se il computer dovesse guastarsi prima di completarle.

È stato divertente provare qualcosa di nuovo!

Foto: la Expedition 38 della ISS.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/14/l-224-per-risparmiare-propellente-e-allungare-la-vita-della-s...

L-223: Prova generale d’esame nella centrifuga
INVIATO IL 15 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 15 aprile 2014—Oggi ho fatto un giro sull’imponente centrifuga con braccio da 18 metri di Star City.

Come preparazione per l’imminente esame di rientro manuale, oggi ho fatto una prova generale in cui abbiamo seguito una tipica sessione d’esame: tre scenari di rientro con la centrifuga in funzione, con due scenari statici nel mezzo per riposarsi.

Ho parlato un po’ qui di come funziona il rientro manuale.

L’obiettivo è atterrare entro 10 km dal punto nominale di touchdown (atterraggio)—quello dove ci farebbe volare il rientro controllato dal computer, se funzionasse. Ma è anche importante mantenere i G sotto controllo. Specialmente se stiamo cercando di compensare un eccesso nel momento in cui siamo entrati in contatto con l’atmosfera (vale a dire che siamo entrati in contatto più tardi del previsto), la tentazione è dare comandi che porteranno ad alti carichi di G nello sforzo di correggerlo. In una situazione d’esame ciò influenzerà il punteggio, ma nella vita reale, così come nella centrifuga, avrà conseguenze sul proprio livello di disagio e dolore. Diciamo che è un errore autopunente!

Sottoposti a carichi di G elevati è piuttosto difficile muoversi del tutto. Fortunatamente, per pilotare il rientro abbiamo bisogno solo di premere due bottoni, quelli sotto i miei pollici nella foto. Quei comandi cambiano l’angolo di rollio del modulo di discesa in incrementi discreti di 15°, essendo il rollio la rotazione intorno all’asse di simmetria. Non è molto intuitivo, ma il rollio influenza la portanza, in modo tale che possiamo controllare quanto ripidi o con traiettoria poco inclinata vogliamo volare. (Per quelli che vogliono provare a capirlo, ecco un suggerimento: il centro di massa del veicolo è spostato rispetto all’asse di simmetria).

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/15/l-223-prova-generale-desame-nella-cen...

L-222: Passato l’esame nella centrifuga! Abilitata al rientro manuale della Soyuz
INVIATO IL 16 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 16 aprile 2014—Oggi Anton e io abbiamo passato entrambi il nostro esame di rientro manuale nella centrifuga, e siamo ora ufficialmente qualificati a pilotare il rientro manuale della Soyuz come equipaggio di backup della Expedition 40, che sarà lanciata a maggio.

In realtà, questo è il primo di una serie di esami di qualificazione che dovremo passare da ora ai primi di maggio. Quindi, fatto il primo!

Ho effettivamente avuto un profilo con un overshoot (ritardo nel rientro) piuttosto alto, in cui ho dovuto “pilotare la centrifuga” fino a 5G. Prima avevo avuto una sessione a 8G, ma è in effetti un po’ diverso quando state cercando di volare sulla vostra traiettoria e riferendo via radio al controllo a terra.

È stato divertente! Lo farò ancora fra qualche mese come equipaggio primario.

Foto credit: Gagarin Cosmonaut Training Center

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/16/l-222-passato-lesame-nella-centrifuga-abilitata-al-rientro-manuale-dell...

L-220: Affrontare scenari di attracco complicati con la mia istruttrice Sasha
INVIATO IL 18 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 18 aprile 2014—In questi giorni le ultime sessioni di addestramento all’attracco manuale prima del prossimo esame. Con la mia istruttrice, Sasha, ci stiamo concentrando sugli scenari più complicati per assicurarci che io sia pronta. Quindi, cosa rende uno scenario più difficile di altri?

Il tipo di guasto, per esempio: un “semplice” malfunzionamento di Kurs, che significa che la Soyuz non può orientarsi più verso la Stazione, o piuttosto un blocco totale del computer? Con il computer funzionante possiamo attivare una funzione che compensa la rotazione della ISS. Quando la Stazione è nel suo orientamento standard con la sequenza di moduli pressurizzati disposti lungo il vettore di velocità, ruota di circa 4 gradi al minuto mentre si sposta lungo l’orbita. Con la funzione di compensazione attiva, il computer accende automaticamente i thruster per uguagliare la rotazione, in modo che a noi la ISS appaia come se fosse stabilizzata inerzialmente.

Se il computer si guasta, però, dobbiamo fare costantemente correzioni per mantenere il bersaglio allineato mentre ci avviciniamo. I portelli di attracco del Modulo di Servizio e MRM-1 sono paritcolarmente complicati, perché i bersagli sono orientati in modo tale che la rotazione avviene su due canali.

Gli avvicinamenti notturni sono anche un po’ più difficili. Se stiamo per entrare in un’eclisse, manteniamo la posizione a una distanza di circa 70 metri e accendiamo il faro della Soyuz. A quel punto dobbiamo anche rimuovere uno schermo che abbiamo nella nostra vista attraverso il periscopio durante l’illuminazione, che ci proteggere dall’essere accecati dalla luce eccessiva. Una volta tolto questo schermo, entra dell’altra luce e siamo in grado di vedere la ISS con l’illuminazione piuttosto debole del faro della nostra Soyuz, ma è un po’ più scomodo pilotare l’approccio. Per dirne una, senza lo schermo aggiuntivo dovete avere gli occhi perfettamente allineati alla giusta distanza per vedere l’immagine: se muovete un po’ la testa, la perdete immediatamente. Inoltre, mentre vi avvicinate per l’approccio finale e l’attracco, la luce diventa di nuovo piuttosto abbagliante.

Quindi sono questi gli scenari su cui Sasha e io ci stiamo concentrando. Potete vederci insieme nella foto prima della simulazione di oggi. Sasha vuole diventare una cosmonauta (lo sarebbe di seconda generazione). Se me lo chiedete, scommetterei i miei soldi che ce la farà.

Se questo fine settimana celebrate la Pasqua, buona Pasqua!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/18/l-220-affrontare-scenari-di-attracco-complicati-con-la-mia-istruttric...

L-216: Tante domande! Fra cui come pesarsi nello spazio
INVIATO IL 22 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 22 aprile 2014—Ieri Anton, Terry e io abbiamo seguito l’equipaggio primario, che sarà lanciato a maggio, al Mission Control Center—Moscow (MCC-M, Centro di Controllo di Missione—Mosca) per diverse ore di riunioni riguardanti il contenuto del loro volo. Come equipaggio di backup, dobbiamo essere al corrente allo stesso modo, giusto in caso.

Le riunioni hanno riguardato tutto, dall’angolo solare atteso al momento dell’attracco a qualsiasi comportamento anomalo osservato attualmente sul segmento russo della Stazione Spaziale. Quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante per i nostri compagni di equipaggio russi, naturalmente, visto che spetta principalmente a loro prendersi cura dei moduli russi. Non venivo al MCC-M, o ЦУП, da una visita con gli altri Shenanigans durante l’addestramento di base nel 2010. Il tempo vola!

Parlando dei contenuti della missione, avremo un esame teorico la prossima settimana, sia sul volo della Soyuz che la permanenza dell’incremento sulla ISS. Oggi abbiamo avuto una sessione preparatoria con il nostro istruttore Soyuz, in cui abbiamo visto i diversi profili nominali e non nominali, così come le azioni comuni dell’equipaggio.

Abbiamo fatto pratica nel rispondere a domande come:

In un giorno qualsiasi, su quali orbite è possibile atterrare nell’area nominale in Kazakistan? (Risposta: sulla 16^, 1^, 2^ e 3^)

Con quale orientamento sono effettuate le accensioni dei motori dopo l’inserimento? (Risposta: le prime due semplicemente “in avanti”, le altre due con una rotazione calcolata dal computer)

Cosa ci si aspetta che riferisca l’equipaggio all’inizio del passaggio per le comunicazioni radio di 20 minuti durante la seconda orbita dopo l’inserimento? (Risposta: controlli di tenuta stagna, le prime due accensioni, eventuali anomalie, disponibilità a eseguire il test dei comandi manuali)

E così via, vi siete fatti un’idea.

Ho anche avuto proprio ora una breve lezione sul sistema di misurazione della massa corporea, la risposta (o una delle risposte) alla domanda: come vi pesate nello spazio? Potete vedere il modello a terra del sistema nella foto. In questo video l’astronauta NASA Jeff Williams spiega come funziona.



Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/22/l-216-tante-domande-fra-cui-come-pesarsi-nello...

L-215: Prepararsi a simulare una tipica giornata nel segmento russo
INVIATO IL 23 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 23 aprile 2014—Oggi una giornata in aula. Piuttosto tipica nel primo anno del flusso di addestramento o giù di lì, ma piuttosto inusuale di questi tempi, più vicini al volo. Comunque, capita.

Nella mattinata abbiamo passato 4 ore preparandoci per una simulazione di operazioni di routine nel mockup del segmento russo venerdì. Anton è naturalmente il nostro esperto locale sul segmento russo: ha addestramento di livello specialistico su tutti i moduli russi. Terry e io abbiamo solo adestramento a livello utente, piuttosto basico. Sappiamo come usare la toilette, prendere dell’acqua, preparare il cibo, usare i pannelli di comunicazione; sappiamo come comportarci in caso d’emergenza, abbiamo familiarità con le luci, le prese elettriche, l’equipaggiamento di sicurezza, e abbiamo una familiarità di base con i laptop di controllo russi. Possiamo svolgere semplici compiti di manutenzione di routine, come cambiare un filtro o sostituire un contenitore di urina pieno. Al di là di quello, spetta veramente ai nostri compagni di equipaggio russi. I ruoli sono naturalmente invertiti nei moduli americani, europei e giapponesi della Stazione.

Nella nostra simulazione di operazioni di routine di venerdì avremo la giornata pianificata secondo un radiogramma di programmazione russo, chiamato Modulo 24. Io sono incaricata di sostituire dei filtri, simulare l’uso della toilette, prelevare campioni d’acqua, reidratare sacche con i pasti, riscaldare scatolette di cibo, effettuare un contatto radio HAM (radioamatoriale), sostituire il contenitore dei rifiuti solidi nella toilette, documentare con foto e video alcune attività e scaricare una parte del carico di una Progress, aggiornare l’Inventory Management System (sistema di gestione dell’inventario). Molto probabilmente avremo anche dei malfunzionamenti e uno scenario d’emergenza gettati lì.

Nella riunione di preparazione di oggi la stanza era piena di gente, tutti gli specialisti dei diversi sistemi. Uno dopo l’altro, ci hanno informati sui compiti riguardanti il loro settore di competenza. Nella foto, Terry e io stiamo seguendo un’introduzione alla fotocamera.

Altri momenti in aula nel pomeriggio: una riunione per la nostra simulazione Soyuz di domani e la preparazione per il nostro imminente esame sul contenuto della Expedition 40/41, del quale siamo naturalmente i backup.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/23/l-215-prepararsi-a-simulare-una-tipica-giornata-nel-segment...

L-214: Prima una visita alla nostra Soyuz (è una bellezza!), poi un incendio (simulato)
INVIATO IL 24 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 24 aprile 2014—Forse ricordate che lo scorso dicembre Anton e io siamo andati a Energia per fare una verifica di accettazione della Soyuz che porterà nello spazio Max, Reid e il mio collega Shenanigan Alex alla fine di maggio. Come ho scritto allora, è una sorpresa piuttosto rara per i non russi avere la possibilità di andarci. Bene, è accaduto ancora!

Questa mattina ad Anton, Terry e io è capitato di andare come equipaggio alla verifica di accettazione proprio della nostra Soyuz. Ora questo non accadeva da anni, ci è stato detto. Vi lascerò leggere sulla verifica di accettazione nella nota del diario L-358.

Ma lasciatemi dirvi, anche se il compito era lo stesso, è stata una sensazione molto diversa essere all’interno della nostra astronave. Come potete innamorarvi all’istante di un aggregato di metallo, tubi e cavi! È proprio una bellezza.

Nel pomeriggio, abbiamo avuto una simulazione di incendio con Terry e Anton in preparazione al prossimo esame Soyuz. Uno scenario di incendio è uno dei più frenetici e complessi, così abbiamo pensato che fosse una buona idea fare ancora pratica. Potete leggere di più sugli incendi nella Soyuz in questa nota precedente del diario.

Abbiamo anche avuto ogni sorta di piccoli e grandi malfunzionamenti che rendono la nostra vita difficile, ma hey… a questo punto possiamo affrontarli. Come equipaggio siamo tanto preparati quanto si possa essere!

Foto: il nostro istruttore Dima al pannello di controllo mentre il nostro simulatore del modulo di discesa inizia a riempirsi di fumo.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/24/l-214-prima-una-visita-alla-nostra-soyuz-e-una-bellezza-poi-un-i...

L-211: Addestramento alle attività di routine nel mockup del segmento russo
INVIATO IL 27 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 27 aprile 2014—Oggi una giornata di studio qui a Star City. Abbiamo pianificato una sessione di studio con l’equipaggio primario questo pomeriggio per prepararci all’esame teorico di martedì sul programma di volo, in cui saremo valutati sulla nostra conoscenza dei sistemi e sottoposti a ogni sorta di domanda sul profilo di volo nominale e tutte le possibili “diramazioni” non nominali.

Guardando indietro alla scorsa settimana, venerdì Anton, Terry e io abbiamo avuto la nostra simulazione delle operazioni di routine, una prova generale del nostro imminente esame.

Come ho detto nella nota L-215 del diario, come membri non russi dell’equipaggio Terry e io non siamo addestrati a compiti complessi nei moduli russi, ma abbiamo avuto ugualmente una giornata impegnativa nel prenderci cura di ogni tipo di attività di routine. Prima di pranzo avevo già lavorato con i portelli, il sistema radio HAM (radioamatoriale), i display del supporto vitale sui laptop russi, il sistema di distribuzione dell’acqua, l’equipaggiamento fotografico e video, il sistema di ventilazione e i pannelli di comunicazione per un controllo di routine con Anton. Naturalmente avevo anche dimostrato le mie abilità nel sostituire il contenitore dell’urina e dei rifiuti solidi della toilette. E avvicinandoci all’ora di pranzo Terry e io abbiamo preparato del cibo spaziale: abbiamo riscaldato alcune scatolette nello scaldavivande e reidratato alcune sacche di succo.

Nel pomeriggio qualche altro compito di routine, fra cui raccogliere campioni d’acqua dall’erogatore per l’analisi nel Total Organic Carbon Analyzer (analizzatore del carbonio organico totale) che c’è sulla ISS. E naturalmente, a un certo punto abbiamo avuto uno scenario d’emergenza. Il Controllo Missione di Houston simulato ci ha chiamati per chiederci una verifica di pressione, dal momento che a loro risultava un calo di pressione in corso nella loro telemetria. E infatti, anche sul nostro manometro manuale (in realtà controllato via radio dagli istruttori) la pressione stava calando. E così abbiamo premuto il bottone dell’allarme di emergenza, per avviare la risposta automatica del veicolo, e ci siamo ritrovati nelle procedure di depressurizzazione.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/27/l-211-addestramento-alle-attivita-di-routine-nel-mockup-del-segment...

L-210: Passato l’esame di docking manuale Soyuz!
INVIATO IL 28 APRILE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 28 aprile 2014—Oggi ho passato il mio esame di docking manuale! Ora sono ufficialmente qualificata a fare attraccare la Soyuz alla Stazione Spaziale. Dubito che dovrò mai farlo, perché il Comandante ha il ruolo primario per questo compito mentre l’ingegnere di bordo è una riserva giusto in caso. Ma non importa: sono una di quelle persone a cui piace immensamente anche solo arrivare al punto di padroneggiare qualcosa!

Prima Anton e io abbiamo preso i nostri posti regolari e Anton ha pilotato i suoi profili d’esame. Dopo ci siamo scambiati i posti, io mi sono seduta nel seggiolino del Comandante con i comandi manuali davanti a me e ho pilotato i miei quattro profili. Ogni profilo prevede un attracco a un portello diverso. Potete vedere la nota L-357 per una panoramica sui portelli.

Il giorno dell’esame iniziamo sempre con i compiti più semplici, come riscaldamento: spostare la Soyuz da un portello d’attracco a un altro. Dopo che i ganci si aprono e i respingitori ci danno una velocità di separazione, ci allontaniamo a una distanza di 40-60m, voliamo intorno verso l’altro portello e attracchiamo di nuovo.

I profili successivi sono in un ordine casuale.

In due di questi ci troviamo verso 300m dalla ISS e non siamo allineati al portello d’attracco. Voliamo avvicinandoci a una distanza di sicurezza di 200 metri, manteniamo quella distanza e compiamo una manovra per girare intorno e allinearci con il portello d’attracco. Quindi ci avviciniamo a una distanza di 50-100m e manteniamo ancora la posizione: se necessario eseguiamo un rollio per allineare il bersaglio nella nostra vista, ritiriamo un’antenna che, se estesa, impedirebbe l’attracco, ci assicuriamo che il sistema di docking sia pronto e dopo riceviamo il permesso da MCC-Mosca (o dall’istruttore) per procedere all’attracco. La maggior parte delle persone, me compresa, mantengono la posizione ancora verso i 2 metri per assicurarsi di avere un allineamento perfetto ed essere in grado di dare un impulso noto partendo da una velocità nulla, in modo che possiamo attraccare entro l’intervallo consentito di 6-15cm/s (qui c’è stata una discussione più estesa sulla questione della velocità)

Infine, abbiamo uno scenario in cui ci troviamo già allineati al portello di docking. In questa situazione, è abilitato l’auto-escape (allontanamento automatico) sul veicolo: se il computer si guasta non c’è modo di escluderlo, quindi ci sarà un’accensione automatica di frenata con due gruppi di thruster per 30 secondi. Una volta completata, il nostro compito è di prendere il controllo manuale, interrompere il movimento di separazione e avvicinarci ancora. Generalmente piuttosto in fretta, perché questo scenario ha l’eclisse che arriva entro pochi minuti ed è difficile vedere la Stazione da lontano di notte, anche con i fari accesi.

Questo è tutto fino all’estate prossima per quanto riguarda pilotare manualmente la Soyuz. Mi mancherà!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/04/28/l-210-passato-lesame-di-docking-manual...

L-207: Altri esami Soyuz passati dal nostro equipaggio!
INVIATO IL 1 MAGGIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 1 maggio 2014—Terry, Anton e io ci siamo lasciati alle spalle un altro paio d’esami nell’ultimo paio di giorni.

Martedì abbiamo passato i nostri esami di teoria sul programma di volo—sia sulla Soyuz che sul segmento russo. Quello sulla Soyuz è stato molto interessante, perché ci sono sempre occasioni per imparare qualche piccolo dettaglio dalle persone che controllano il volo dal Centro di Controllo di Missione di Mosca.

Ieri abbiamo sostenuto i nostri esami sul rendezvous manuale—è dove Anton deve mostrare le sue abilità nel pilotare un avvicinamento manuale da circa 2-3 km di distanza dalla ISS al mantenimento della posizione a 50-100 metri dal portello di attracco, mentre io vado nel modulo orbitale e uso un telemetro laser attraverso un finestrino rivolto in avanti per fornirgli misure di distanza e velocità.

Questa situazione è prevista nel nostro profilo di due giorni dal lancio all’attracco, non nel profilo di 6 ore attualmente nominale. La ragione è che nel profilo più breve non c’è tempo prima dell’inizio delle accensioni per il rendezvous di preparare il telemetro laser nel modulo orbitale. Se dovesse verificarsi un guasto quando siamo ancora ad alcuni km di distanza dalla Stazione, interromperemmo l’avvicinamento e indagheremmo il problema con il controllo a terra.

Nel profilo di due giorni, invece, dopo le prime due manovre di innalzamento dell’orbita facciamo una pausa, ci trasferiamo nel modulo orbitale e abbiamo il tempo di preparare il telemetro laser, in modo che sia pronto due giorni dopo quando pilotiamo realmente il nostro avvicinamento alla ISS.

Oggi è una grande festività qui in Russia, come in molte altre parti del mondo. Se la celebrate, Buon 1° Maggio a voi. Qui a Star City siamo liberi fino a lunedì, ma con il grosso esame Soyuz di un giorno intero in arrivo martedì prossimo, ci sarà certamente molto studio in corso!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/05/01/l-207-altri-esami-soyuz-passati-dal-nostro-equ...

L-204: Amici straordinari! WeFly con Futura, osa volare
INVIATO IL 4 MAGGIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 4 maggio 2014—Prendendomi una pausa dal mio lavoro di preparazione al grosso esame della prossima settimana, vorrei condividere con voi qualcosa di cui sono veramente entusiasta: la partnership fra la mia missione sulla ISS, Futura, e il WeFly! Team.

WeFly! è una pattuglia acrobatica molto speciale, che vola su velivoli ultraleggeri: due dei tre piloti hanno una disabilità, che impone loro di usare una sedia a rotelle nella vita di ogni giorno e, nell’abitacolo, di servirsi di comandi appositamente modificati che permettono il pieno controllo dell’aereo usando soltanto le mani.



Ho avuto il privilegio di incontrare Alessandro, Marco ed Erich circa 7 anni fa. In questo breve video (versione italiana) racconto la storia:



WeFly con Futura: Osa Volare!



L-199: Ricordare una settimana incredibile iniziata con l’esame Soyuz
INVIATO IL 9 MAGGIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 9 maggio 2014—Una settimana incredibile dietro di me!

Insieme con Anton e Terry ho passato i miei esami finali di qualificazione sia nella Soyuz che nel segmento russo della Stazione Spaziale Internazionale, e ieri ho preso parte di una serie di eventi tradizionali che scandiscono la strada verso la rampa di lancio. Sono state montagne russe emotive!

Ma arriviamoci una cosa alla volta.

Martedì l’equipaggio primario ha avuto la sua giornata intera d’esame sul segmento russo e noi, come equipaggio di backup, abbiamo affrontato il nostro esame Soyuz. Siamo arrivati presto per infilarci nelle nostre tute Sokol e alle 8:20 ci siamo presentati davanti alla commissione. Dopo aver comunicato che eravamo pronti a sostenere l’esame, il nostro Comandante Anton ha scelto una di cinque buste sigillate contenenti una lista di cinque avarie che sarebbero state inserite nel nostro profilo durante la giornata. Naturalmente, non ci è stato mostrato il contenuto della busta.

A essere sinceri, nelle nostre normali sessioni di addestramento facciamo pratica nel gestire molti più malfunzionamenti di cinque soltanto. Ma è anche vero che ci sono molti errori che possono essere commessi anche in un profilo nominale, e abbiamo avuto tanti occhi a controllare ogni nostra singola mossa!

Nella mattinata abbiamo pilotato un profilo dall’inizio al docking, che è andato piuttosto liscio fino a quando una doppia avaria a 40 metri dal boccaporto di attracco ci ha obbligati a inibire la manovra di autoallontanamento che il computer stava per iniziare, e a prendere il controllo manualmente. Poco dopo ci è capitata anche un’avaria di un sensore di attracco che ha portato la logica di bordo ad avviare un’accensione retrograda: ancora, abbiamo dovuto escludere la sequenza automatica e prendere il controllo manualmente per completare l’attracco.

La sfida più grande, comunque, è arrivata nel pomeriggio. È venuto fuori che abbiamo scelto la busta con lo scenario più complesso: un incendio subito dopo l’undocking. Anton e io abbiamo dovuto lavorare a procedure in parallelo per diversi minuti critici, con me che mi occupavo dell’incendio e lui che impostava il sistema per un’accensione di frenata per una discesa d’emergenza. Dopo che ho “depressurizzato” il modulo di discesa per estinguere l’incendio, ci siamo ricongiunti sulla stessa procedura per prepararci all’accensione e… il computer principale si è guastato, obbligandoci a impostare rapidamente un’attivazione manuale del motore in quello che chiamiamo il loop analogico.

Dopo un’accensione eseguita con successo, la separazione, il rientro atmosferico e l’apertura del paracadute, l’esame è stato dichiarato concluso. Non sono stati commessi errori significativi e abbiamo terminato la giornata con un punteggio perfetto! Una grande sensazione, effettivamente, per tutti noi.

Foto: NASA

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/05/09/l-199-ricordare-una-settimana-incredibile-iniziata-con-lesam...

L-197: Il giorno che abbiamo passato il nostro ultimo esame da backup!
INVIATO IL 11 MAGGIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 11 maggio 2014—Nell’ultima nota del diario vi ho raccontato l’esame finale Soyuz della scorsa settimana. Il giorno successivo, mercoledì, ci siamo scambiati i posti con l’equipaggio primario: loro hanno pilotato la Soyuz e noi abbiamo passato 8 ore lavorando nei mockup del segmento russo.

Diciamocelo, questo esame era particolarmente importante per Anton: tutti i compiti complessi erano assegnati a lui perché, come cosmonauta, in orbita lui lavorerà principalmente nel segmento russo, mentre Terry e io opereremo prevalentemente nei moduli Americano/Europeo/Giapponese. Ma abbiamo cercato di rendere fieri i nostri istruttori eseguendo impeccabilmente i nostri compiti relativamente semplici. Inoltre, mercoledì era la “Giornata della radio” in Russia, un giorno per riconoscere e celebrare tutti gli specialisti che lavorano nel campo delle comunicazioni radio. In un giorno del genere, non erano ammessi errori nell’uso del sistema di comunicazione! E a essere sinceri, il sistema di comunicazione nel segmento russo può essere piuttosto confuso.

Proprio come all’esame Soyuz, all’inizio della giornata ci siamo presentati alla commissione per scegliere la nostra busta con le avarie con cui avremmo dovuto confrontarci nel corso della giornata. Ancora, come specialista del segmento russo Anton ha dovuto occuparsi di tutti i malfunzionamenti, tranne il grande scenario d’emergenza che conclude l’esame.

Nel nostro caso, abbiamo avuto una depressurizzazione: a un certo punto abbiamo ricevuto una chiamata da un CapCom di Houston simulato per informarci che stavano rilevando un calo di pressione. Abbiamo controllato i nostri manometri portatili, confermato il calo, premuto il bottone dell’emergenza depressurizzazione per avviare la risposta automatica del veicolo, riconfigurato il sistema di comunicazione per avere Houston e Mosca su tutti i canali, e via verso la nostra Soyuz, per assicurarci che il nostro passaggio verso casa non fosse esso stesso la fonte della perdita.

Ritirarci nella Soyuz per qualche minuto dà inoltre ai sensori di flusso d’aria l’opportunità di lavorare. Sono situati presso i portelli fra i moduli e, nel caso di un rapido calo di pressione, dovrebbero essere in grado di stabilire in quale modulo è la perdita. Pensate un po’, avevamo scelto uno scenario d’esame relativamente semplice: quando siamo tornati a controllare i laptop di comando russi nel Modulo di Servizio, hanno effettivamente mostrato un risultato positivo dei sensori di flusso d’aria. Il nostro modulo con la perdita era stato trovato! Una serie di procedure di isolamento più tardi, avevamo ufficialmente finito con l’ultimo dei nostri esami.

Dopo il nostro debiref, era ora di festeggiare! Insieme con la comunità degli istruttori e delle persone che ci supportano nei ruoli più diversi, ci siamo uniti all’equipaggio primario per diverse ore di festeggiamenti al ritmo dei tradizionali brindisi russi.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/05/11/l-197-il-giorno-che-abbiamo-passato-il-nostro-ultimo-esame-da...

L-196: Eventi formali e tradizioni prima di Baikonur
INVIATO IL 12 MAGGIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 12 maggio 2014—Dopo i nostri esami della settimana scorsa e i festeggiamenti gioiosi di mercoledì sera, giovedì Terry, Anton e io ci siamo uniti all’equipaggio primario in una giornata di eventi formali e tradizioni.

Tutto è iniziato nella mattinata con una riunione della commissione interdipartimentale responsabile di valutare il nostro addestramento. Tutti i risultati dei nostri esami sono stati presentati ai rappresentanti di Roscosmos e diverse altre agenzie russe, così come l’ESA e la NASA, e siamo stati formalmente dichiarati pronti al prossimo passo: la quarantena e gli eventi finali dell’addestramento a Baikonur.

Dopo c’è stato un breve coffee break in cui il medico responsabile della nostra quarantena ci ha messo molto in chiaro—immagino specialmente all’equipaggio primario—che l’unico modo in cui possiamo impedire a noi stessi di volare a questo punto è ammalarci o avere un incidente. E ci sono state date un certo numero di raccomandazioni per evitare entrambe le cose, che vanno da non stringere le mani a evitare i luoghi affollati.

Dopo la conferenza stampa, ci siamo diretti al museo di Star City per un evento tradizionale: la firma del registro dei visitatori nell’ufficio di Yuri Gagarin. Naturalmente Yuri non ha il suo ufficio al museo, ma poco dopo la sua morte prematura l’ufficio venne ricostruito lì con tutto l’arredamento originale, gli oggetti e le decorazioni. Secondo la tradizione, prima di partire per Baikonur l’equipaggio primario e quello di backup si alternano nel sedersi al tavolo e scrivere qualche parola nel registro dei visitatori. È un momento commovente!

Le tradizioni sono continuate nel pomeriggio…

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/05/12/l-196-eventi-formali-e-tradizioni-prima-di-b...

L-194: Pronti per Baikonur dopo l’omaggio ai pionieri dello spazio
INVIATO IL 14 MAGGIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 14 maggio 2014—La settimana di riposo è finita, è già ora di fare i bagagli per il Kazakistan!

Due aerei del Gagarin Cosmonaut Training Center (centro di addestramento dei cosmonauti Yuri Gagarin) saranno pronti domani mattina per portarci in volo dal vicino Aeroporto Chkalovskyi a Baikonur. Sì, due aerei: a partire da domani, agli equipaggi primario e di backup non è permesso di trovarsi sullo stesso veicolo. Terry, Anton e io seguiremo l’equipaggio primario a circa 15 minuti di distanza.

Ma prima di iniziare quest’intera nuova fase, lasciatemi concludere il mio resoconto degli eventi tradizionali della settimana scorsa. Nell’ultima nota del diario vi ho raccontato la mattina del giorno dopo gli esami. Nel pomeriggio, abbiamo preso tutti un pullman diretto alla Piazza Rossa per altre tradizioni.

Era una splendida gionata. Da un lato, era una delizioso pomeriggio primaverile con temperature piacevoli e una natura in fiore. Dall’altro lato, avevamo l’intera Piazza Rossa praticamente tutta per noi. Non che fossimo così importanti, ma ci è capitato di trovarci lì al momento giusto. Era l’8 maggio, il giorno prima della Giornata della Vittoria, una importante festività russa che commemora la fine della Seconda Guerra Mondiale e onora i veterani e le vittime. Visto che la Piazza Rossa veniva preparata per le celebrazioni e la parata militare del giorno dopo, era chiusa al pubblico.

Yuri Gagarin e molti altri famosi cosmonauti sono sepolti al Cremlino, insieme con i principali ingegneri che hanno contribuito al programma spaziale, fra cui naturalmente Sergei Korolev. Gli equipaggi in partenza per lo spazio, insieme con i loro backup, vengono sempre qui per rendere omaggio a questi giganti dell’esplorazione spaziale. In particolare, abbiamo avuto l’opportunità di deporre dei fiori sulla tomba di Yuri Gagarin nella mura del Cremlino.

Terminata la parte ufficiale della visita, abbiamo passato un po’ di tempo a goderci la Piazza Rossa, e abbiamo perfino fatto un rapido giro ai giardini del Cremlino al di là delle mura.

La visita mi è piaciuta immensamente, tutto è stato semplicemente perfetto. Un saluto ideale per il mio collega Shenanigan Alexander Gerst e i suoi compagni di equipaggio che saranno lanciati fra… wow… esattamente due settimane da ora!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/05/14/l-194-pronti-per-baikonur-dopo-lomaggio-ai-pionieri-dello...

L-189: Partire da un luogo leggendario per un altro
INVIATO IL 19 MAGGIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Baikonur (Kazakistan), 19 maggio 2014—Wow, sono passati solo quattro giorni da quando siamo arrivati a Baikonur, ma è come se fossero settimane. Un breve volo di tre ore da Mosca ed eccoci qui, in un mondo così unico di navi spaziali e razzi e tradizioni, dove tutto il resto sembra così lontano.

Abbiamo lasciato Star City giovedì scorso, dopo alcuni eventi tradizionali che segnano sempre le partenze degli equipaggi. La comunità—altri astronauti e cosmonauti, rappresentanti delle diverse agenzie spaziali, istruttori e molti altri—si raduna attorno a un tavolo della prima colazione; tranne che in genere nessuno mangia nulla. Invece, vengono pronunciati diversi brindisi, per lo più intorno al tema degli auguri per l’equipaggio primario e promemoria all’equipaggio di backup di non rilassarsi. Prima di partire, troviamo tutti qualche superficie orizzontale dove sederci per un minuto o giù di lì: non farlo porterebbe sfortuna!

Una volta fuori, Terry, Anton e io abbiamo seguito a piedi l’equipaggio primario e le loro famiglie per andare a metterci in posa per qualche foto, dopodiché l’equipaggio primario ha risposto ad alcune domande per i media. E poi, prima che ce ne rendessimo conto, eravamo su un pullman per l’aeroporto Chkalovsky, dove due Tupolev Tu-134 del Centro di Addestramento dei Cosmonauti ci aspettavano.

Non pensiate che siamo arrivati a Baikonur da soli. Il cosiddetto Gruppo Operativo ha volato con noi, diviso fra i due aerei: istruttori, autisti, medici, allenatori sportivi, specialisti delle tute… tutta la conoscenza e la competenza da Star City di cui abbiamo bisogno per le due settimane di quarantena, i controlli di vestibilità e il resto fino al lancio. La maggior parte di quelle persone sono state qui molte volte ed è evidente che formano un team affiatato ed efficiente. È risultato anche chiaro fin dal volo in aereo che sarebbe stato molto divertente condividere quest’esperienza con loro!

Ho sentito e letto così tanto su Baikonur, che arrivare finalmente qui è stato un momento molto intenso. Ma le cose sono accadute velocemente: siamo scesi dall’aereo e ci siamo presentati davanti ai rappresentanti di Energia, che ci stavano aspettando sul piazzale (Energia è l’azienda che costruisce la Soyuz). Quindi, dopo esserci goduti il caldo benvenuto degli alunni delle scuole locali, siamo saltati sul pullman, incidentalmente lo stesso pullman su cui andremo alla rampa di lancio. Con l’equipaggio primario in un altro pullman davanti a noi, siamo partiti per il luogo della nostra quarantena. Ma mentre passavamo davanti al famoso monumento che rappresenta Baikonur, abbiamo dovuto per forza saltare fuori e fare una foto!


Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/05/19/l-189-partire-da-un-luogo-leggendario-per-u...

To be continued !
[Modificato da KOSLINE 20/11/2014 11:22]


Se vuoi volare alto circondati di aquile non di polli !!!



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