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Preparazione alla ISS International Space Station

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2014 18:20
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Stellar Nebula
21/11/2014 13:07

L-36: Passato il primo esame! Felice, ma con un velo di tristezza
INVIATO IL 18 OTTOBRE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 18 ottobre 2014—Passato il primo esame!

Ieri Anton e io abbiamo entrambi raggiunto un punteggio perfetto al nostro esame di attracco manuale, il primo di una serie di 6 esami che dovremo superare per essere qualificati al nostro volo nello spazio il 23 novembre. Quelli rimanenti sono discesa manuale, rendezvous manuale, conoscenza del programma di volo, operazioni nel segmento russo e, per finire, la complessa simulazione Soyuz di un giorno intero, che completerà la serie il 31 ottobre e porterà alla conclusione di quasi tre anni di addestramento.

Come sapete, è la seconda volta che Terry, Anton e io sosteniamo gli esami finali: la prima è stata a maggio scorso, quando siamo stati l’equipaggio di backup per Reid, Alex e Max, che ora sono nello spazio. Vi ho raccontato tutto sull’esame di attracco manuale in quell’occasione: potete trovare quella storia qui!

È certamente bello essermi lasciata il primo esame alle spalle, ma c’è anche un velo di tristezza. Le possibilità reali di pilotare ls Soyuz manualmente nello spazio sono molto ridotte: come sapete, il Comandante siede nel seggiolino centrale ed è il responsabile principale del volo manuale: e comunque l’attracco manuale è necessario solo in caso di guasto del computer o del sistema automatico di attracco. Ciò significa che ieri potrebbe essere stata la mia ultima occasione di pilotare la Soyuz, sebbene nel simulatore, per molto tempo, o forse per sempre…

A ogni modo, ho molte cose a cui guardare con anticipazione… non è certamente il momento di essere malinconici! Volerò nello spazio fra 36 giorni!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/10/18/l-36-passato-esame-felice-velo-tr...

L-34: Ecco a voi la tuta Soyuz che indossiamo per andare nello spazio!
INVIATO IL 20 OTTOBRE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 20 ottobre 2014—Il terreno è già bianco qui a Star City e la preparazione per gli esami rimanenti continua: questa settimana Anton e io avremo degli esami sul rientro manuale e il rendezvous manuale.

Ma oggi ho pensato che avrei scritto qualche parola sulla Sokol, la tuta pressurizzata che indossiamo nella Soyuz. Come potreste sapere, la Sokol è fatta su misura per ogni membro dell’equipaggio: la mia tuta, per esempio, è la numero 422. (Sì, c’è il 42 lì!).

A eccezione dei guanti, la Sokol è un pezzo unico e l’intera parte frontale (il petto e l’addome) può essere aperta con una cerniera lampo: è infatti così che la mettiamo. Indossarla può essere complicato quando la tuta, come dovrebbe essere, aderisce con poco margine in termini di lunghezza dal-cavallo-alle-spalle. In questa precedente nota del diario potete trovare una descrizione visiva della sequenza con cui si indossa.

E, sì, come potreste aver notato guardando gli astronauti camminare con la Sokol, non è veramente pensata per farvi stare in piedi in posizione eretta, così vi costringe a piegare in avanti la schiena: è perché si presume che diventi comoda quando siete stesi nel vostro seggiolino Soyuz, con le ginocchia piegate verso il petto.

Il giorno del lancio indossiamo la tuta circa tre ore prima del decollo (sì, dopo aver messo un pannolino) in una delle strutture di Energia al cosmodromo. Prima di lasciare l’edificio per la rampa di lancio, facciamo un primo controllo di tenuta: è la scena che potreste aver visto nei video o nelle foto, quando i membri dell’equipaggio si stendono a turno su un seggiolino Soyuz solitario nel mezzo di una stanza, mentre tipicamente i famigliari, i dirigenti e alcuni esponenti dei media possono osservare da dietro una vetrata. È in un certo senso imbarazzante, in realtà, ma questo è come viene fatto.

Una seconda verifica di tenuta si esegue nella Soyuz durante le operazioni pre-lancio, appena dopo aver chiuso il portello e acceso il sistema di comunicazione, in modo che possiamo parlare con il bunker di controllo. In questa vecchia nota del diario ho parlato dei controlli di tenuta e delle interfacce della tuta con la Soyuz.

Dopo avere indossato i guanti per il controllo di tenuta, non li togliamo più fino a quando siamo in orbita. La ragione è che indossare i guanti in modo improprio può causare una perdita, così non pasticciamo più con i guanti dopo la verifica di tenuta. Apriamo certamente il casco, comunque, e lo chiudiamo ancora circa 5 minuti prima del lancio.

Una volta in orbita, iniziamo a controllare eventuali perdite della Soyuz, per assicurarci che abbiamo una buona tenuta e che non stiamo perdendo l’atmosfera nello spazio. Dopo i primi 15 minuti di controllo delle perdite, se il calo della pressione è entro i limiti accettabili ci è permesso di togliere i guanti: e, credetemi, questo rende molto più facile girare le pagine mentre lavorate alle procedure!

Con il nuovo profilo di volo veloce che ci porta all’attracco in sei ore, il volo verso la ISS è molto impegnativo e non c’è tempo di uscire dalla Sokol. È solo dopo l’attracco che possiamo cambiarci nelle più confortevoli tute, che avete probabilmente visto gli astronauti indossare all’apertura del portello, quando sono finalmente entrati nella Stazione Spaziale.

Quanto alle tute Sokol: rimarranno nel modulo orbitale della Soyuz fino a quando arriverà il momento di indossarle ancora per l’atterraggio. Ma prima di riporle, vengono collegate al sistema di ventilazione per qualche ora in modo che possano asciugarsi!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/10/20/l-34-tuta-soyuz-indossiamo-per-andare-nello...

L-32: Passati altri 2 esami, vado nello spazio 2 minuti più tardi
INVIATO IL 22 OTTOBRE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 22 ottobre 2014—Passati altri due esami!

Ieri Anton e io abbiamo entrambi passato il nostro esame di discesa manuale nella centrifuga con un punteggio perfetto. Se ve la siete persa, potete leggere come funziona il tutto in questa nota del diario sul nostro periodo di esami come equipaggio di backup, tranne che questo esame ha avuto luogo nelle centrifuga più piccola, visto che quella con il grande braccio da 18 metri è in manutenzione.

La “piccola” centrifuga ha comunque dato qualche emozione: durante la mia seconda sessione, ha inaspettatamente rallentato fino a fermarsi dopo un forte bang. È venuto fuori che alcuni lavoratori in un’area vicina dell’edificio hanno accidentalmente staccato un cavo che ha causato l’attivazione della risposta di sicurezza della centrifuga e l’inizio di un arresto d’emergenza. Così non è stato un grosso problema: sono stata portata fuori per alcune verifiche e un giro di prova, e dopo abbiamo potuto riprendere l’esame.

Nell’esame di discesa manuale abbiamo preso solo una busta che contiene tutti i 10 profili: 5 per il Comandante e 5 per l’Ingegnere di Bordo. Devo dire che Anton ha preso una busta veramente buona per me: tutte le mie sessioni dinamiche (con la centrifuga in rotazione) erano traiettorie corte, vale a dire che abbiamo simulato il rientro troppo in anticipo nell’atmosfera. Nelle traiettorie corte cerchiamo di volare con un profilo meno ripido, che porta a bassi carichi di G: ieri non ho mai superato 3,6G, il che ha reso il viaggio veramente confortevole. Ben scelto, Anton!

E oggi abbiamo passato il nostro esame di rendezvous. È quando ad Anton capita di pilotare e a me di arrampicarmi nel modulo orbitale per eseguire misurazioni di distanza e velocità con un telemetro laser. Ho scritto un po’ di più qui sul nostro addestramento al rendezvous.

Oh, ieri siamo anche andati al Centro di Controllo di Missione di Mosca per una serie di riunioni pre-volo con il team di controllo del volo sullo stato corrente dei sistemi e delle operazioni. Incidentalmente, ho appreso che i più recenti calcoli balistici hanno spostato l’orario di lancio in avanti per noi. Non un grande cambiamento, solo un paio di minuti. Così, il nostro nuovo orario di lancio è alle 21:01:13 GMT [ora di Greenwich, le 22:01:13 ora italiana—N.d.T.] del 23 novembre.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/10/22/l-32-passati-2-esami-vado-nello-spazio-2-minut...

L-28: Essere umani nel segmento russo della ISS
INVIATO IL 22 OTTOBRE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 26 ottobre 2014—Giovedì e venerdì Terry, Anton e io abbiamo avuto la nostra ultimissima sessione nei mockup del segmento russo e nel simulatore Soyuz, rispettivamente.

Ci torneremo un’altra volta la settimana prossima per gli esami finali. Che ci crediate o no, domani inizieremo la nostra ultima settimana di addestramento.

L’esame sul segmento russo sarà il primo, giovedì. Ne ho parlato qui, quando abbiamo sostenuto l’esame come equipaggio di backup a maggio.

Ciò che è cambiato da allora è che Terry e io ci presenteremo davanti alla commissione al mattino, prendremo la busta con gli scenari e poi… faremo una pausa. È proprio così, raggiungeremo Anton nel pomeriggio per 4 ore, invece di partecipare per le 8 ore piene. È un riconoscimento del fatto che, sulla Stazione, sono in realtà i cosmonauti che lavorano nei segmenti russi, e i non russi fanno solo operazioni molto di base. O, naturalmente, le risposte alle emergenze.

Le operazioni di base comprendono, per esempio, usare il sistema di comunicazione, che è un po’ più complicato nel segmento russo, perché ci sono più opzioni di comunicazione e l’equipaggio esegue in realtà la maggior parte delle riconfigurazioni. Quando la ISS passa sopra le stazioni di terra russe, dobbiamo usare i trasmettitori e i ricevitori del segmento russo. Altrimenti, colleghiamo il sistema audio del segmento russo al segmento USOS e usiamo i canali in banda Ku o S di quest’ultimo: la voce viene poi trasmessa al Centro di Controllo di Mosca attraverso Houston (e viceversa). Visto che i passaggi VHF russi sono pochi e non molto lunghi, abbiamo tipicamente un canale Space-To-Ground [dallo spazio a terra—N.d.T.] in banda S dedicato alla comunicazione russa. Ci sono altri tre canali che possono essere usati per la comunicazione con Houston, Monaco, Tsukuba e Huntsville. A volte uno di quei canali verrà “reso privato”, per esempio per i consulti medici settimanali con il nostro medico di volo o per le conferenze settimanali con le nostre famiglie. “Reso privato” riguarda in realtà la terra: chiunque sarebbe potenzialmente in grado di ascoltare sulla Stazione da un altro modulo. Eccetto che questo sarebbe un caso estremamente brutto di galateo spaziale!

Altre operazioni di base che dobbiamo essere in grado di compiere nel segmento russo sono legate all’essere semplicemente umani: usare la toilette, prendere dell’acqua, preparare il cibo. La maggior parte delle razioni russe sono in scatolette, che devono essere soltanto riscaldate. I succhi di frutta, il té e il caffè, così come le minestre, sono invece disidratati, così dobbiamo aggiungere dell’acqua. Ciò che sto tenendo in mano nella foto è del pane: è preparato in cubetti che potete mettere in bocca interi, così non si creano briciole! E ci sono delle piccole fessure nello scaldino elettrico predisposte per quei pacchetti di pane, in modo che possiate scaldarli insieme con le vostre scatolette di cibo: certamente non il vostro pane fresco cotto dal forno della panetteria, ma non è male per una cambusa spaziale!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/10/22/l-28-essere-umani-nel-segmento-ru...

L-25: Fare bene i bagagli, e perché le orbite non sono tutte uguali
INVIATO IL 29 OTTOBRE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 29 ottobre 2014—Siamo a metà della nostra settimana di esami! La giornata di oggi è dedicata a preparare le nostre imminenti simulazioni finali: sul segmento russo domani e sulla Soyuz venerdì. Non riesco a credere che fra poco più di due giorni avremo completamente finito!

Nel frattempo, lunedì Terry, Anton e io abbiamo passato il nostro esame sul programma di volo Soyuz. Uno specialista è venuto dal Controllo Missione di Mosca per torchiarci sulla nostra conoscenza delle procedure: cosa accade quando, cosa facciamo se questo o quello va storto e non possiamo procedere con il piano nominale… cose del genere.

Per esempio, un distacco nominale è sempre programmato per l’orbita 15 per atterrare in Kazakistan all’orbita 1 del giorno seguente. Ma se ci troviamo in ritardo per qualsiasi ragione, possiamo ancora atterrare in Kazakistan nelle due orbite successive, la numero 2 e la numero 3.

Ok, Ok… cosa significa? Beh, la ISS completa un’orbita ogni 93 minuti (approssimativamente), il che significa che ci sono circa 15,5 orbite al giorno. Abbiamo una numerazione convenzionale di quelle orbite, dall’orbita 1 all’orbita 15 (per lo più) o 16 (una volta ogni tanto, per recuperare). Visto che la Terra ruota verso Est sotto la ISS, la traccia al suolo dell’orbita si sposta verso Ovest. Così, diciamo che state passando sopra la vostra città alle 7 del mattino; dopo un’orbita, alle 8:33, non passerete più sopra la vostra città, perché nel frattempo si è spostata verso Est! Di quanto? Grossomodo 23 gradi di longitudine. Potete farvi un’idea dall’illustrazione, che ho preso da ISS-Tracker (www.isstracker.com).

Tutto questo per dire che, se volete atterrare in Kazakistan, dovete programmare di scendere nelle orbite 1, 2 o 3: nell’orbita 4 il Kazakistan sarà già troppo troppo lontano a Est e, avete indovinato, dovrete aspettare fino all’orbita 1, 2 o 3 del giorno seguente. Fra l’altro, centrare il Kazakistan non è considerato un atterraggio di precisione: la nazione è grande circa come l’Europa! Per assicurarci che ci sarà un team di soccorso ad aspettarci al sito di atterraggio, dobbiamo fare un bel po’ meglio. C’è molto che entra in gioco, a partire da un’accensione di deorbitazione in un momento molto preciso.

Gli aggiustamenti fini vengono fatti dopo il rientro atmosferico: il computer ci fa volare su una traiettoria per portarci al punto di apertura nominale del paracadute. Per essere in grado di calcolare le azioni corrette da inserire nei comandi, deve conoscere il centro di massa del veicolo: ecco perché caricare del materiale cargo da riportare è tanto importante. Così importante che lunedì abbiamo avuto una lezione apposita su questo.

Allora, avanziamo velocemente fino alla prossima primavera: circa due settimane prima dell’atterraggio, riceveremo un radiogramma molto lungo (quelle sono le istruzioni russe) con tutti i dettagli su come stivare il cargo da riportare, così il centro di massa del veicolo sarà ben noto!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/10/29/l-25-bene-i-bagagli-perche-orbite-non-tutte...

L-21: Esami passati, e lanciamo ancora il 23 novembre!
INVIATO IL 2 NOVEMBRE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 2 novembre 2014—Esami terminati! Anton, Terry e io abbiamo completato il nostro esame finale venerdì e poi Anton ha diligentemente presieduto i festeggiamenti in stile russo, che sono iniziati con una serie formale di brindisi e poi si sono trasferiti in un luogo diverso per altre feste fino a notte fonda. Per combinazione è stata anche la notte di Halloween e Sasha, la nostra istruttrice di attracco manuale, ha perfino intagliato una zucca “42” come regalo per noi!

Così siamo pronti a incontrare la nostra astronave a Baikonur il 12 novembre, dopo un periodo di riposo qui a Star City e la tradizionale visita alla tomba di Gagarin sulla Piazza Rossa la settimana prossima.

Tutto sta andando secondo i piani. Visto che molti lo stanno chiedendo: la nostra partenza per la ISS non è in alcun modo influenzata dall’incidente dell’Antares all’inizio di questa settimana, che ha portato alla perdita del veicolo di rifornimento Cygnus. È stata naturalmente una grande sfortuna e un promemoria che il volo spaziale è una faccenda difficile e rischiosa, ma non ci sono state vittime e il cargo può essere sostituito, grazie alla catena logistica robusta e altamente ridondante della Stazione Spaziale. Così, come ci piace dire nella Expedition 42, Niente Panico!

Fra l’altro, l’incidente è stato anche un’opportunità per me di farmi ricordare, ancora una volta, l’incredbilie dedizione e professionalità dei team per il volo spaziale intorno al mondo: quando mi sono svegliata con queste notizie a Star City, mi sono immediatamente chiesta quale sarebbe stato l’impatto. Ma mi è bastato guardare la mia casella di posta elettronica: c’erano già molte mail e molte altre sarebbero arrivate nel corso della giornata, spiegandoci dettagliatamente cosa era andato perso, quali potrebbero essere le conseguenze, e in molti casi perfino cosa avrebbe potuto prevedere il piano di recupero. È stato semplicemente straordinario vedere tutti i team reagire così in fretta e assicurarsi di tererci informati e rassicurarci.

Una delle persone che si è messa immediatamente in contatto con me è stato il mio Direttore di Missione ESA, Alex Nitsch, che è la persona in ultima analisi responsabile degli obiettivi della missione ESA, in particolare le operazioni scientifiche in Columbus. In questo guest post sul blog di Blue Dot potete vedere il suo punto di vista sul “giorno dopo”.

Questo potrebbe non essere ovvio ma, come potete vedere dalle parole di Alex, una delle preoccupazioni più immediate è ridefinire le priorità e, conseguentemente, ricostruire il programma dell’equipaggio. L’equipaggio ha avuto un normale fine settimana fuori servizio invece di catturare e ormeggiare Cygnus e, quando domani inizierà la settimana lavorativa, passeranno a una nuova sequenza di attività. La ripianificazione dell’ultimo minuto non è un compito facile e sono sicura che molte persone ci stanno lavorando di sera e di notte: c’è sempre molto da fare a bordo, così non è certamente una questione di trovare delle cose da fare, ma devono essere considerati tutti i vincoli e le interdipendenze!

Inoltre, assicuratevi di leggere le parole di Alex sulla “coreografia della spazzatura e dello stivaggio”: non è la prima cosa a cui avreste pensato, eh?

Per quanto riguarda il “mio” bagaglio, non c’era nulla di troppo personale nel Cygnus. La piccola scatola che ho potuto riempire di cose personali, come calzini in più e alcune dotazioni per la comunicazione pubblica, sono già sulla ISS: il mio collega astronauta Alex ha perfino mandato una foto del materiale dall’orbita per rassicurarmi! E i ricordi che mi sono stati affidati in custodia dagli amici e familiari voleranno con me nella Soyuz. Cygnus trasportava effettivamente vestiti per noi per la parte finale della missione, ma c’è tempo per rimpiazzare quelle cose (e abbiamo perfino vestiti di riserva in orbita giusto in caso). Tutti i miei contenitori di cibo bonus (9 scatole) sono anche già in orbita e, per quanto riguarda il normale cibo della ISS, ci sono scorte per diversi mesi già stivate sulla Stazione!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/11/02/l-21-esami-passati-lanciamo-23-n...

L-18: Ripensando agli esami Soyuz della settimana scorsa
INVIATO IL 5 NOVEMBRE 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 5 novembre 2014—Come sapete, la settimana scorsa Terry, Anton e io abbiamo passato i nostri esami finali. Quello veramente grosso, naturalmente, è l’esame Soyuz di un giorno intero, dove simuliamo ogni cosa dal lancio al rientro. Ho parlato di come funziona tutto questo quando ho sostenuto l’esame come equipaggio di backup.

In quell’occasione, quando è arrivato il momento di scegliere una delle cinque buste con gli scenari d’esame, ci è capitato di prendere lo scenario più difficile (e fisicamente più scomodo), quello con l’incendio. Visto che abbiamo preso quello, non è stato più disponibile alla scelta per l’equipaggio primario il giorno seguente.

Questa volta, il nostro equipaggio di backup ci ha fatto lo stesso favore: hanno dovuto affrontare lo scenario dell’incendio nel loro esame di giovedì, così, quando ci siamo presentati venerdì per scegliere fra le quattro buste rimanenti, sapevamo almeno che non ci sarebbe toccato ancora l’incendio!

La nostra prima avaria si è verificata dopo l’inserimento: si è guastata una valvola di un sistema di controllo termico, così per il resto della simulazione abbiamo dovuto controllare la temperatura manualmente accendendo e spegnendo la pompa che fa circolare l’acqua verso i radiatori.

Il nostro sistema di rimozione della CO2 nel modulo orbitale ha anche avuto un problema minore: si è guastato il motore della ventola principale e il passaggio automatico al motore di backup non è avvenuto, così ci siamo dovuti prendere cura manualmente anche di quello.

Poi c’è stato un guasto al computer prima dell’attracco, a un paio di km dalla Stazione, e Anton ha dovuto pilotare manualmente l’avvicinamento da lì. Come potreste ricordare, facciamo un bel po’ di pratica in proposito e c’è perfino un esame separato per quello.

Dopo la pausa del lancio è arrivato il momento di simulare il distacco e la discesa. Abbiamo potuto ritenere che il computer principale fosse di nuovo in funzione a questo punto e abbiamo eseguito un distacco nominale, dopo il quale ci siamo resi conto che uno dei serbatoi di ossigeno, quello situato nel modulo di discesa, stava perdendo riversando ossigeno nella cabina. È una situazione pericolosa perché non vogliamo che la percentuale di ossigeno superi il 40%, che è considerato un rischio di incendio. Così abbiamo chiuso una valvola per isolare quel serbatoio. Fino alla separazione, ci sono in ogni caso quattro altri serbatoi di ossigeno nel modulo di servizio e, dopo la separazione, avevamo abbastanza ossigeno in cabina per respirare fino all’atterraggio, così non c’è stato bisogno di aprire la valvola (se non ricordate cos’è la separazione, l’ho spiegato qui).

Ma abbiamo dovuto riaprire comunque la valvola dopo che lo scudo termico è stato espulso: ciò accade a circa 5 km di altitudine, ben dopo l’apertura del paracadute. Una volta che lo scudo termico non c’è più, viene inviato un comando per aprire due valvole ridondanti (sulle quali non abbiamo alcun controllo manuale) che permettono all’ossigeno rimanente nel modulo di discesa di essere scaricato. Sarebbe piuttosto pericoloso avere il serbatoio pieno di ossigeno all’atterraggio, così abbiamo dovuto ricordare di aprire anche la valvola manuale, per fare in modo che avvenisse lo svuotamento.

Nel mezzo abbiamo avuto un altro paio di guasti, naturalmente. Il motore principale ci si è guastato a metà dell’accensione di deorbitazione, e un convertitore di segnale nel sistema di controllo del rientro non ha funzionato, lasciandoci senza giroscopio e sensore di rateo: l’unica soluzione, passare al rientro balistico. Nemmeno il sistema di rientro balistico “primario”, ma uno di backup, che utilizza il suo specifico sensore di rateo di backup.

La Soyuz ha effettivamente molte opzioni per passare a una modalità di rientro alternativa meno preferibile in seguito a ogni sorta di avaria: in un modo o nell’altro, vi porta a casa!

Foto credit: GCTC

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/11/05/l-18-ripensando-agli-esami-soyuz-settimana...

Riporto dalla pagina ESA:

"Nella notte tra il 23 e il 24 novembre prossimo, Samantha Cristoforetti sarà la prima astronauta italiana che partirà alla volta dello spazio.
Dopo un lungo addestramento superato con successo, la Cristoforetti trascorrerà sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale nella missione "Futura", la seconda di lunga durata dell'Agenzia spaziale italiana e l’ottava per un astronauta dell’agenzia spaziale europea.
In questa intervista per la rubrica ‪#‎Farnesina‬, l'astronauta si racconta e spiega la scelta di dedicare la sua missione al tema della nutrizione."



L’equipaggio della Soyuz TMA-15M si prepara al decollo
INVIATO IL 18 NOVEMBRE 2014 DA FILIPPO MAGNI



L’equipaggio della Soyuz TMA-15M, composto da Samantha Cristoforetti, Terry Virts (NASA) e dal comandante Anton Shkaplerov (RKA), si trova a Baikonur da martedì 11 novembre dove si sta preparando al lancio che darà inizio alla missione di sei mesi a bordo della ISS.
L’equipaggio di backup, composto da Oleg Kononenko, Kimiya Yui e Kjell Lindgren, è arrivato in Kazakistan con un giorno di ritardo a causa di un problema dell’aeroplano.

In una intervista rilasciata al podcast AstronautiCAST a diciotto giorni dal lancio, Samantha si è detta molto serena e pronta per il lancio:

«[Sto bene], sono molto serena, tranquilla, appagata e contenta. [Ho] Quel senso di tranquillità e di, non lo so… di gioia di essere nel posto dove vuoi essere, essendo pronta e avendo fatto tutto quello che dovevi fare, quindi… molto serena.»



Mercoledì scorso l’equipaggio ha fatto visita alla Soyuz negli stabilimenti di Energia, dove viene predisposta per il lancio. Lì i tre astronauti hanno potuto familiarizzare con la situazione che troveranno a bordo della capsula e hanno potuto prendere visione del materiale già caricato nel veicolo. Successivamente gli astronauti hanno avuto modo di indossare le tute Sokol per un test di tenuta. La Sokol, infatti, viene pressurizzata durante il lancio per salvaguardare l’astronauta in caso di una depressurizzazione della cabina. Indossate le tute, l’equipaggio è tornato sulla Soyuz per un test di ingresso e di comfort sui seggiolini. Approfittando del momento è stata eseguita una prova generale del lancio, una ultima simulazione di decollo e di ascesa, anche per testare a fondo il computer di bordo.

Durante il lancio Samantha siederà sulla sinistra, accanto al Comandante Anton, ecco come ha descritto il suo ruolo durante questa importantissima fase della missione:

«Io e il comandante lavoriamo molto in parallelo, insieme quindi ci controlliamo a vicenda, entrambi teniamo un po’ un occhio su tutto. Se vogliamo proprio andare a vedere da procedura quelle che sono le responsabilità del comandante e dell’ingegnere di bordo, Anton sicuramente è essenzialmente responsabile per tutte le parti dinamiche, l’accensione dei motori e l’orientamento corretto del veicolo in tutte le fasi di avvicinamento alla Stazione Spaziale; io, invece, sono principalmente responsabile di controllare che i sistemi di bordo funzionino correttamente. Quindi controllerò uno schermo informato dove ci sono tutti i parametri che vanno dai sistemi di supporto vitale al sistema dei motori. Tutti quanti i paramenti di bordo devono essere continuamente monitorati, specialmente quelli da cui dipende la nostra vita, se parliamo di supporto vitale, o comunque la possibilità di completare con successo la missione, se parliamo dei sistemi di gestione della navigazione.»

Dopo la vista dell’equipaggio, la Soyuz è stata trasportata in un edificio dove è stata riempita con circa 800 kg di propellente (tetraossido di azoto e dimetilidrazina asimmetrica) e con diversi gas necessari per pressurizzare i serbatoi (elio e azoto) e per respirare a bordo (azoto e ossigeno).
Venerdì, completato il rifornimento, la Soyuz è stata ispezionata ancora una volta, nel weekend è stata installata sull’adattatore che la connetterà al razzo Soyuz FG e inserita nel fairing che la proteggerà durante l’ascesa in orbita.
In settimana l’equipaggio potrà dare un ultimo sguardo alla Soyuz nella configurazione finale, completamente carica, prima che venga unita alla lanciatore Soyuz FG e trasportata al pad.



Nel frattempo l’equipaggio è entrato in quarantena (da mercoledì), ogni giorno viene monitorato accuratamente da una squadra di medici.
Nei giorni scorsi gli astronauti hanno partecipato alla tradizionale cerimonia dell’alzabandiera, oggi invece hanno preso parte alla cerimonia che prevede di piantare un alberello prima del lancio, come fece Yuri Gagarin nel 1961 e come da allora si è sempre fatto.

[IMG]http://i61.tinypic.com/o5ue07.jpg[/IMG]

[IMG]http://i58.tinypic.com/oau5p4.jpg[/IMG]

Ogni giorno ciascun astronauta trascorre un po’ di tempo su una branda inclinata per per prepararsi fisicamente alla condizione di assenza di peso. L’inclinazione permette di simulare in parte l’aumento della pressione sanguigna a livello del capo, condizione che si sperimenta non appena si arriva in orbita.
Gli astronauti hanno avuto modo di controllare il proprio piccolo bagaglio personale che verrà presto caricato sulla Soyuz e hanno potuto impratichirsi nuovamente con alcune procedure di emergenza e con della strumentazione di bordo (telefoni satellitari, telerilevatori laser ecc…).

Durante l’intervista di AstronautiCAST, Samantha ha anche avuto modo di commentare l’esplosione del razzo Antares avvenuta il 28 ottobre 2014, il fallimento, infatti, ha coinvolto in parte anche sua missione ed è stata necessaria una intensa attività di pianificazione delle attività da svolgere sulla ISS, Samantha in ogni caso non si è mostrata preoccupata:

«Beh, [a bordo] c’erano alcuni esperimenti, due dell’Agenzia Spaziale Italiana [ASI], però con un hardware relativamente limitato sia come volume, sia come peso e complessità, quindi credo che siamo sulla buona strada per poter mandare un hardware di rimpiazzo prossimamente, non dovremmo perdere molto da un punto di vista scientifico. C’erano naturalmente anche esperimenti dell’Agenzia Spaziale Europea [ESA] e della NASA. È chiaro che un cargo che va in fiamme, naturalmente ha degli impatti, ma non degli impatti catastrofici sul programma della Stazione Spaziale, [infatti] non c’erano pezzi di ricambio fondamentali per la vita della Stazione Spaziale [a bordo], c’erano però rifornimenti e approvvigionamenti per la vita dell’equipaggio, ma anche lì, niente di vitale o niente che non si possa rimpiazzare per tempo. Magari dovremo indossare i nostri vestiti per un po’ di tempo in più rispetto a quanto solitamente si fa prima di poterne prendere uno nuovo, insomma, tutto sommato cose abbastanza gestibili, nulla di catastrofico.»

Una volta in orbita il primo giorno sulla ISS sarà essenzialmente un giorno di ambientazione e di riposo per il nuovo equipaggio, Samantha ha infatti ricordato che:

«L’equipaggio che arriva solitamente ha un giorno libero, la tua prima attività è dormire e riposare, renderti un attimo conto di dove sei, sopratutto adesso con il fatto che c’è l’arrivo veloce, quindi dopo una giornata estremamente lunga arrivi sulla Stazione Spaziale stanchissima, magari stai anche male e, insomma, la prima giornata non pianificano proprio niente, se non orientamento.»

Samantha ha aggiunto poi che quando l’equipaggio arriva sulla stazione per i primi giorni sperimenta una forte sensazione di spaesamento, nonostante l’allenamento simuli in ogni particolare la vita a bordo, la realtà rimane sempre un po’ diversa:

«[I nostri colleghi] ci tenevano a preparaci psicologicamente al fatto che le prime settimane sarebbero state un continuo chiedere, un continuo dover fare affidamento all’equipaggio veterano, quindi [ci dicevano di] non avere l’aspettativa di arrivare ed essere immediatamente efficienti, pronti a partire al cento percento, [ma] arrivare [a bordo della ISS] con molta umiltà, consapevoli del fatto che siamo in un ambiente nuovo e che per quanto l’addestramento ti prepari non è la stessa cosa essere a bordo; è assolutamente naturale chiedere più volte la stessa cosa, perché all’inizio sono davvero tante le cose da imparare. Questa è la cosa che ci hanno tenuto veramente a farci capire in modo da non arrivare ed essere in un certo senso delusi dal fatto che non siamo immediatamente dei crew members efficienti al cento percento.»

Il decollo della Soyuz TMA-15M è programmato per domenica 23 novembre alle 22:01, il docking rapido dovrebbe avvenire sei ore dopo. Potete seguire tutti gli eventi del lancio in diretta con la diretta speciale di AstronatiCAST.

Potete trovare altre fotografie di questi ultimi giorni a Baikonur nell’album Flickr di Samantha:

articolo di: FILIPPO MAGNI

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/11/18/lequipaggio-soyuz-tma-15m-si-prepara-...

To be continued ! [SM=g3061197]


Se vuoi volare alto circondati di aquile non di polli !!!



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