Ho dato vita al fuoco in un ventoso imbrunire di inizio anno, spinta dal gelo che ha sfiorato candide montagne innevate per poi trovare la sua isola in questo paesaggio isolato dal resto del mondo, troppo lontano dal presente per lasciarsi vivere con i ritmi frenetici propri ad altri luoghi terrestri. Dicono che la nebbia qui si riveli coi primi raggi e che muoia solo tra le braccia del buoi. Non saprei dire con certezza ma il mio mondo è costruito nella pietra di questa casa, baciata dalle stagioni e dal tempo ed io custode del mio spirito non ho mai osato uscire da questo pianeta ospitale. Onde di luce si rivelano nei colori del rosso e del giallo tra le pupille stanche e il sentore di quercia e di alloro richiama il pensiero di boschi violati da braccia umane votate più alla sopravvivenza che alla poesia. Una, due lacrime, fumo negli occhi, atomi che si incontrano per generare cose, il calore firma il passaggio tra uno stato e l'altro mentre ipnotica cedo al sonno e al sogno..
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Io gli spazi vuoti li ho sempre riempiti di stelle. Forse anche con una nota ogni tanto e un sorriso.