24 HOURS ITALY COMICS

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ro-mario
00lunedì 3 ottobre 2005 10:52
ecco, voi fate finta di conoscere le persone di cui parlo, che sono tutti stimati professionisti dei fumetti... chè questo post è il resoconto che ho fatto per un altro forum di una manifestazione di cui magari non ve ne fotte nulla.... Ah! per Lisa: c'era anche Andrea Plazzi.....


panico: devo essere in stazione centrale a Milano alle 9,30 e parto dall'appartamento sopra gli uffici alle nove e cinque... sono una cinquantina di chilometri in autostrada, poi s'entra in Milano, si fa la Via Leoncavallo, Piazzale Loreto, Corso Buenos Aires, si svolta a destra e si è quasi arrivati.
So che ce la posso fare.
E poi: i treni puntuali non esistono... e quello di Tesla (una tizia di un altro forum) non può arrivare alle 9,30 preciso.
Infatti, nel preciso istante in cui l'orologio del mio telefono scandisce le noveemmezza, esso squilla: è Tesla. Non solo il suo treno è già arrivato, ma è fuori dalla stazione ad aspettarmi...
Vabbè: sono alle porte di Milano e, alla fine, arrivo con soli dieci minuti di ritardo. Dopo una telefonata surreale ("io sono di fronte al palazzo delle Assicurazioni Generali" "anch'io!" "ma dove cazzo sei????"), trovo Tesla. Ho bisogno di un caffè... anzi, no: facciamo cappuccio e brioche...
Saliamo in macchina e, finalmente, guardiamo la cartina... via Savona è più o meno dall'altra parte di Milano... però non conosco la strada...........
"E gira di qua", "no, dovevamo andare dall'altra parte", "questa strada non dovrebbe esistere"... passano così quasi quaranta minuti. Alla fine mi rendo conto che, stupidamente (ma c'ho la giustificazione, signora maestra! Erano le dieci di domenica mattina: a quell'ora dormo sempre), non mi ero reso conto che io, Via Savona, sapevo benissimo dov'era. Cazzo! c'è il cinema Mexico, dove fanno il Rocky Horror Picture Show tutti i venerdì..........
Ma ho il dubbio di essere andato fuori tema. Forse l'introduzione è un pò troppo lunga. Non temete: per pareggiare, parlerò poco della manifestazione
Sulla porta della Scuola del Fumetto c'è un interessante cartello con scritto "24 HIC" ed una freccia che ci manderebbe da un'altra parte. Ma io sono troppo furbo, e telefono a Faraci (che ci ha procurato gli inviti) per capire cosa cacchio dobbiamo fare. Viene fuori che bisognava suonare il campanello. (Forse, non sono furbo come mi credo.....).
Entriamo e vediamo uno stanzone con quattro/cinque disegnatori chinati su delle tavole. Riconosco Stefano Raffaele e Davide Toffolo. Andiamo a cercare Tito e sbagliamo strada... in una stanza attigua (ATTIGUA!!! bravo, mariulì!) intravvediamo un materasso appoggiato a terra. Inquietante.....
Allora, la ventiquattr'ore funziona così: ci sono una ventina di fumettisti che si prendono l'impegno di realizzare dal nulla una storia a fumetti di ventiquattro tavole in ventiquattr'ore. Dalle 14 del sabato alle 14 di domenica. Sapendo che la media di un disegnatore bonelli è di 10 tavole al mese, ci si rende subito conto della sfida immane che questi uomini si sono presi la briga di affrontare... Ognuno lavora per conto suo. Quindi, Cajelli deve realizzare testi ed anche i disegni della sua storia (i soggetti sono assolutamente liberi. Tutto è libero: formato, soggetto, colorazione, inchiostrazione, e Alfredo Castelli ne approfitterà per barare spudoratamente...). Diego è, insieme a Tito, l'unico sceneggiatore "puro" ad affrontare la sfida. (Castelli ha anni di esperienza con le sue strissie dell'Omino Bufo, e Recchioni non è solo un disegnatore, è un ottimo disegnatore). Purtroppo, non sono riuscito a leggere la storia di Tito (ma tra poco sarà su Internet), ma posso dirvi che ha barato anche lui.... si è portato da casa (oltre ad un disegno dei Fantastici Quattro realizzato da suo figlio) delle fotocopie con i contorni di due persone, sempre nella stessa inquadratura (adesso non mi ricordo se erano quattro o sei vignette per pagina...). E quindi, si è limitato (si fa per dire) a disegnare le espressioni dei personaggi ed a realizzare i dialoghi della sua storia.
Quando io e Tesla arriviamo, alcuni se ne sono già andati. Il record è di Lola Airaghi, che non si è nemmeno presentata (ma è più che giustificata... da quanto ne so io, potrebbe avere partorito proprio oggi). Al secondo posto, Alfredo Castelli, che in sole sei ore realizza la sua storia (che vorrebbe far passare per una storia di 37 tavole): "non mi sono preparato": un capolavoro d'umorismo! Ci sono Marty Bufo e Java Bufo, Tito Feroci e Enea Ribaldi, Rosenzweig che si versa l'inchiostro sulle tavole, una mezza polemica sul metafumetto (quello portato alla ribalta dalla Barbato con "oltre quella porta"... cito: "alle volte si ricorre la metafumetto per nascondere la mancanza di idee". Condivido assolutamente) e Tiziano Sclavi... Anche Riboldi deve aver finito davvero in fretta: le sue tavole sono bellissime, ma molto essenziali.
Reincontro Leomacs che, ai vecchi tempi in cui ero ancora giovane anche dentro, si faceva le fiere di Roma nello stand in parte al mio... per un fumetto che (sorpresa!) scriveva Recchioni. E' molto indietro con la storia... I ritardatari sono lui, Massimo Giacon, Maurizio Rosenzweig, Stefano Raffaele e Riccardo Burchielli.
Rosenzweig (che è un pazzo furioso. Sappiatelo!) ci chiede tre o quattro volte se noi abbiamo dormito. Invidia? Direi proprio di sì....
Iniziano a girare (e, quindi, si possono leggere) le prime storie. Quella di Roberto Recchioni ("cuore de Roma") è uno splendore... a colori e molto, molto pulp. Quella di Cajelli (che se n'era già andato da un pò...) è altrettanto bella. Siccome, però, Diego non sa disegnare, ha utilzzato delle fotocopie per realizzare una storia con molti richiami cinematografici, da Zelig (quello di Woody Allen, non il programma comico!) a Casablanca. Parla di un uomo che può cambiare aspetto a suo piacimento. Sua madre è diventata famosa per aver inventato la frase "ci sto dentro" (una trovata grandiosa, secondo me) e suo padre è un alieno che lo abbandona...
Riboldi realizza praticamente un cartone animato... le inquadrature sono proprio quelle. Davvero complimenti!
La storia di Carmine di Giandomenico non è un granchè (ma non è nemmeno brutta) a livello di trama, ma è disegnata in maniera spettacolare: utilizza addirittura lo scotch marrone, direttamente sui disegni!
Stefano Raffaele realizza un racconto molto fuori dall'ordinario, che parla di un vecchio che cerca di salvare le anime sole da un tizio preso paroparo dai cartoni animati di Go Nagai che non si capisce chi è. Per quanto possa sembrare assurdo, il vecchio potrebbe essere il nuovo anno e Mazinger (l'antagonista, che è un misto tra Mazinga ed alcuni dei cattivi di Go Nagai) quello vecchio. Ma potrebbe essere anche tutta un'altra cosa... disegni spettacolari, comunque!
Davide Toffolo prepara un simil spettacolo teatrale nonsense (che a me ha ricordato parecchio "aspettando godot"), con un'atmosfera che rimane impressa parecchio...
Maurizio Rosenzweig non disegna un racconto, ma una serie di ventiquattro sketch di una tavola l'uno. Semplicemente esilaranti... ci stanno Barbapapà, Ralph Supermaxieroe, Kermit e Fozzie Bear dei Muppett, Peter Lorre e un sacco di altre cose. Premio speciale da parte mia per il titolo di una tavola: "Dalle fighe vogliamo la figa". Lascio alla vostra immaginazione l'argomento di tale raffinata storiella......
Mentre Maurizio disegna, abbiamo la prova della preparazione kulturale di Recchioni: sa come vanno a finire i telefilm degli anni '80... (però, di Ralph Supermaxieroe si ricorda solo che, nella puntata finale di una delle serie, recupera il manuale di istruzioni del suo costume quando è rimpicciolito alle dimensioni di un granello di sabbia. Lo appoggia per terra e torna normale... lui: il manuale, invece, è restato piccolissimo ed è nuovamente perso....).
Leomacs e Burchielli, quando siamo arrivati io e Tesla, erano a pari passo. Ma Leo ha ingranato la quinta ed ha superato ampiamente Burchielli, che Recchioni ha preso in giro sino alla fine (e oltre): "questa è una gara dove non ci sono vincitori, ma solo un vinto: Riccardo Burchielli!". Inoltre, Robbe ha guadagnato un sacco di punti con la battuta: "sfilata a due! dai, fagli la sciamano!", da Zoolander[SM=g27837] ). Alla fine irride "l'avversario", consegnando la storia a due minuti dalla scadenza delle ventiquattr'ore e prendendosi persino il lusso di cancellare il lettering fatto precedentemente a matita. Burchielli finisce con quaranta minuti di ritardo sul termine di consegna (bella anche la sua storia, realizzata con pennellate di nero e pennarellate grigie, che riprende (ma forse lo fa senza saperlo) sotto certi versi un episodio della prima serie di "ai confini della realtà"), ma non è l'ultimo...
Per ultimo arriva Massimo Giacon (che ha realizzato delle tavole stre-pi-to-se!!!), ma nessuno lo prende in giro, lui... perché, come dice Recchioni: "Giacon è un artista ed un professionista vero"...
In definitiva... non ho letto tutte le storie, ma la migliore (ad una prima lettura) è stata quella di Castelli. Tutte le altre, comunque, sono molto più che semplicemente godibili. Davvero una gran bella manifestazione. Complimenti a chi l'ha organizzata!
Saluti di rito (e saluti di Tito...) e tutti a casetta, a guadagnare il letto ed un sudato riposo....


aneddoto di Castelli:
quando vado alla toilette in un ristorante, per prima cosa controllo che funzioni la serratura...
E' dovuto ad un trauma di qualche anno fa: ero al ristorante con Tiziano Sclavi e vado in bagno.
Chiudo la porta e sento il tipico rumore di una molla che salta: sono chiuso all'interno. Il bagno era al piano di sotto, dove non c'era nessuno. Ma non mi preoccupo: sono con Tiziano che, non vedendomi arrivare dopo un pò, verrà a cercarmi. Invece, niente... passano cinque, dieci minuti... sento un rumore: c'è qualcuno! chiedo aiuto e lui mi risponde in giapponese... allora chiedo aiuto in inglese, e lui non mi risponde più... dopo qualche secondo sento un'altra voce che mi parla in inglese. Io gli rispondo, ci diciamo qualcosa finché lui non sbotta: "ma proprio a me doveva capitare un inglese chiuso nel cesso!". Allora gli dico che io non sono inglese, ma italiano... e lui fa: "e allora perché parla in inglese?" "perché prima c'era un giapponese"[SM=g27837] .
Sclavi non si era mosso perché era terrorizzato.......
KUBIK
00lunedì 3 ottobre 2005 12:24
Demodè!
Si, demodè, nemmeno Gian oramai scrive post così lunghi...comunque l'ho letto (quasi) tutto...interessante, solo una cosa non ho capito: perchè l'hai postato su "che cosa mi sono perso" anzichè su "recensioni", visto che non te lo sei perso? Credi forse di essere Riffit? [SM=g27828]
Bello, l'intrigo dell'inglese (!) chiuso nel cesso...
qb
ro-mario
00lunedì 3 ottobre 2005 13:39
ehh!
lo so, che il post perde moltissimo, per i non appassionati di fumetti...
però, il racconto mi sembrava comunque gustoso... eppoi, mi son detto: li avverto, chè al massimo non se lo leggono...
per l'aneddoto: appena il fumetto verrà pubblicato su Internet, cercherò di postarvi almeno quelle pagine lì: un segno molto essenziale (come quello di uno che non è capace di disegnare), ma un umorismo davvero grandioso....... (chè, raccontato da me, l'aneddoto ci perde parecchio)
ro-mario
00lunedì 3 ottobre 2005 13:41
p.s.:
l'ho scritto in "cosa mi sono perso" perché io l'ho sempre intesa come una sezione in cui postare commenti su concerti, manifestazioni ed altro che gli altri si sono persi... eddaltr'onde: come potrei raccontare qualcosa che non ho visto?
KUBIK
00lunedì 3 ottobre 2005 14:05
Cavolo...
...mi sa che hai ragione Tu, ma allora la sezione "recensioni" a cosa serve? Magari si poteva chiamare "Cosa c'è mancato un pelo che mi perdessi?"
qb
ro-mario
00lunedì 3 ottobre 2005 16:02
io, nella sezione recensioni, ci ho sempre messo le recensioni di dischi e di film...
gli "spettacoli dal vivo" o simili, invece, nel "cosa mi sono perso".
KUBIK
00lunedì 3 ottobre 2005 16:32
Che rigore!
qb
riffit
00lunedì 3 ottobre 2005 19:31
chissa' perche' a me viene in mente un altro nostro grande amico il Giorgio cose gia'sentite?
Questa e' l'ultima intervista rilasciata da Frank prima di morire alla rivista Pulse


FRANK ZAPPA - PULSE! (1993)

Questa che segue è un'intervista che Frank Zappa ha rilasciato nell'aprile del 1993 al giornalista americano Dan Ouellette e pubblicata dalla rivista PULSE! nell'agosto dello stesso anno.
Dovrebbe essere, di conseguenza, l'ultima intervista in assoluto che Zappa ha concesso. L'inizio dell'intervista è dedicato alla rivolta nera di LosAngeles del 1992, paragonata inevitabilmente a quella di Watts del '65...

e'Aprile, e Los Angeles sta aspettando nervosamente il risultato del secondo processo a Rodney King. Una macchina si dirige verso la casa di Frank Zappa a Laurel Canyon lasciando uscire le note della canzone "Trouble Every Day" dal primo album delle Mothers Of Invention, Freak Out!. Scritta da Zappa nel '65, mentre la rivolta di Watts stava andando fuori controllo, la canzone è ancora attuale quasi trent'anni dopo, mentre la città sta di nuovo preparandosi al peggio. Con un'armonica lamentosa e un basso scompigliato in sottofondo, le parole rotolano giù sinistre e profetiche:
In tutta la nazione è la stessa storia
Discriminazione bianchi-neri
...e tutta la stupidità di massa
Che sembra crescere ogni giorno
Ogni volta che senti un imbecille che dice
che vuole venire a farti fuori
Per il colore della tua pelle
Semplicemente non dargli retta
Non importa se è bianco o nero
Stanotte è uscito soltanto alla ricerca di sangue...
Perché la canzone è ancora così straordinariamente attuale?

Il 52enne, irascibile e iconoclasta, Frank Zappa, che ha sorpassato la maggior parte dei suoi colleghi grazie al suo interessamento instancabile sia alla critica sociale che alla musica coraggiosa, affronta la domanda con compostezza. "Non è cambiato niente. Abbiamo lo stesso odio razziale, la stessa mancanza di volontà di affrontare le cause dell'inquietudine razziale. Abbiamo avuto anni per esaminare la cause della rivolta di Watts, ma nessuno ha fatto nulla. Ci furono studi e relazioni e conclusioni, così come ci sono stati studi, relazioni e conclusioni sulla rivolta dell'anno scorso. C'è un certo tipo di comportamento che hanno gli adolescenti americani, che non è migliorato affatto rispetto agli anni '60. Gli scienziati credono che l'universo sia fatto di idrogeno perché dicono che è l'elemento più diffuso, lo dico che l'elemento più diffuso in assoluto è la stupidità."
Questo è l'inizio di una chiacchierata di 90 minuti su politica e musica, intervista che si svolge nella leggendaria, buia, ma comoda stanza del musicista rock/doo-wop /jazz/ pop/ avantguarde e classico contemporaneo.
Una stanza con uno schermo televisivo e pile e pile di videocassette, tante da riempire un muro intero. Zappa, vestito casual in tuta blu, T-shirt turchese e maglione largo grigio, è vispo, partecipe alla conversazione che dirige senza sforzo tra musica e politica. Durante il resto del pomeriggio ci sono momenti in cui Zappa, coi capelli neri striati di grigio e legati a coda di cavallo, appare completamente esausto, una conseguenza della sua lotta contro il cancro alla prostata. Ma quando la conversazione decolla su un altro argomento di musica e/o politica sul quale ha qualcosa da dire, Zappa ringiovanisce di colpo. "Non aveva nessuna intenzione di scrivere musica rock" dice "Avevo sempre voluto comporre musica più seria e sentirla eseguita in sala da concerto, ma non conoscevo nessuno che la volesse suonare. Così immaginai che l'unico modo per far ascoltare le mie composizioni fosse quello di formare una band rock. Ecco come ho iniziato. "
II suo progetto a lungo termine ha poi avuto un successo notevole - la sua lista di riconoscimenti ufficiali sembra infinita: il famoso direttore d'orchestra Kent Magano lo definisce "un genio". Ha vinto un Grammy nel 1987 per il suo album elettronico Jazz From Hell, ed è stato scelto per eseguire il più famoso e controverso spartito di John Cage (4'33") che farà parte dell'imminente disco-tributo a Cage, A Chance Operation. I suoi lavori sono stati eseguiti da numerose orchestre stimate; Pierre Boulez gli commissionò degli spartiti sinfonici che apparvero in seguito sull'album Thè Perfect Stranger: Boulez conducts Zappa; l'orchestra europea di musica contemporanea Ensemble Modern gli ha proposto di mettere insieme un numero di sue composizioni sufficienti per farne un concerto orchestrale per il Festival di Francoforte dello scorso anno, il prestigioso Centro Lincoln di New York ha presentato una serata di musica seria di Zappa nell'ambito "Great Perfomers".
Perfino il creatore dei Simpsons, Matt Groening ha affermato: "Frank è il mio Elvis". Non male per un tipo che iniziò la sua carriera musicale come batterista in un gruppo r&b di San Diego chiamato Thè Ramblers nel 1956 ("Suonai uno o due concerti con loro, ma non ero molto in gamba così mi licenziarono"), un tipo che registrava parodie e versioni strumentali di canzoni doo-wop a Cucamonga, California e le vendeva alle case discografiche come la Original Sound di Los Angeles nei primi anni ‘60, e che spostò la sua azione nell'ambito della musica rock più sperimentale e stravagante di fine sixties con la sua band seminale di degenerati e freaks, gli inimitabili Mothers Of Invention. I suoi anni di formazione come musicista furono quelli in cui frequentava il liceo "Antelope Valley" a Lancaster, una remota cittadina nel Deserto del Mohave in California, che, a detta di Zappa, era una "terra desolata" dal punto di vista culturale. Fanatico di singoli r&b, del compositore Edgar Varèse e della musica classica dissonante del ventesimo secolo, Zappa suonava la batteria in una school-band dove gli permettevano anche di comporre e dirigere un pochino. Sempre lì si accorse di essere destinato a condurre un tipo di vita deviato rispetto alle norme americane. "Per esprimere la mia insoddisfazione, allora, non avevo sfoghi musicali. Ecco perché negli anni della scuola le cose andarono sempre peggio. L'unica ragione per cui iniziai ad esercitarmi come musicista fu questa: la scuola aveva bisogno di una banda per le partite di football. Era uno strumento per sostenere il programma sportivo della scuola. Non mi è mai piaciuto lo sport. Così guardai tutto quello e pensai che ci dovevano essere sicuramente programmi educativi che andassero oltre i nuovi caschi da football. Ciò mi fece davvero pensare: come fate a prendere questa roba sul serio?" Fortunatamente per Zappa, la sua dipendenza dalla banda non durò a lungo. "Mi buttarono fuori perché avevo fumato in uniforme", dice tirando una boccata da una delle innumerevoli Winston che avrebbe fumato per tutto il pomeriggio. "Dovevamo starcene seduti al gelo con quelle uniformi grigio/marroni indosso e suonare ogni volta che la nostra squadra faceva un touchdown. Così, durante una pausa, andai sotto le gradinate per farmi una fumatina. Fui beccato e mi fecero fuori. Non solo perché fumavo, ma perché fumavo in uniforme."
Quando intuì, il signor Zappa, che c'era un potenziale di satira da mettere nella musica? Ricorda: "Anche prima di avere quella meraviglisa band chiamata Mothers of Invention, Ray Collins ed io cazzeggiavamo nei dintorni di Pomona, facendo concerti con parodie delle canzoni folk. Cantavamo"P^ Thè Magie Dragon"' cambiando le parole in "Joe Thè Puny Greaser" ("Joe quello che ungeva i ragazzini" NdT), e suonavamo una versione perversa di "The Streets of Laredo", s/' intitolava "The Streets of Fontana". Non desideravamo avere alcun tipo d'impatto sul pubblico, lo facevamo solo per ridere, per divertirci. Se poi divertiva qualcun altro, meglio. Se no, non ce ne fregava niente, io non ho mai scritto nulla soltanto per avere impatto o influenza su qualcuno."
Zappa non si è reso conto dell'influenza che la sua musica ha avuto sia in America che all'estero. Ad esempio: i primi due dischi delle M.0.1., Freak out! e Absolutely Free. Il primo (un album che ispirò Paul McCartney per la realizzazione di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, e primo LP doppio della storia del rock) aiutò una intera generazione di capelloni, irriverenti e freaks a venire alla luce. Al di là della Cortina di Ferro, Absolutely Free si dimostrò ancora più influente. La canzone portante del disco, Plastic People, divenne un hit underground in Cecoslovacchia e agì da grido di protesta per le libertà civili.
Ancora oggi Zappa è sorpreso da tutto ciò. "Non avevo idea che quella canzone avesse avuto quell'impatto laggiù. L'album era stato contrabbandato l'anno dopo la sua pubblicazione. Dieci anni dopo scoprii quanto forte era diventata nel frattempo quella canzone. Stavamo girando dappertutto in Europa e c'erano dei Cecoslovacchi che avevano oltrepassato la frontiera austriaca per venire ad un nostro concerto a Vienna. Parlai con loro dopo lo show e mi dissero che "Plastic People" aveva in pratica unito un intero movimento dissidente in Cecoslovacchia. Fu uno shock per me scoprire che esisteva un gruppo chiamato Thè Plastic People Of Universe e che intorno a loro era cresciuto una specie di culto. Quella canzone in particolare è adatta agli Stati Uniti di oggi," dice indicando un poster dove c'è un Reagan cammuffato da Hitler e la scritta "Lui ha il diritto di fare tutto quello che loro vogliono". Zappa allora recita qualche verso della canzone: "Un giorno fatti un giro/Guarda i nazisti che comandano la tua città/ Poi va ' a casa e guardati un po'/Pensi che stiamo parlando di qualcun altro?" Si ferma per far gustare l'effetto dei versi, scrolla lentamente la testa disgustato e commenta: "Qui c'è stato un incredibile aumento di atteggiamenti razzisti e fascisti, e in molti casi aiutati dal Partito Repubblicano. La Convention del Partito Repubblicano della scorsa estate è stata semplicemente incredibile. Perfino la scenografia era da "riunione di Norimberga". Mercanti d'odio come Pat Buchanan e Pat Robertson e il resto dei delegati erano convinti di vincere di nuovo. Anche se Clinton e i suoi stessero semplicemente immobili per i prossimi quattro anni, farebbero meglio di quello che ha fatto nei quattro anni precedenti il Presidente Nerone, che è il modo in cui Dennis Miller chiama Bush."
Ma Zappa continua ad esprimere un'insoddisfazione anche per il nuovo presidente. "La cosa che mi è piaciuta meno da che Clinton è entrato in carica è stato quel suo divieto di fumare alla Casa bianca. Che cosa vuoi dire? E' un progetto sociale indetto dai Nazisti Della Salute della Casa Bianca contro quelli che adorano il tabacco. Io spero che la gente smetta presto con cazzate tipo "Vivrò-Per-Sempre" e che distrugga il mito creato da quel Generale Medico malvagio C.Everett Koop, l'amico di Reagan, che diceva che il fumo indiretto fosse la cosa più pericolosa che gli americani dovevano affrontare ogni giorno nella loro vita. Lo stesso tipo diceva che l'Aids ce l'avevano trasmesso delle scimmie verdi. Sono stato contento di sapere che quest'anno, per la prima volta in dodici anni, il numero di fumatori non sia diminuito. E' rimasto costante. Ora, se solo potessimo fare proseliti per l'uso del tabacco! A me piace il tabacco, mi è sempre piaciuto. C'è posto per il tabacco nell'esperienza alimentare umana. Come il vino. E' un'aggiunta appropriata al cibo." Diva, la figlia di Zappa, sui quattordici anni, rimbalza giù dalle scale, mette la testa nella stanza dove stiamo parlando e si annuncia con uno squillante "Ciao papa". E' la figlia più giovane di Gail e Frank. "Come sta la piccola Squeech?" chiede papa Zappa. "Squeech sta bene, ma non penso che si chiami così. Ma le puoi dare tutti i soprannomi che vuoi."
Diva saltella di nuovo su per le scale mentre Zappa spiega il loro dialogo. "Abbiamo una nuova gattinà. E' una gatta da spazzatura. E' adorabile. L'ho battezzata Squeech perché è il verso che fa. Diva voleva chiamarla Toaster (Tostapane, NdT), ma penso che abbia cambiato idea."
Squeech. Toaster. Nomi che potrebbero saltare fuori da una di quelle buffonesche canzoni zappiane che celebrano personaggi come Susanna Tutta Panna, Billy La Montagna, Emma Dalle Gambe Grosse e il Duca delle Prugne.
Quindi, qual è il processo creativo di Zappa il satirista, l'umorista? Richiama alla mente i vecchi tempi, quando scriveva un sacco di testi: "Scrivevo i testi mentre ero in viaggio, ero su un volo di ritorno dalla Germania quando mi venne in mente l'idea perla canzone "Dumb All Over". Scarabocchiai lì idee per tre pagine, sull'aereo. Non vedevo l'ora di essere nello studio a registrarla. Per "Inca Roads" accadde l'opposto. Prima mi venne la melodia. Trovare parole che andassero bene fu una sfida. Un sacco di canzoni vengono fuori da una o due parole. Senti un'espressione curiosa e via... Molti pezzi li ho basati sul folklore della band con la quale ero in tour. "Punky's Whips' è un esempio di situazione assurda basata su un fatto vero. Tutto quello che dovetti fare fu trovare un tipo di musica che mi drammatizzasse la storia."
La carriera di Zappa esplose alla metà degli anni sessanta in conseguenza di quella band selvaggiamente sperimentale e imprevedibile chiamata Mothers 0f Invention. Il Giorno della Mamma del 1964 fu coniato il nome The Mothers. Il gruppo era nato da un complesso da bar chiamato The Soul Giants, che aveva reclutato Zappa come chitarrista di riserva dopo che il vero chitarrista si prese a pugni con un altro membro della band. Poco dopo Zappa spinse per suonare materiale originale, e il seguito fu storia della musica. I primi "freak out" di Los Angeles, influenzati dal movimento intorno alle Mothers, resero le autorità nervose, così il gruppo si spostò a New York. Lì lavorarono al GarrickTheater in Bleeker Street come band abituale di improvvisazione, suonarono musica sperimentale con intermezzi satirici per mesi e mesi a volte con ospiti speciali, compreso Jimi Hendrix.
Ritornando a Los Angeles l'anno seguente, Zappa e i Mothers formarono il nucleo di una comunità musicale che Pamela Des Barres delle GTO così ricordava nel sampler della Rhino del 1991, Zapped: "In qualche modo, misteriosamente e misticamente, si formò una minuscola frattura nella facciata prefabbricata dello stile di vita americano, una frattura che permise all'ispirazione più vera e produttiva di trapelare, di infiltrarsi per un periodo di tempo infinitesimale; una goccia nel secchio che produsse un tonfo possente, lo sono fiera e orgogliosa di essere stata parte di una comunità di pazzia che tentò di scrollare e smuovere le fondamenta fittizie della normalità." Zappa riunì più gente bizzarra possibile e formò le proprie case discografiche (Bizzarre e Straight), con l'aiuto del suo allora manager Herb Cohen. Tra i protetti di Zappa c'erano Tim Buckiey, Tom Waits, le GTO (Jeff Beck e Rod Steward suonarono, senza apparire nelle note di copertina, nel loro disco di debutto prodotto da Zappa), Alice Cooper (si dice che sia stato proprio Zappa ad incoraggiarlo a vestirsi da donna) e quell'amico dei tempi della scuola, Don Van Vliet, alias il grande Captain Beefheart.
Beefheart Zappa se lo ricorda che portava tutti i suoi averi in una borsa di nylon (disegni, libri di poesia e sax soprano) e registrò il suo capolavoro dada Trout Mask Replica per la Straight nel 1967. Prodotto da Zappa come se si trattasse di uno studio antropologico sul campo nella casa di Beefheart, l'album fu giudicato dal giornalista rock Lester Bags "il lavoro musicale più inusuale e coraggioso dell'anno". Dopo aver passato diversi giorni usando un sistema a bobine portatile per registrare i vari strumenti nelle diverse camere della casa, Zappa dovette assecondare le richieste paranoiche di Van Vliet che il resto delle sedute avessero luogo in un vero studio, dove registrò tutte le parti vocali. Oltre che con Beefheart, Zappa ha lavorato con numerosi altri artisti, da L.Shankar a John Lennon e Yoko Ono.
Di tutte le collaborazioni e di tutte le tournées, quali lo rendono più orgoglioso? "Mi piace ascoltare certe registrazioni piuttosto che altre" dice. "Non sopporto l'ascolto di certi miei album classici perché ricordo le condizioni orribili nelle quali vennero registrati. Ascoltarli mi fa male. Ma quello che più mi piace non dipende dalla qualità della composizione, ma dai ricordi divertenti che gli sono legati. Sto pensando in modo particolare a certi show della band del 1984, che poi misi nella serie YCDTOSA. Ci facevamo un mucchio di risate. Per esempio, una sera a Seattle, nel bei mezzo del concerto, Ike Willis iniziò a fare un'imitazione del Lone Ranger, e si lasciò uscire di bocca "Hi, ho Silver!" Ancora non so cosa sia successo, ma scoppiavo a ridere ogni volta che lo diceva. Forse era stanchezza da tournée. Continuò a dirlo nei momenti meno appropriati. L'intero show fu straziato da scherzi sul Lone Ranger e da me che non ero più in grado di cantare le parole giuste. Quella sera mi sono divertito."
Zappa ha continuato a fare concerti fino al 1988, quando la band si autodistrusse prima di finire tutte le date americane già previste. Quel tour potrebbe essere l'ultimo in cui Zappa ha suonato la chitarra (e già...NdT). Attualmente Zappa tocca appena la sua chitarra (dice di non essere motivato), il che è sorprendente considerata la sua abilità allo strumento e considerato il fatto che ha pubblicato diversi album interessanti tutti centrati sulla chitarra. Un eroe della chitarra che raramente, forse mai, ha registrato un assolo banale; imparò da ragazzo sui violenti licks blues di giganti come Guitar Slim, Johnny "Guitar" Watson (che ha lavorato con Zappa negli anni "70) e Clarence "Gatemouth" Brown. Ma Zappa - che è stato affascinato e influenzato da compositori come Igor Stravinsky, Varèse, Boulez e John Cage, oltre ad aver fatto suonare alle sue band musiche di Bartòk, RaveI, Tchaikovsky e Stravinsky - si affretta a dire che in questo periodo scrive soprattutto composizioni sul suo Synclavier 9600, il computer campionatore che è installato nel suo studio, Utility Muffin Research Kitchen. E' qui che Zappa ha concepito il suo nuovissimo dissonante, bizzarro e incantevole lavoro orchestrale The Yellow Shark.
Eseguito in concerto dai 25 mèmbri del gruppo europeo di musica classica contemporanea Ensemble Modern, Thè Yellow Shark è una specie di suite di classici come "Dog Breath Variations" e "Be-Bop Tango" e nuovi lavori commissionati per l'occasione, "Get Whitey" e "None of the Above". L'Ensemble Modern e il suo direttore Peter Rundel hanno trascorso due settimane nel Joe's Garage Studio di Zappa nel 1991, a LA, provando i pezzi e poi altrettante, sotto la supervisione del compositore perfezionista, in vista della serie di 8 concerti a Francoforte, Berlino e Vienna. L'album rappresenta una raccolta delle migliori esecuzioni da quei concerti. Zappa, che ha diretto la rutilante "G-Spot Tornado" nell serata d'apertura, è felice dei risultati ma dice: "Fui in grado di assistere solo alla prima e alla terza esecuzione a Francoforte. Stetti male e dovetti tornare a casa. Se non fossi stato male, l'esperienza sarebbe stata stimolante. Sfortunatamente mi sentivo atrocemente a pezzi e potevo a malapena camminare, o stare in piedi sul palco, sedere eccetera. Non puoi divertirti quando stai male, e poco può fare l'entusiasmo del pubblico"
La risposta del pubblico alla notizia della malattia del musicista è stata enorme. Perfino Tipper Gore, la numero uno delle Madri della Prevenzione, quelle degli adesivi sui dischi e che Zappa aveva contestato con veemenza, lo ha contattato quando ha saputo che aveva un cancro. "I media amano dare l'illusione che Tipper Gore e io siamo nemici mortali. Non è vero. Mi ha mandato una lettera dolcissima quando ha saputo che stavo male, e mi ha fatto piacere." Recentemente un suo amico ha riferito alla stampa: "Frank non sarà fregato da una cosa stupida come un cancro!". Gli chiediamo cosa ne pensa. Sta in silenzio poi risponde sobriamente: "Beh, è una frase fottutamente ottimistica. Il cancro può fregarti. Ti può proprio fregare fino alla morte, io sto combattendo per la mia vita. E fino ad ora sto vincendo. " Ride e continua: "Sto andando meglio del previsto. Quando mi fu diagnosticato un cancro i dottori non mi diedero molto da vivere. Ma ho sorpreso tutti resistendo così a lungo."
II cancro alla prostata di Zappa fu trovato nel 1990, circa otto o dieci anni dopo che si era sviluppato. Fino a che non fu ad uno stato avanzato, fu considerato non operabile. Zappa è stato obbligato a sottoporsi a un'operazione alla vescica e a una terapia a base di radiazioni. E' reticente a parlare ancora della sua malattia, ma ammette; "sto facendo un mucchio di altre cose per curarmi". Lavorare sulla tua musica è una forma di terapia? "Non lo faccio per terapia" dice "Lo faccio perché è quello che ho sempre fatto. Che cosa mi proponi, in alternativa? O sto a letto o lavoro. Se hai uno studio e uno staff buono come il mio, e hai ancora idee musicali, allora vai a lavorare e lavori finché non puoi più farlo. Una volta ero un uccello notturno, ma ora mi metto a letto fin dalle sei o alle ette di sera. Ora mi è difficile lavorare per tutto il giorno. Mi sveglio alle 6:30 del mattino. Se ce la faccio a lavorare 12 ore, allora mi sento di stare facendo veramente qualcosa. Lo staff arriva circa alle 9:30, e questo mi da il tempo di lavorare un po' per conto mio prima di sedermi nello studio con loro per tutto il giorno."
La malattia di Zappa ha interrotto la sua breve ma molto seria campagna presidenziale e ha anche rallentato i suoi piani di sviluppo della sua "WHY NOT? INC.", un'impresa internazionale di consulenza pensata per creare legami fra il Blocco dell'Est e gli affari occidentali. "Fino alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, abbiamo speso 50 anni di soldi per la guerra fredda, convincendo gli americani che dovevamo combattere contro l'Impero del Male. Hey, sono stato in Russia cinque volte proprio mentre era all'apice della glasnost. Era un posto fottutamente disastroso. Non potevano nemmeno consegnare il latte. La CIA lo sapeva, ma perché non hanno mai detto che la guerra fredda non serviva e che non esisteva un pericolo russo? Se avessimo lavorato coi russi per sviluppare quello che sapevano, sarebbe stato un bene per tutti. I russi possono anche non avere soldi, ma hanno i cervelli. Con "Why Not?" l'idea era di lavorare con le cooperative di inventori, aiutandoli a brevettare le loro invenzioni nell'ambito dei processi industriali e della progettazione di impianti nell'Ovest. Quando mi sono ammalato ho dovuto chiudere questi progetti.
E' già abbastanza difficile viaggiare, e andare in Russia non è come andare in vacanza. Là ci sono condizioni tragiche. E' difficile trovare da mangiare, i trasporti sono un incubo e visto che non esiste una guida telefonica russa, è quasi impossibile mettersi in contatto con qualcuno a meno che non ti abbiano dato il numero in precedenza. " Ma secondo Zappa i suoi sforzi internazionali non sono sempre stati apprezzati dal governo degli Stati Uniti. "Ho un grande pubblico devoto oltre oceano, ma in questa nazione molta gente non sa nemmeno che esisto. Penso che abbia a che fare coi Repubblicani, che non sono mai stati tanto entusiasti della mia esistenza. Ho la sensazione di essere sul libro nero di questa nazione, "dice Zappa. "Qui la mia musica non viene trasmessa per radio. E le uniche volte che appaio in TV è quando vogliono un commento divertente su certe notizie."
Quando il commediografo ed ex-presidente ceco Vàclav HaveI voleva nominare Zappa "Ambasciatore Speciale della Cecoslovacchia" per quel che riguardava commercio, turismo e cultura, Zappa dovette cedere con riluttanza alle pressioni dell'amministrazione Bush di non accettare. “Anche se soffro il governo, " dice Zappa "non riesco ad immaginare una società effettivamente funzionante senza un apparato che la faccia funzionare, anche un apparato incompetente - perché la specie non si è evoluta al punto da poter badare a se stessa. Così io mi definisco un "conservatore pratico", che significa governo più snello e tasse più basse. Come definireste un sistema che punta a un governo più grande e a tasse più alte? Pazzia."
Per molti aspetti Zappa potrebbe essere una figura-modello per il mito americano dell'individuo. "...Non è completamente vero," dice Zappa. "Ho un mucchio di gente che mi aiuta a dire la mia. "Eppure già ai tempi pre-Mothers possedeva un suo studio di registrazione, lo Studio Z, dove fu registrato l'hit surf "Wipe Out". Nel 1989, la sua biografia, che doveva essere scritta da Peter Occhiogrosso, fu trasformata nell'interessante e divertente autobiografia The Real Frank Zappa Book, dopo che Zappa aveva definito lo stile di Occhiogrosso troppo piatto e mancante di acume zappiano. Oggi, Zappa, che ha pubblicato ben oltre 50 album, detiene i suoi diritti d'autore, registra sulla sua etichetta Barking Pumpkin, dirige una azienda di vendite per corrispondenza di video, dischi e altro, la Barfko-Swill e produce video con la Honker Video. Ha un accordo con la Rykodisc per la ristampa dei CD e ha frustrato gli sforzi dei bootleggers consentendo alla Rhino Records di pubblicare due serie di bootlegs autorizzati da lui stesso. Inoltre possiede la sua messaggeria hot-line, 818-PUMPKIN, per tenere aggiornati i suoi fans.
Zappa esercita anche un rigido controllo sulle esecuzioni del suo materiale orchestrale. "Resteresti sorpreso dal sapere quante orchestre e gruppi da camera di tutto il mondo suonano la mia musica ogni anno. ^cevo richieste per spartiti in continuazione. Ma non do mai il permesso quando mi accorgo che non ci sono soldi abbastanza per permettere un'adeguata attenzione alle prove. Preferisco che la mia musica non venga eseguita, piuttosto che venga eseguita sciattamente. " Richieste curiose? Zappa ride e dice che ne arrivano di continuo. "La più recente viene dalla Banda dei Marines del Presidente a Fairfax, Virginia. Vogliono suonare 'Dog Breath Variations". Sembra che un paio di sergenti d'artiglieria siano fans. Così gli abbiamo mandato la musica. Poi ce n'è una da un giovane regista dello stato di New York che vuole usare "Elvis Has Just Loft The Building" per concludere un documentario ironico sugli avvistamenti di Elvis di questi anni. "
Per il futuro, Zappa è impegnatissimo. Continua a scavare nel suo archivio video per ritrovare vecchio materiale. Ha appena pubblicato il cd Ahead of Their Time, un concerto dei Mothers del 1968, durante il quale 14 membri dell'Orchestra Sinfonica della BBC si unirono alla band per fornire l'accompagnamento musicale (scritto da Zappa) a uno show che i mèmbri delle Mothers recitavano sul palco Per il prossimo anno (il 1994 - NdT), Zappa promette un altro CD di materiale in studio inedito, chiamato Lost Episodes. Poi c'è un CD di musica per danza moderna chiamato Dance Me This al quale sta lavorando. Ma Zappa è soprattutto contento di un paio di progetti proposti da Andreas Molich-Zebhauser, il manager dell'Ensemble Modern, soltanto qualche giorno fa. "Andreas mi ha parlato di un'intervista che Edgar Varèse concesse una volta in cui diceva che aveva in mente un film che illustrasse il suo pezzo "Desert". Non lo sapevo. Varèse disse che le immagini non dovevano necessariamente avere relazione con la musica. Bene, l'Ensemble deve tenere un concerto a Colonia il 27 maggio 1994. Andreas ha pensato alla mia immensa banca dati di immagini video e mi ha commissionato un film di 22 minuti. L'altro progetto di cui si è parlato era per il maggio del 1995, quando l'Ensemble vorrebbe fare una serata dedicata ai miei lavori teatrali, tipo "Billy The Mountain" e "Brown Shoes Don't Make It", arrangiati per orchestra. Penso che potrebbero uscirne una serata e un CD divertenti. "
Dopo aver parlato 90 minuti, Zappa risponde all'ultima domanda. La tua musica, dopo un periodo di oltre 30 anni, è rimasta fresca, importante, coraggiosa e ai confini...a cosa pensi sia dovuta questa longevità artistica? Zappa ha opinioni forti su molti argomenti, ma ora mostra un raro momento di umiltà. "Non lo so come sia successo. Come ho fatto a sopravvivere? Immagino grazie al passaparola dei fans, ma non so. Sono stato fortunato. "
Cosi si chiude l'intervista, una intervista che lascia l'amaro in bocca, considerati i bellissimi progetti ai quali Zappa aveva accennato e che magari, verranno realizzati nonostante tutto. Ancora una volta la lucidità de/personaggio viene fuori in tutta la sua orgogliosa evidenza, e l'intervistatore ha forse detto una verità, paragonando Zappa al tipico americano individualista e fatto da sé. Una verità che Zappa però ha subito voluto negare, non certo felice di rientrare in una qualunque categoria di tipico americano".Restano aperti gli interrogativi sul film di "Desert" di Varèse e sulla serata del maggio 1995 dedicata alle composizioni teatrali di Zappa. Specie quest'ultima potrebbe essere l'occasione per ridare dignità a un genere zappiano troppo spesso considerato minore da sedicenti critici e da fans in malafede.

ro-mario
00martedì 4 ottobre 2005 10:15
per cubi:
eppoi sarei io, quello demodè...
letta tutta, comunque: bella!
MissElaiza
00mercoledì 5 ottobre 2005 19:21
io invece no
non l'ho letta, l'ho copiata e incollata perché sono ancora in ufficio e non ce la posso fare... caso mai nel week end [SM=g27825]

ma è successa una cosa buffa: da giorni non visualizzo il basito nasone, né da qui né da casa. Ma quando ho copincollato su word... pof! è comparso!

voglio vedere se poi la stampante lo stampa....

ciao a tutti

[SM=g27822]


PS sbaglio o io e qb abbiamo la stessa qualifica a 900 post di distanza? Cos'è, l'omino cantaforum si occupa di sbeffeggiare i rodopi e tralascia i mediani? [SM=g27820]

[Modificato da MissElaiza 05/10/2005 19.22]

ro-mario
00mercoledì 5 ottobre 2005 19:53
il nostro galvanico amministratore c'ha un talento naturale nel dileggiarsi nelle cose inutili....

p.s.: sbeffeggiare me?
ma vi sembra possibile?.....
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