Per le pari opportunità

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rekichan
00lunedì 1 giugno 2009 01:45

Probabilmente, questo sarà solo l’ennesimo post inutile per parlare dell’argomento.
Ciò nonostante, vi prego di dar voce anche voi a quest’iniziativa che, nel nostro piccolo, ci stiamo proponendo.
Immagino che la maggior parte degli utenti ignorino l’articolo 21 della Costituzione Italiana. A questo proposito, mi permetto di citarlo:

« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. »

Proprio in questi giorni, non una persona qualsiasi, ma il sindaco di Roma, sta calpestando questo sacrosanto diritto alla manifestazione:

«Non daremo il patrocinio al Gay Pride - ha detto Alemanno - così come non l’abbiamo dato l’anno scorso perchè lo consideriamo una manifestazione di tendenza. Ci sono molte richieste specifiche - ha spiegato - che possono essere condivise o non condivise. Faremo il possibile - ha continuato - perché si svolga in maniera tranquilla con tutto il supporto dei servizi comunali come per tutte le manifestazioni. Il patrocinio va dato quando non si tratta di manifestazioni di tendenza ma che danno voce a tutte le idee e i punti di vista e nel caso del Gay Pride non è così».

Per chi non lo sapesse, stiamo parlando del Gay Pride che dovrebbe tenersi a Roma il 13 Giugno 2009.

Non è la prima volta che capita un tale “non interventismo” da parte del governo sulla questione omosessuale. Basti pensare al Ministro delle Pari Opportunità (e sottolineo Pari Opportunità), Mara Carfagna, che ha definito la lotta all’omofobia “non prioritaria”. Talmente poco importante, che si è ben pensato di far sparire dal sito del Ministero la Commissione per i diritti e le pari opportunità delle persone GLBT (Gay Lesbo Bisex Transgrender) istituita dal precedente Ministro, Barbara Pollastrini.
Dal documento:

«La commissione fornisce consulenza e supporto tecnico-scientifico nell'elaborazione e nell'attuazione delle politiche per i diritti e le pari opportunità per lesbiche, gay, bisessuali e transgender. La commissione elabora proposte di provvedimenti da adottare al fine di rimuovere suddette cause di discriminazione ed ogni effetto pregiudizievole ed elabora studi e ricerche in materia.»

Secondo l’ufficio stampa del Ministero: «Quella commissione era il risultato di un decreto di Gabinetto, e non era prevista da nessuna disposizione normativa. Si era riunita una volta sola, ed è decaduta insieme al governo Prodi. Il ministro Carfagna non ha ritenuto di mantenerla.»

La suddetta commissione era stata creata nel tentativo di uniformare i Diritti di Gay e Lesbiche alla Comunità Europea, seguendo:

- La risoluzione: “Parificazione dei diritti di gay e lesbiche nella Comunità Europea” (Parlamento Europeo, 8 febbraio 1994)
- La raccomandazione dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa n. 1117 del 1989 sulla non discriminazione delle persone transessuali
- La risoluzione "Sulla parità di diritti per gli omosessuali nell'Unione Europea" adottata dal Parlamento europeo nella seduta 17 settembre 1998.


Ma, ovviamente, il tutto è finito nel dimenticatoio dopo la caduta del governo Prodi.

Ora, il Governo vuole toglierci anche il diritto a manifestare. E vuole togliercelo in modo infido, subdolo, in modo da salvarsi la faccia e poter dire: «Non è che non volevamo, ma…», così che tutto cada ancora una volta nell’ignoranza, nell’inedia e nel contentino che viene dato alla popolazione gay che è costretta a chinare la testa.
A questo proposito, mi permetto di riportare l’articolo steso da Rossana Praitano, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli:


“A quindici giorni dal RomaPride ancora non c’è un percorso per il tradizionale corteo.
Prima ci sono stati ben due dinieghi su due date, posti ormai da un mese dalla Questura, che hanno vietato l’arrivo in Piazza San Giovanni. Ci sono stati anche infruttuosi incontri con il Gabinetto del Sindaco Alemanno alla ricerca di una mediazione.
Quattro giorni fa il Circolo Mario Mieli, in qualità di organizzatore della manifestazione, ha presentato un’ ulteriore proposta in Questura, chiedendo l’identico percorso dell’anno scorso, con l’arrivo in Piazza Navona.Tale ultima proposta è stata fatta per assicurare comunque un degno percorso alla parata, pur rappresentando una dolorosa mediazione, nella consapevolezza di aver subito un torto con la negazione pretestuosa di San Giovanni.

Tutto tace.

Siamo in presenza di un’assurda corda di lana tra le Istituzioni, che rallentano colpevolmente l’organizzazione della manifestazione stessa.


Il Sindaco Alemanno dopo la buona gestione dell’evento della Champions League ha dichiarato che la città sta dando prova di successo e maturità in presenza dei grandi eventi che la coinvolgono in questo periodo. Nel caso del RomaPride invece registriamo un’incomprensibile incapacità a trovare una soluzione.

Pretendiamo un corteo autorizzato, degno di una manifestazione a carattere nazionale come il RomaPride, coerente con le esigenze, la portata e le modalità tecniche della manifestazione.

Nel frattempo ci stiamo rivolgendo a un pool di avvocati per tutelare le nostre ragioni riguardo all’intera vicenda.”


Penso non ci sia bisogno di sprecare altre parole.

Nel nostro piccolo, vorremmo creare una specie di catena. Abbiamo creato dei banner da inserire nelle firme dei forum, nei blog, nei siti personali, ecc… e che riportino al sito principale del gay pride. Per la precisione, alla pagina dove si trova questo articolo, in un blando tentativo di far venire alla luce il problema di fondo: ovvero, che i diritti di una minoranza non vengono né tutelati, né tanto meno rispettati.
Vi preghiamo, quindi – gay, lesbiche, bisex, transgrender o etero che siate – di aiutarci a diffondere questa voce.

Perché oggi possono essere i gay. Domani, però, potrebbe toccare ad altri.


Testo nascosto - clicca qui


Aderisci all'iniziativa:



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< a href = "http://www.romapride.it/" >< img src = "LINK BANNER" >< / a >



Sotituite la scritta "Link banner" con l'indirizzo del banner che preferite, dopo aver unificato il codice.




Se viene considerato spam, cancellatelo pure. Spero di no, comunque.
Kaos Rising
00lunedì 1 giugno 2009 02:22
Premetto che non voglio assolutamente risultare polemico, che la reticenza del sindaco di Roma è una cosa francamente evitabile e che il Gay Pride ha tutto il diritto di sfilare come, dove e quando vuole fintanto che non succedono casini fisici (macchine rovesciate, botte e quant'altro).

Mi premeva porre l'accento su un altro lato della questione.
Perché in alcuni di quei banner c'è scritto Proud to Be Different? Siete differenti? Per l'orientamento sessuale? Ma non siete voi stessi a dire che siete uguali a tutti gli altri, tanto che in altri banner c'è scritto I'm Not Different?
Insomma, differenti o no?
Personalmente non credo che il Gay Pride sia il mezzo giusto per facilitare l'inserimento totale delle minoranze sessuali nel tessuto della società. Perché? Perché, in un certo senso, la buttano in caciara coi canti, coi coretti e con le sfilate che sono tanto belli e caratteristici, per carità, ma all'atto pratico servono a cosa, esattamente? A buttare il petto in fuori e dire "noi siamo GLBT e voi no, gnè gnè gnè". Che, a ben guardare, è una sorta di discriminazione pure questa.
L'orgoglio gay, in questo senso, a me sembra un po' una baggianata. Sarebbe come "l'orgoglio di quelli che ce l'hanno lungo" o "l'orgoglio di quelli che hanno i capelli viola".
Ripeto, volete integrarvi o volete distinguervi? Perché da una parte dite "noi gay siamo uguali a tutti gli altri" e la cosa mi trova perfettamente d'accordo, dall'altra però vi vestite di piume di struzzo e passate un pomeriggio a rendervi un po' ridicoli con i cartelli tipo "Gay è bello". Non capisco il dualismo, ecco.

ST: Magnum P.I. theme.
suinogiallo
00lunedì 1 giugno 2009 04:34
Due cose.

Il peso delle immagini supera i limiti che il regolamento del forum impone per le immagini nei post (contando testo e firma).
Potete inserire le miniature dei banner più grandi con il link all'immagine originale.
Il limite è 200Kb.

Per semplificare le cose a chi volesse inserire i banner sarebbe poi preferibile inserire il codice già pronto, completo di link, in modo da fare semplicemente un copia ed incolla.

Hasta Luego
rekichan
00lunedì 1 giugno 2009 11:35

Perché in alcuni di quei banner c'è scritto Proud to Be Different? Siete differenti? Per l'orientamento sessuale? Ma non siete voi stessi a dire che siete uguali a tutti gli altri, tanto che in altri banner c'è scritto I'm Not Different?
Insomma, differenti o no?





Allora, intanto i banner: diciamo che sono fatti per accontentare un po' tutti i gusti. Ci sono gay che sono orgogliosi della propria diversità (basta pensare ai transgrender, o alle drag queen, alle checche...), altri più timidi che vorrebbero essere uguali agli altri.
Ed è vero, comunque: il mondo gay è molto più sfaccettato di quello che viene generalmente conosciuto. Perfino tra le lesbiche c'è una ferrea distinzione tra femme, butch, dykes, ecc..., come ci sono eterosessuali completamente diversi gli uni dagli altri. Può sembrare contraddittorio, ma in ogni caso: sì, affermiamo la nostra diversità proprio per dimostrare che siamo uguali. Ti porto un esempio: un tempo, queste lotte che oggi stanno intraprendendo i gay, le facevano i neri. Portavano in piazza la loro diversità proprio per mostrare che questa non esisteva.

L'orgoglio gay, può sembrare davvero una baggianata. Ogni tanto mi viene da riderci anche a me, ma se ci si riflette non lo è. Nessuno andrebbe in giro a sbandierare la propria sessualità, se fosse libero di viverla senza restrizioni da parte della società e dello Stato.
Ora, non penso che se si vede un uomo e una donna che si baciano su una panchina ci si scandalizzi. Però quando lo fanno due donne o due uomini scoppia il putiferio: il minimo che ti può capitare, sono sguardi schifati e qualche vecchietta che bofonchia: "gioventù bruciata"; il peggio è l'arresto, come è successo a due gay che si stavano baciando di fronte al Colosseo. Accusati di "atti osceni in luogo pubblico". Era un bacio.
Nessuno dovrebbe essere tenuto o costretto a rivelare qualcosa di intimo e privato come la propria sessualità, ma se c'è la discriminazione, allora è quasi ovvio e scontato che la sbandieriamo, anche solo per costringere la gente a non far finta di nulla. Perché dobbiamo far capire che esistiamo e che siamo delle persone con tutti i diritti degli eterosessuali.




Personalmente non credo che il Gay Pride sia il mezzo giusto per facilitare l'inserimento totale delle minoranze sessuali nel tessuto della società. Perché? Perché, in un certo senso, la buttano in caciara coi canti, coi coretti e con le sfilate che sono tanto belli e caratteristici, per carità, ma all'atto pratico servono a cosa, esattamente? A buttare il petto in fuori e dire "noi siamo GLBT e voi no, gnè gnè gnè". Che, a ben guardare, è una sorta di discriminazione pure questa.




Mi permetto di citarti un'altra opinione dove si stava discutendo del Torino Pride 2007:


Vorrei che riflettessi sul perchè si è scelto un metodo di comunicazione simile credi che i gay siano stupidi e decidano di farsi deridere volontariamente ? evidentemente non sai molto del mondo gay altrimenti sapresti che essendo la parola gay inizialmente il riconoscimento di una perversione mentale il tentativo carnevalesco come lo chiami tu è più che altro un modo per alleggerire una manifestazione che non ha le pretese di far cambiare idiea agli omofobici, per quello ci sono iniziative culturali sicuramente più efficaci solo a torino ci sono 16 associazioni.
Io ritengo che il messaggio sia questo: "Ehy guardateci tutti lo vedete noi esistiamo siamo sani felici e ci divertiamo nonostante la maggioranza di voi che non sfilate ci ignori e nelle peggiore delle ipotesi ci insulti.
Noi siamo qui a festeggiare il nostro orgoglio e si credo che musica e tutti i colori dell'arcobaleno dicano una cosa importante: NOI FELICI DI ESSERE GAY!!"



Effettivamente, se ci rifletti, il fatto che siamo visti come "perversi", "malati" o (alla peggio) "da rinchiudere", porta a tentare di sdrammatizzare la questione. Tuttavia, posso tranquillamente dirti che il gay pride non è solo piume, carri e carnevalate.

Ha un lato storico importante (quest'anno più che mai): è l'anniversario della rivolta di Stonewall.
Qui non pretendo di essere esaustiva, perché nella pagina del portale LGBT di Wikipedia l'argomento è trattato in modo completo ed appropriato. Ciò nonostante, si festeggia l'anniversario della nascita del movimento di liberazione LGBT. Una vera e propria presa di coscienza da parte dei gay che, stufi di essere semplicemente ignorati (e malmenati), hanno deciso di far sentire la propria voce.

E' vero: molte volte si esagera, tanto che l'unico aspetto che il mondo sembra recepire è quello di un mucchio di "checche" (tra parentesi: il termine "checcha" indica solo una microscopica parte del mondo omosessuale. E posso assicurare che ho conosciuto molti etero che rientravano sotto questa definizione) che sfilano e ballano. Però queste "checche" sono consapevoli della loro memoria storica e desiderano festeggiare.

Altra cosa, mi permetto di citarti una spiegazione sicuramente più corretta della mia, sempre dalle pagine del portale LGBT di wikipedia:


L'orgoglio di essere quel che si è, da parte delle persone omosessuali. La resa del termine inglese pride ha creato in italiano numerosi equivoci attraverso la traduzione più usata, "orgoglio" (che in italiano è anche sinonimo di "superbia"), mentre la traduzione più corretta sarebbe semmai "fierezza", cioè il concetto opposto alla vergogna, vista come la condizione in cui vive la maggior parte delle persone omosessuali.
L'"orgoglio gay" si basa su tre assunti:

1. che le persone dovrebbero essere fiere di ciò che sono,
2. che la diversità sessuale è un dono e non una vergogna,
3. che l'orientamento sessuale e l'identità di genere sono innati o comunque non possono essere alterati intenzionalmente.



Personalmente, sono fiera del mio essere lesbica. Ne sono fiera perché ho passato per anni a far finta di non esserlo, con gli altri e con me stessa. Ho mentito ai miei amici, ho mentito a me cercando di stare con degli uomini solo per compiacere mia madre e per il terrore di essere giudicata "diversa". Ora lo scoglio di mia madre c'è ancora (è fortemente omofoba e sono terrorizzata all'idea di dirglielo), però riesco ad andare in giro tenendo per mano la mia ragazza, baciandola e affermando con i miei amici "sono lesbica". Sono piccole vittorie, ma che, nonostante la più grande sia ancora da raggiungere, mi rendono fiera di essere ciò che sono, proprio in virtù del fatto di aver gettato la maschera.

Spero di essere stata esaustiva^^
Kaos Rising
00lunedì 1 giugno 2009 12:19
Sei stata decisamente esaustiva, sì. Però non riesco ancora a capire bene.
Mi dici che il Gay Pride serve a far conoscere al mondo la vostra esistenza. Sensato. Però questo poteva essere vero dieci, quindici, venti anni fa. Ora il mondo sa che esistete, a parte sacche di ignoranza ostinata tipo valle montana. Mettiamola così: la gente che realmente vi interessa che sappia questa cosa (tendenzialmente politici, così da poter legiferare in merito) la sa. Diamine, ancora un po' ne parla persino Rita Dalla Chiesa a Forum. Quindi, dal mio punto di vista, quel tipo di manifestazione perde il valore divulgativo.
Poi, a vederle da qui, le distinzioni all'interno degli stessi gruppi di orientamento sessuale fa molto metal dove ogni gruppo si conia il proprio genere. E così abbiamo il white metal, il socmel metal, il minchiuso metal e via discorrendo. Senza voler scendere nel merito delle differenze (se vuoi far tu per spiegare un po' prego, non mi tiro indietro): servono davvero tutte quelle etichette?
Spero che si capisca che non sono contrario per principio a qualcosa, sto solo cercando di analizzare le finalità di una manifestazione come il Gay Pride per capirne l'effettiva utilità e l'effettivo impatto.
ST: La potenza è nulla senza il Control - Gemboy.
Makichan
00lunedì 1 giugno 2009 12:54
Re:
Kaos Rising, 01/06/2009 12.19:


Mi dici che il Gay Pride serve a far conoscere al mondo la vostra esistenza. Sensato. Però questo poteva essere vero dieci, quindici, venti anni fa. Ora il mondo sa che esistete, a parte sacche di ignoranza ostinata tipo valle montana.




Adesso serve a non far dimenticare l'esistenza di qualcosa che si preferirebbe non esistesse.
Non noti che tutti non-parlano?
Che i pregiudizi sono gli stessi?
Che è cambiato poco o niente?
Che i crimini dettati dall'omofobia sono aumentati, in alcune zone? (No, non puoi averlo notato perché i tg non ne parlano)

Fine *sissì*
rekichan
00lunedì 1 giugno 2009 13:00

Mi dici che il Gay Pride serve a far conoscere al mondo la vostra esistenza. Sensato. Però questo poteva essere vero dieci, quindici, venti anni fa. Ora il mondo sa che esistete, a parte sacche di ignoranza ostinata tipo valle montana. Mettiamola così: la gente che realmente vi interessa che sappia questa cosa (tendenzialmente politici, così da poter legiferare in merito) la sa. Diamine, ancora un po' ne parla persino Rita Dalla Chiesa a Forum. Quindi, dal mio punto di vista, quel tipo di manifestazione perde il valore divulgativo.



Il problema fondamentale è che sanno che esistiamo, ma poi ci ignorano, come hai potuto ben vedere dalla scomparsa della Commissione dei Diritti, oppure "boicottano" la nostra vita sociale.
Ti porto un esempio: solo qualche settimana fa hanno lasciato delle scritte omofobe vicino al Coming Out, locale di ritrovo storico dei gay di Roma. Le scritte sono state cancellate, i politici hanno fatto un gran baccano per la solidarietà verso il mondo gay, ma...
..."ma la colpa è degli omosessuali che provocano commettendo atti osceni di fronte ai negozi di S. Giovanni e nei vicoli. Noi non vogliamo che S. Giovanni diventi la Gay Street di Roma, ma vogliamo che la strada resti dei romani, dei residenti e dei turisti."

Perchè non ci sono romani, residenti e turisti gay, secondo loro.
Dal mio punto di vista, vedo il Gay Pride come una manifestazione forse un po' troppo vistosa, ma giusta. E' un modo per far ascoltare le nostre voci. Poi sta a chi vede giudicare. Lo può fare in modo positivo o negativo, però chi ha assistito la sera tornerà a casa con il pensiero che forse, se delle persone scendono in piazza a questo modo, un motivo c'è. Che forse c'è qualcosa che non va, perché altrimenti non avrebbero motivo di fare tanto baccano.


Poi, a vederle da qui, le distinzioni all'interno degli stessi gruppi di orientamento sessuale fa molto metal dove ogni gruppo si conia il proprio genere. E così abbiamo il white metal, il socmel metal, il minchiuso metal e via discorrendo. Senza voler scendere nel merito delle differenze (se vuoi far tu per spiegare un po' prego, non mi tiro indietro): servono davvero tutte quelle etichette?



Può sembrare, effettivamente XD. Ma no, non sono proprio delle distinzioni "di genere". Servono più che altro a descrivere le caratteristiche di alcuni tipi di omosessuali, ma sono molto varie e, soprattutto, sfumate. Diciamo che sono anche un modo soft per distinguere i diversi gusti sessuali e un po' il carattere della persona. Ti faccio un esempio un po' stringato: l'orso è un gay maschio, solitamente parecchio robusto e peloso. Il cacciatore è chi viene attratto da questo tipo di omosessuale.
Tuttavia, non ci si limita solo a questo, sebbene sia uno degli utilizzi principali della terminologia (anche perché penso che scrivere in un annuncio: orso cerca cacciatore, sia più sintentico che fare tutta la propria descrizione col rischio di trovare un partner a cui rischi di non piacere). Basta pensare al termine butch, che indica una lesbica dagli atteggiamenti e dal vestiario molto mascolini, ma che è soprattutto uno stile di vita. Solitamente, una butch incarna e fa propri i valori positivi del "maschio" (forza, cavalleria...)... Insomma, sono distinzioni più o meno valide, a volte utilizzate in modo scherzoso perfino dai gay (dio solo sa quante volte ho dato della checca alla mia ragazza, pur sapendo che non lo è affatto).
Consideriamo che i contorni, poi, sono molto sfumati.
Ad esempio, le mie amiche e la mia ragazza mi definiscono senza tanti giri di parole una butch, e ammetto che lo sono, mentre la mia ragazza è considerata una femme (lesbica molto femminile). Tralasciando che la comunità lesbica molto spesso rifiuta questa distinzione perché considerata un tentativo di imitare la società eterosessuale, è in parte vera: io vado spesso in giro vestita da uomo (eccetto occasioni in cui devo per forza indossare abiti femmili), mi piace corteggiare la mia ragazza e riempirla di rose e piccoli pensieri. Le offro il braccio quando usciamo, pago il conto al ristorante e - citiamo anche gli aspetti negativi, và - dico parolacce e parlo e mi comporto come se fossi un uomo, tanto che sono arrivata a dire a un mio collega dell'Università di succhiarmi le palle che non ho. Per contro, la mia ragazza si veste sempre curata, si pettina e si comporta esattamente come una mogliettina (mi stira anche le camice ù_ù). E' brava a cucinare, si trucca...
Non per questo, vado perennemente in giro vestita da uomo a bere birra o ruttare, o lei si comporta sempre da moglie buona e cara. Tutt'altro, è una delle persone più bastarde che conosca; insulta, impreca, picchia... E in tal caso tocca a me assumere la parte della persona tranquilla ed educata in casa.

Forse mi sono dilungata troppo, ma è un po' per far capire che la distinzione dei ruoli o dei generi non è mai marcata. Anche se io sono a tutti gli effetti una butch, non vuol dire che non mi comporti da femme, o viceversa. E' più per indicare un mezzo di comportamento prevalente in una persona. Come quando dici: "Quello è un genio a matematica", però non vuol dire che non sia bravo anche nelle scienze, o nell'italiano. Semplicemente, il saper fare matematica è la sua qualità principale.

Servono e non servono, mettiamola così. Come tutte le cose, in fondo.



Spero che si capisca che non sono contrario per principio a qualcosa, sto solo cercando di analizzare le finalità di una manifestazione come il Gay Pride per capirne l'effettiva utilità e l'effettivo impatto.



FIgurati, anzi! Stavo proprio discutendo con un'amica di quanto fosse piacevole parlare con una persona che fa domande intelligenti, piuttosto che accanirmi contro i soliti idioti che urlano "frocio malato" o simili. E' un piacere discutere di queste cose civilmente, cosa che purtroppo accade pochissimo.
Kaos Rising
00lunedì 1 giugno 2009 15:54

Adesso serve a non far dimenticare l'esistenza di qualcosa che si preferirebbe non esistesse.
Non noti che tutti non-parlano?
Che i pregiudizi sono gli stessi?
Che è cambiato poco o niente?
Che i crimini dettati dall'omofobia sono aumentati, in alcune zone? (No, non puoi averlo notato perché i tg non ne parlano)



Quel che dici è vero e giusto, Maki. Ma è stata Reki a dire che la funzione del Gay Pride è quella e, onestamente, come ho già detto non mi sembra la soluzione migliore manifestare in maniera così caciarona (che non vuole essere offensivo, intendiamoci). Manifestare vestiti normalmente, dal mio punto di vista, mi sembrerebbe già più utile. Ecco, è proprio la componente "facciamo circo per alzare di più la voce" che mi fa un po' storcere il naso. È quindi più una questione di forma che di sostanza.
Per quanto riguarda le varie distinzioni prendo e incasso: non ho nulla da ribattere, era solo davvero per farmene un'idea più chiara e quel "servono e non servono" mi sembra abbastanza esaustivo di suo.
ST: Kung-fu fighting - Carl Douglas.
rekichan
00lunedì 1 giugno 2009 15:59

Manifestare vestiti normalmente, dal mio punto di vista, mi sembrerebbe già più utile. Ecco, è proprio la componente "facciamo circo per alzare di più la voce" che mi fa un po' storcere il naso.



Il punto è che è anche proprio della cultura gay, la "carnevalata" XD. Basta pensare alle drag queen, ai drag king, ai transgrender... Ci piace mascherarci, siamo come delle persone perennemente in cosplay, diciamo.
In fondo è il lato più divertente di noi omosessuali ù_ù.


e quel "servono e non servono" mi sembra abbastanza esaustivo di suo.



Acc... ho scritto un papiro per niente quando bastava questa frase.
Sono troppo prolissa XD
Makichan
00lunedì 1 giugno 2009 16:44
No, Reki, scusami ma io una cosa del Pride non la reggo:
Le tette finte sballonzolanti a destra e a manca.
E io al pride ci sono stata più volte.
Che senso ha sbattermi le tue tette di silicone in faccia?
Quelli che hanno cambiato sesso da femminile a maschile devono andare a pene di fuori e ruotarlo ad elicottero, per mettersi alla pari?
Lo trovo sbagliato, sbagliatissimo e pure dannoso.
rekichan
00lunedì 1 giugno 2009 16:55
No. Certe cose sono eccessive, su questo sono d'accordo. Io mi riferivo di più a cose tipo: le piume di struzzo o gli uomini vestiti da donna e viceversa.

GLi esempi da te riportati sono frequenti, è vero. E purtroppo li considero anche troppo dannosi, visto che poi l'opinione pubblica punta il dito su quello e non su ciò che è il vero significato del Pride.

Jack8321
00lunedì 1 giugno 2009 18:51
Sono d'accordo con Kaos, il Gar-Pride così come concepito oggi non è più un modo per farsi vedere e per far conoscere le propie problematiche, bensì un modo per fare una "carnevalata" che è poco utile, è vero che all'interno di esso ci sono molti che sfilano in maniera political-correct ma, per loro sfortuna, sono sommersi da quelli che sono lì solo per far caciara.
Shian Tieus
00lunedì 1 giugno 2009 19:45
Sinceramente, proprio non capisco le vostre perplessità sul gay pride.

Anche per i diritti della donna (e, anche qui, ci sarebbe ancora molto da fare) si organizzarono, a suo tempo, forme di protesta anche divertenti, festose o colorate.
Perchè i gay dovrebbero sfilare solo in giacca e cravatta?
Kaos Rising
00lunedì 1 giugno 2009 19:51
È un'opinione mia personale: semplicemente credo che una protesta fatta in maniera più seriosa (e vorrei sottolineare "seriosa" in contrapposizione a "seria") verrebbe considerata un po' di più. Tutto qua. Come dicevo prima è solo una questione di forma esteriore più che di sostanza, e quella se la gesticono come più preferiscono gli organizzatori delle varie manifestazioni.
Se a loro piace sfilare vestiti di sole piume facciano, lungi da me anche solo la vaga idea di andare lì a bacchettar mani e a dire "no, questo non si fa che così non vi prendono sul serio".
ST: Heat of the moment - Asia.
Makichan
00lunedì 1 giugno 2009 20:06
Farla più seriosa significa conformarsi a un'ideologia destrorsa un po' patetica.
rekichan
00lunedì 1 giugno 2009 20:29

Anche per i diritti della donna (e, anche qui, ci sarebbe ancora molto da fare) si organizzarono, a suo tempo, forme di protesta anche divertenti, festose o colorate.
Perchè i gay dovrebbero sfilare solo in giacca e cravatta?



Appoggio in pieno^^.
La storia è piena di manifestazioni e marce che erano veramente belle, non solo per gli ideali per cui lottavano, ma anche per l'atmosfera gioiosa che c'era.
Kaos Rising
00lunedì 1 giugno 2009 20:48

Farla più seriosa significa conformarsi a un'ideologia destrorsa un po' patetica.



Scuserai la mia lentezza nel capire, ma questo perché? Perché la seriosità è di destra e la caciara (che suona male ma è il primo termine di significato contrapposto mi sia venuto in mente) no? Ma anche fosse di destra?
E poi diavolo, non crocefiggetemi per un mio personalissimo gusto che non vuole inficiare nè il significato di queste manifestazioni, nè tantomeno il modo in cui esse si svolgono. Ribadisco per l'ennesima volta che è una pura preferenza mia e che verrà disattesa al 1000%.
ST: I'll kill you - Anorexia Nervosa.
Makichan
00lunedì 1 giugno 2009 20:52
Re:
Kaos Rising, 01/06/2009 20.48:



Scuserai la mia lentezza nel capire, ma questo perché?




Lunga storia XD
Comunque c'è una lunghissima diatriba su questo punto, e quello che dici tu, di norma, viene detto da gente di destra che sostiene che è necessario conformarsi a uno standard.
L'abito serio è quello del conformista.

Ma, ecco, te lo direi per qualunque altra manifestazione, io sono una di quelle "veterofemministe esagitate vestite ancora come negli anni 70" di cui si parlò nella manisfestazione di due anni fa contro la violenza sulle donne [SM=g7574]

Cioè, non è che l'abito faccia il monaco, francamente XD
Se io amo i miei jeans a zampa uniti a un giubbetto di pelle, il capello lungo e a boccoli, saran fatti miei, e tu che giudichi per queste cose dovresti vergognarti (non tu-Kaos, tu generico XD).
Shian Tieus
00lunedì 1 giugno 2009 23:26
Mah... parlando di seriosità... l'unica cosa che mi viene da dire è che in ogni tipo di manifestazione ci si deve divertire.
Parlo dall'alto della mia lunga carriera di manifestante.
Non puoi semplicemente pretendere di portare un milione di persone in piazza senza un minimo di musica e divertimento. Per il semplice motivo che altrimenti non ci verrebbe nessuno.
Cioè... alle varie manifestazioni a cui ho preso parte (e ti assicuro che sono state molte, e di molti tipi... il gay pride mi manca... lo devo aggiungere alla wishlist...) nessuno mi ha mai fatto "poggia quella birra e togliti quella maglietta colorata: non siamo qui per scherzare".
L'ultimo esempio che mi viene alla mente sono le manifestazioni contro la 133: in una di quelle mi ricordo distintamente due ragazzi travestiti rispettivamente da Gelmini e Berlusconi, che facevano finta di limonare in un angolo.
Di cattivo gusto? Sicuramente si, ma assolutamente geniale^^
E tutto senza considerare i vari striscioni più o meno volgari, più o meno di buon gusto. Anche quelli assolutamente geniali

Siccome il gay pride è una parata che rivendica un certo tipo di libertà sessuale, mi pare ovvio che tale festosità, spiritosaggine e, perchè no, cattivo gusto, si esprima sotto l'ambito sessuale. Anche attraverso le tanto vituperate tette al vento che, si, anche a me stanno sulle balle, ma che riesco tutto sommato a capire.
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