Mi dici che il Gay Pride serve a far conoscere al mondo la vostra esistenza. Sensato. Però questo poteva essere vero dieci, quindici, venti anni fa. Ora il mondo sa che esistete, a parte sacche di ignoranza ostinata tipo valle montana. Mettiamola così: la gente che realmente vi interessa che sappia questa cosa (tendenzialmente politici, così da poter legiferare in merito) la sa. Diamine, ancora un po' ne parla persino Rita Dalla Chiesa a Forum. Quindi, dal mio punto di vista, quel tipo di manifestazione perde il valore divulgativo.
Il problema fondamentale è che sanno che esistiamo, ma poi ci ignorano, come hai potuto ben vedere dalla scomparsa della Commissione dei Diritti, oppure "boicottano" la nostra vita sociale.
Ti porto un esempio: solo qualche settimana fa hanno lasciato delle scritte omofobe vicino al Coming Out, locale di ritrovo storico dei gay di Roma. Le scritte sono state cancellate, i politici hanno fatto un gran baccano per la solidarietà verso il mondo gay, ma...
..."ma la colpa è degli omosessuali che provocano commettendo atti osceni di fronte ai negozi di S. Giovanni e nei vicoli. Noi non vogliamo che S. Giovanni diventi la Gay Street di Roma, ma vogliamo che la strada resti dei romani, dei residenti e dei turisti."
Perchè non ci sono romani, residenti e turisti gay, secondo loro.
Dal mio punto di vista, vedo il Gay Pride come una manifestazione forse un po' troppo vistosa, ma giusta. E' un modo per far ascoltare le nostre voci. Poi sta a chi vede giudicare. Lo può fare in modo positivo o negativo, però chi ha assistito la sera tornerà a casa con il pensiero che forse, se delle persone scendono in piazza a questo modo, un motivo c'è. Che forse c'è qualcosa che non va, perché altrimenti non avrebbero motivo di fare tanto baccano.
Poi, a vederle da qui, le distinzioni all'interno degli stessi gruppi di orientamento sessuale fa molto metal dove ogni gruppo si conia il proprio genere. E così abbiamo il white metal, il socmel metal, il minchiuso metal e via discorrendo. Senza voler scendere nel merito delle differenze (se vuoi far tu per spiegare un po' prego, non mi tiro indietro): servono davvero tutte quelle etichette?
Può sembrare, effettivamente XD. Ma no, non sono proprio delle distinzioni "di genere". Servono più che altro a descrivere le caratteristiche di alcuni tipi di omosessuali, ma sono molto varie e, soprattutto, sfumate. Diciamo che sono anche un modo soft per distinguere i diversi gusti sessuali e un po' il carattere della persona. Ti faccio un esempio un po' stringato: l'
orso è un gay maschio, solitamente parecchio robusto e peloso. Il
cacciatore è chi viene attratto da questo tipo di omosessuale.
Tuttavia, non ci si limita solo a questo, sebbene sia uno degli utilizzi principali della terminologia (anche perché penso che scrivere in un annuncio: orso cerca cacciatore, sia più sintentico che fare tutta la propria descrizione col rischio di trovare un partner a cui rischi di non piacere). Basta pensare al termine
butch, che indica una lesbica dagli atteggiamenti e dal vestiario molto mascolini, ma che è soprattutto uno stile di vita. Solitamente, una butch incarna e fa propri i valori positivi del "maschio" (forza, cavalleria...)... Insomma, sono distinzioni più o meno valide, a volte utilizzate in modo scherzoso perfino dai gay (dio solo sa quante volte ho dato della checca alla mia ragazza, pur sapendo che non lo è affatto).
Consideriamo che i contorni, poi, sono molto sfumati.
Ad esempio, le mie amiche e la mia ragazza mi definiscono senza tanti giri di parole una butch, e ammetto che lo sono, mentre la mia ragazza è considerata una
femme (lesbica molto femminile). Tralasciando che la comunità lesbica molto spesso rifiuta questa distinzione perché considerata un tentativo di imitare la società eterosessuale, è in parte vera: io vado spesso in giro vestita da uomo (eccetto occasioni in cui devo per forza indossare abiti femmili), mi piace corteggiare la mia ragazza e riempirla di rose e piccoli pensieri. Le offro il braccio quando usciamo, pago il conto al ristorante e - citiamo anche gli aspetti negativi, và - dico parolacce e parlo e mi comporto come se fossi un uomo, tanto che sono arrivata a dire a un mio collega dell'Università di succhiarmi le palle che non ho. Per contro, la mia ragazza si veste sempre curata, si pettina e si comporta esattamente come una mogliettina (mi stira anche le camice ù_ù). E' brava a cucinare, si trucca...
Non per questo, vado perennemente in giro vestita da uomo a bere birra o ruttare, o lei si comporta sempre da moglie buona e cara. Tutt'altro, è una delle persone più bastarde che conosca; insulta, impreca, picchia... E in tal caso tocca a me assumere la parte della persona tranquilla ed educata in casa.
Forse mi sono dilungata troppo, ma è un po' per far capire che la distinzione dei ruoli o dei generi non è mai marcata. Anche se io sono a tutti gli effetti una butch, non vuol dire che non mi comporti da femme, o viceversa. E' più per indicare un mezzo di comportamento prevalente in una persona. Come quando dici: "Quello è un genio a matematica", però non vuol dire che non sia bravo anche nelle scienze, o nell'italiano. Semplicemente, il saper fare matematica è la sua qualità principale.
Servono e non servono, mettiamola così. Come tutte le cose, in fondo.
Spero che si capisca che non sono contrario per principio a qualcosa, sto solo cercando di analizzare le finalità di una manifestazione come il Gay Pride per capirne l'effettiva utilità e l'effettivo impatto.
FIgurati, anzi! Stavo proprio discutendo con un'amica di quanto fosse piacevole parlare con una persona che fa domande intelligenti, piuttosto che accanirmi contro i soliti idioti che urlano "frocio malato" o simili. E' un piacere discutere di queste cose civilmente, cosa che purtroppo accade pochissimo.