Sana lettura per i possessori di Vmax......

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nonnomax
00martedì 29 novembre 2005 19:31
Una moto per appassionati maturi, amanti delle prestazioni, che
sanno apprezzare e sfruttare la raffinatezza di una ciclistica di
ispirazione spiccatamente sportiva, ma non sono disposti a
rinunciare ad altri motivi di grossa soddisfazione, come la coppia
prorompente e una certa comodità condita da un design esclusivo,
inseguendo l'unica chimera del tempo sul giro o del primato su
strada.

Caratteristiche:

Il motore a corsa lunga è un generoso erogatore di coppia. Un motore
di grande capacità a corsa lunga è un mostruoso erogatore di coppia.
Basandosi su questo presupposto tecnico, la Yamaha ha equipaggiato
la MT-01 col bicilindrico a V longitudinale di 48°, 1670 cc, della
Royal Star Warrior: cilindrata unitaria di oltre 800 cc con misure
di alesaggio e corsa di 97 x 113 mm.

Per esaltare le caratteristiche di sportività di questo motore,
concepito inizialmente per più tranquille applicazioni, la Yamaha si
è posta l'obiettivo dell'incremento di prestazioni, della
diminuzione di peso e di una maggior rigidità del carter. Ciò ha
portato i tecnici a una revisione totale del propulsore, i cui
componenti sono stati rinnovati al 90%.
In particolare è stato ridisegnato l'albero a camme puntando ad un
diagramma di distribuzione che privilegiasse il raggiungimento del
picco di coppia ad un regime molto basso e per un prolungato arco di
utilizzo. L'iniezione elettronica è dotata di iniettori a 12 fori
anziché 4; il sistema di scarico, in titanio, adotta la valvola ex-
up per un'ulteriore valorizzazione della coppia motrice; l'albero
motore è stato alleggerito di 2 kg in modo da assicurare una più
pronta risposta all'acceleratore; il diametro dell'alloggiamento del
cuscinetto della testa di biella è stato portato da 53 a 57 mm; il
serbatoio dell'olio, separato, è stato collocato anteriormente al
motore così da trovarsi nelle migliori condizioni di raffreddamento.

Il risultato più eclatante dal punto di vista tecnico lo ha rilevato
la bilancia: al termine della "cura", il motore ha perso la bellezza
di 20 kg rispetto alla versione originale. La potenza espressa non
è "numericamente" impressionante: 90 CV, ma a soli 4750 giri, il che
ne fa un vero e proprio caterpillar! Impressionante invece la
coppia: 15,3 kgm a 3750 giri.

Il motore in una moto sportiva ha un ruolo fondamentale anche per la
tenuta di strada e la maneggevolezza. Per questo motivo sulla MT-01
il grosso bicilindrico è stato fissato al telaio aggiungendo nuovi
attacchi alle teste dei cilindri e provvedendo ad irrigidirlo con un
rinforzi nella parte inferiore. Volendo che il massiccio propulsore
mantenesse intatta tutta la sua prorompente aggressività anche
estetica, la Yamaha ha optato per un telaio in alluminio costruito
secondo l'evoluta tecnologia "Controlled-Filling die cast", che
consente al progettista grande libertà di conformazione della
struttura garantendo sempre la necessaria robustezza e rigidità e il
minimo peso.

Il telaio realizzato per la MT-01 è composto da due soli elementi in
alluminio pressofuso uniti mediante bulloni nella zona del cannotto
di sterzo e del perno del forcellone; quest'ultimo, molto simile a
quello della YZF R1, è stato progettato sulla base delle più recenti
esperienze condotte sui modelli ipersportivi della Casa di Iwata.
Entrambe le sospensioni sono completamente regolabili; quella
anteriore è costituita da una forcella upside-down di impostazione
prettamente sportiva; il freno anteriore a doppio disco Brembo di
320 mm ha pinze e pompa radiali come sulle più grintose race-replica.

L'intero complesso della trasmissione è stato rivisto, tanto che
sulla MT-01 il pignone della trasmissione finale si trova dalla
parte opposta rispetto al modello originale. I pneumatici infine
sono decisamente in linea con l'aspetto e l'impostazione della moto:
anteriormente troviamo un 120/70 ZR17 e posteriormente un immenso
190/50 ZR17.
Una cilindrata unitaria di oltre 800 cc non è fonte di entusiasmo
per nessun motorino di avviamento, ma quello della MT-01 non fa
fatica a fare il suo dovere e il motore si avvia facilmente, a patto
di non toccare assolutamente l'acceleratore. Appena avviati i due
enormi pistoni cominciano a "pompare" al minimo e a trasmettere un
po' di kodo, sotto forma, in questo caso, di vibrazioni di bassa
intensità, ma di onda lunga, che si propagano al corpo dando un'idea
concreta della forza che è in grado di sprigionarsi al comando del
pilota.
La sella è alta secondo i canoni attuali delle moto sportive, ma non
in modo esagerato; il busto del pilota è piuttosto inclinato in
avanti tuttavia i polsi non sono troppo caricati, quanto ai piedi,
trovano subito le pedane e i comandi al posto giusto.

La partenza porta la prima sorpresa: già la prima è abbastanza lunga
rispetto alle attese, per cui i primi metri non sono fulminanti come
era lecito aspettarsi da una moto che a meno di 2000 giri eroga già
una coppia da tirarsi dietro un TIR. La scelta appare positiva
(anche per far durare un po' di più il carissimo pneumatico 190/50
posteriore) e ci si aspetta che la cattiveria emerga brutalmente con
un ravvicinamento delle marce alte, invece no: tutti i rapporti sono
lunghi e smorzano molto l'effetto coppia, che comunque c'è e si fa
apprezzare, visto che è possibile aprire senza remore in quinta a
soli 1000 giri, con piccoli patimenti limitati alla trasmissione.
La moto ha una massa notevole con la quale bisogna fare i conti. La
ciclistica è di prim'ordine – non per niente si ispira concretamente
a quella della R1 – e le sue virtù, in termini di precisione di
esecuzione della traiettoria, si rivelano immediatamente, ma la moto
va guidata di forza e con grande autorità perché la maneggevolezza è
ridotta e tutta quella massa va convinta a deviare dalla linea che
sta seguendo. Affrontare una esse entrando con troppo brio significa
fare la prima curva senza problemi, ma trovarsi regolarmente lungo
per la seconda; a questo punto basta un rapido ripasso mentale delle
buone regole della guida sportiva, che vogliono che la percorrenza
di una esse sia impostata in funzione della seconda curva, e tutto
torna facile.

La frenata è semplicemente eccellente, con un feeling per il pilota
che gli fa sapere in ogni momento quanto e come sta frenando. Il
comportamento delle sospensioni nel corso della nostra prova si è
rivelato molto buono sull'asfalto liscio – raro in Sudafrica – ma
del tutto inadeguato su quello irregolare della maggior parte delle
strade da noi percorse: troppo duro il settaggio, specialmente
quello della sospensione posteriore, con continui rimbalzi che
incidevano sulla comodità e sulla stabilità della moto.
Abbiamo stimato la velocità massima in circa 230 km/h, considerata
la rapidità con cui ha superato i 200 km/h, la lunghezza del
rapporto e il fatto che il contagiri ci indicasse a quel punto
ancora ampio margine di crescita. Ma la velocità di punta sulla MT-
01 è un fattore di importanza secondaria, perché la sua forza emerge
nel passo, che non è l'interasse in questo caso, ma la capacità di
mantenere medie elevate anche su percorsi tormentati (col giusto
setting delle sospensioni) quasi senza che il pilota se ne accorga.
Due righe conclusive: la filosofia della moto piace, il design pure,
ma va affinata studiando meglio i rapporti del cambio e facendo sì
che "la differenza" che questa proposta è in grado di rimarcare,
emerga con più concretezza.

Complimenti a tutti e grazie Mjcol...... :Sm17: :Sm17: :Sm17:
"INTERCEPTOR"
00martedì 29 novembre 2005 20:05
:Sm2:
whats
00giovedì 1 dicembre 2005 20:37
Interceptor...
non ti capita per caso anche una faccina con l'altro ditino, ma stavolta alzato?....Sai, era per il Nonno!
W
nonnomax
00venerdì 2 dicembre 2005 08:11
:Sm1:
guem
00venerdì 2 dicembre 2005 09:05
:Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2: :Sm2:
"INTERCEPTOR"
00venerdì 2 dicembre 2005 13:58
Nonno, guarda che Whats intendeva il dito medio! :Sm24:
Whats ci avevo già pensato al dito medio alzato per il nonnino, :Sm7: solo che per ottenere il giusto effetto dovrebbe essere il dito medio dell "Cosa" dei Fantastici quattro(hai presente le dimensioni) :Sm21: ...opportunamente inserito nello sfintere dell'anziano dovrebbe impedire la fuoriuscita di certe caga... :Sm6: :Sm6: :Sm6: :Sm6:
whats
00venerdì 2 dicembre 2005 20:42
Finalmente
Qualcuno mi capisce!
W
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