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L-349: Come valutare velocità e distanza quando tutto il resto non funziona
INVIATO IL 11 DICEMBRE 2013 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 11 dicembre 2013—Oggi altra pratica di avvicinamento e docking manuale!

Ecco un’occhiata più ravvicinata agli strumenti che usiamo. Nella nota L-352 del Diario ho parlato della vista dal periscopio, che è orientato in avanti quando ci avviciniamo alla Stazione. Nella foto potete vedere la vista quando la Soyuz ha attraccato: il bersaglio romboidale è allineato con il periscopio e dobbiamo mantenerlo al centro e con le croci allineate. In questo particolare docking, se guardate con attenzione, potete vedere un lieve disallineamento in cabrata (la linea orizzontale è un po’ bassa), che è ancora pienamente accettabile.

La grande sfida nel pilotare manualmente è che non abbiamo misure della distanza e della velocità. Valutiamo visivamente la distanza usando la griglia e una tabella di conversione basata sulla dimensione apparente del Modulo di Servizio, il boccaporto di attracco e il bersaglio. Per esempio, sappiamo che quando il diametro del Modulo di Servizio è largo quanto 1 divisione della griglia siamo a 200 metri; se il diametro del boccaporto di docking è di 2 divisioni, siamo a 70 metri; e se il bersaglio è di 3 divisioni, siamo a circa 3 metri dal contatto.

La valutazione della velocità è un po’ più complicata ed è basata sull’accelerazione nota dei thruster (motori di assetto e traslazione). Se iniziamo da una velocità di avvicinamento approssimativamente zero e diamo un impulso in avanti di 10 secondi, sappiamo che abbiamo accelerato di circa 0,4 metri al secondo. Diventa più difficile negli scenari di avaria al computer, perché ogni volta che usiamo il comando di orientamento sulla destra per regolare la cabrata o l’imbardata, diamo anche una significativa spinta in avanti che non è compensata e richiede che se ne tenga conto. È particolarmente importante quando stabiliamo il contatto con la Stazione: vogliamo che la velocità sia compresa fra 0,06 m/s e 0,15 m/s. Specialmente che non sia più alta di quella!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/12/11/l-349-come-valutare-velocita-e-distanza-quando-tutto-il-resto-non-f...

L-348: Addestramento antincendio con fumo e maschere antigas
INVIATO IL 12 DICEMBRE 2013 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 12 dicembre 2013—Un Modulo di Servizio pieno di fumo così fitto che potevamo a stento vederci l’uno con l’altro e un incendio nascosto dietro un pannello da trovare e neutralizzare. Tutto questo indossando maschere antigas che possono diventare molto calde.

Questo è stato l’inizio della giornata per me e i miei compagni di equipaggio Anton e Terry. Appena il Modulo di Servizio si è riempito di fumo simulato, abbiamo afferrato le nostre maschere antigas. Dopo aver fatto un respiro profondo, le abbiamo indossate e quindi espirato nella cartuccia chimica per iniziare la reazione che ci avrebbe dato ossigeno da respirare per l’ora successiva o giù di lì. È un sistema isolato: per generare ossigeno la reazione usa la CO2 e il vapore acqueo che espiriamo. È anche una reazione esotermica, il che significa che genera calore: ci vuole un po’ per abituarsi a respirare la riserva di gas caldo e secco dalla cartuccia e abbiamo avuto tutti la nostra dose di tosse, ma certamente meglio che essere esposti ai fumi della combustione in un giorno reale in orbita!

Abbiamo effettivamente localizzato e neutralizzato l’incendio nel nostro primo scenario e anche seguito le procedure per iniziare il processo di purificazione dell’atmosfera.

Nel nostro secondo scenario abbiamo simulato di non poter spegnere l’incendio. Visto che la nostra Soyuz era attraccata al modulo che “bruciava”, abbiamo dovuto evacuare. L’idea era di farci fare pratica nell’entrare nelle nostre tute Sokol con le maschere indossate e seguire delle procedure rapide di undocking per un orientamento arbitrario della Stazione. Una storia per un altro giorno!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/12/12/348-addestramento-antincendio-con-fumo-e-maschere-...

L-345: Prepararsi a una giornata storta: un’evacuazione simulata dopo un incendio
INVIATO IL 16 DICEMBRE 2013 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 15 dicembre 2013—Questa domenica sera mi sto preparando per un’altra visita a Energia, il produttore della Soyuz: partenza da Star City domani mattina presto con Terry!

Nel frattempo, ricominciando il Diario dove l’ho lasciato, vorrei finire la storia del nostro addestramento all’evacuazione per incendio della settimana scorsa. Come potreste ricordare, abbiamo provato scenari di incendio nel segmento russo della Stazione Spaziale e alla fine abbiamo dovuto confrontarci con un incendio che, nella nostra simulazione, non potevamo neutralizzare.

A peggiorare le cose, il fuoco interessava il modulo a cui la nostra Soyuz era attraccata, lasciandoci senza altra scelta se non abbandonare la Stazione. Ora, infilare le tute pressurizzate Sokol indossando le maschere antigas è un po’ una sfida. Inizialmente indossate la Sokol come fareste normalmente, fino alle braccia, La cosa divertente viene dopo: fate un respiro profondo, lo trattenete, togliete la maschera, infilate la testa attraverso l’anello del collo e rimettete la maschera, essendo qui l’idea che dovete evitare di interrompere la vostra protezione dal fumo e i prodotti di combustione tossici.

Per la nostra simulazione, in realtà abbiamo dovuto spostarci dall’edificio che ospita i mockup della Stazione a quello con il simulatore Soyuz dall’altra parte della strada. Durante i mesi caldi gli equipaggi camminano realmente attraverso la strada con indosso le maschere, ma con la neve e il ghiaccio al suolo si preferisce che togliamo le maschere. Così abbiamo usato una maschera non funzionante per la vestizione, rendendola un po’ più facile: nel mondo reale dovremmo fare molta attenzione a non fare sgonfiare la sacca nera soffice—dopo un’espirazione, la sacca contiene la riserva di gas per il prossimo respiro!

Dopo la vestizione, abbiamo preso i nostri posti nel modulo di discesa del simulatore della Soyuz, che i nostri istruttori avevano già riempito di fumo piuttosto fitto. A volte potevo vedere a fatica il pannello dei comandi! Dopo aver collegato le nostre tute alla riserva di ossigeno della Soyuz, abbiamo fatto un altro respiro profondo, tolto la maschera antigas e chiuso il casco, isolandoci dal fumo.

Per il paio d’ore successive abbiamo quindi proceduto a effettuare un undocking d’emergenza dalla Stazione così come le azioni relative all’incendio. Se ve le siete perse, le potete leggere nella nota L-350 del Diario!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/12/16/l-345-prepararsi-a-una-giornata-storta-unevacuazione-simulata-dopo-un-i...

L-344: Ecco a voi il sistema di docking della Soyuz!
INVIATO IL 16 DICEMBRE 2013 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 16 dicembre 2013—Oggi Terry e io abbiamo passato la giornata agli stabilimenti del produttore della Soyuz Energia nella città di Korolev, nell’area metropolitana di Mosca. Il nome Korolev vi risulta familiare?

Abbiamo avuto un certo numero di corsi differenti con hardware ad alta fedeltà, incluso uno sul sistema di docking in cui abbiamo potuto vedere il meccanismo funzionare realmente, dalla prima cattura della testa della sonda fino alla ritrazione completa della sonda e la chiusura dei ganci.

Sfortunatamente fare fotografie non è consentito presso Energia, ma ho trovato questa foto dell’interfaccia di docking di una vera Soyuz o Progress.

Nel cerchio verde potete vedere la sonda di docking, che qui è completamente ritratta. Ci sono quattro petali sulla sonda: quando uno qualunque di questi petali viene premuto contro il cono ricevente della Stazione durante il docking, riceviamo il segnale “Contatto”, l’inizio della sequenza di docking.

Un po’ di tempo e diversi segnali di sensori dopo, le interfacce di docking hanno stabilito il pieno contatto e i ganci possono essere chiusi: li potete vedere nella foto, ne ho evidenziata una coppia nel cerchio giallo. In ogni coppia, un gancio è fisso e l’altro è mobile. I ganci corrispondenti sui lati della Stazione sono invertiti, in modo che il gancio mobile della Soyuz possa afferrare il gancio fisso della Stazione e viceversa. Non sempre chiudiamo i ganci su entrambi i lati.

Ho anche evidenziato in rosso uno dei due respingitori a molla. Durante la sequenza di docking vengono compressi mentre le interfacce si uniscono, immagazzinando così energia nelle molle. All’undocking, appena apriamo i ganci quell’energia viene rilasciata e la Soyuz è letteralmente spinta via. Un sistema semplice e ingegnoso!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/12/16/l-344-ecco-a-voi-il-sistema-di-docking-dell...


L-343: Ecco il bizzarro Chibis-M per voi!
INVIATO IL 17 DICEMBRE 2013 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 17 dicembre 2013—Oggi ho avuto una panoramica sulle contromisure russe. Nel mondo della ISS, per “contromisure” intendiamo tutto quello che facciamo per minimizzare l’effetto debilitante dell’assenza di peso sui muscoli, le ossa, e il sistema cardiovascolare.

Nella famiglia delle contromisure, il Chibis-M vince il trofeo per l’equipaggiamento più bizzarro che abbia visto finora!

Ecco il problema che si suppone debba contrastare: in assenza di peso i fluidi del corpo, in particolare il sangue, non vengono portati verso le gambe dalla gravità come lo sono qui sulla Terra. Chiamiamo questo fenomeno spostamento dei fluidi ed è la causa del viso gonfio e delle gambe da gallina che gli astronauti mostrano tipicamente quando sono in orbita.

Quando gli astronauti ritornano sulla Terra, l’effetto della gravità può gettare nel caos il sistema cardiovascolare. Ecco dove il Chibis-M entra in gioco. Indossatelo, sigillatelo in modo che sia ben stretto intorno alla vostra vita e poi riducete la pressione intorno alla metà inferiore del corpo, causando uno spostamento inverso di sangue verso le gambe. Fatelo ripetutamente nelle settimane prima dell’atterraggio e, questa è l’idea, avrete addestrato il vostro sistema cardiovascolare a sopportare meglio il ritorno sulla Terra, dove le cose hanno un peso.

E se non funziona, nessuno sarà in grado di dire che non avete dato il meglio nel tentativo!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/12/17/l-343-ecco-il-bizzarro-chibis-m-...

L-342: Abbiate fiducia nella vostra tuta spaziale, ma fate lo stesso un controllo di tenuta
INVIATO IL 18 DICEMBRE 2013 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 18 dicembre 2013—Oggi un’ultima simulazione Soyuz con Terry e Anton prima che Terry e io lasciamo la Russia per le vacanze di Natale.

Il nostro scenario di oggi è iniziato appena prima dell’undocking per il rientro a Terra. Prima che potessimo aprire i ganci e rilasciare la Soyuz dalla Stazione, abbiamo dovuto eseguire un controllo di tenuta stagna delle tute, per assicurarci che le nostre tute pressurizzate ci salvassero la vita nel caso di una depressurizzazione.

Nella foto, appena a sinistra del mio gomito sinistro, potete vedere le nostre connessioni pneumatiche con la Stazione. Il tubo grande è per la ventilazione, il che significa che è solo aria della cabina fatta circolare nelle nostre tute. Quello più piccolo è l’erogazione dell’ossigeno puro.

Per il controllo di tenuta stagna chiudiamo il regolatore blu appena sotto il casco e iniziamo a inserire ossigeno nella tuta aprendo la valvola accanto al finestrino. Sul braccio abbiamo un manometro: se la tuta raggiunge 0,1 atm e poi da lì 0,35 atm di sovrapressione entro 90 secondi, il controllo di tenuta è superato! Riapriamo il regolatore e rilasciamo nella cabina la pressione in eccesso.

Il regolatore rimane poi all’impostazione di 0,4 atm lungo tutto il volo. In un giorno normale, la tuta viene semplicemente collegata all’esterno, ma se la pressione in cabina dovesse calare, il regolatore non consentirebbe alla pressione nella tuta di diminuire al di sotto di 0,4 atm.

Non è facile lavorare nella tuta a quella pressione: la libertà di movimento e la destrezza sono molto limitate. Ecco perché per un massimo di 5 minuti ci è permesso di cambiare l’impostazione a 0,27 atm se c’è la necessità di lavorare a procedure impegnative. Questa pressione rende la tuta più morbida e meno ingombrante, ma sfortunatamente è anche troppo bassa per assicurare che non avremmo problemi con la malattia da decompressione, da cui il limite di tempo.

Come sempre nel volo spaziale, e forse nella vita in generale, è un compromesso!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/12/18/l-342-abbiate-fiducia-nella-vostra-tuta-spaziale-ma-fate-lo-stesso-un-controllo-di...

L-340: Alzarsi presto per lasciare Star City e svegliare Rosetta fra un mese!
INVIATO IL 21 DICEMBRE 2013 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 20 dicembre 2013—Questa mattina sveglia presto alle 5 per andare all’aeroporto e prendere il mio volo da Mosca a Francoforte. L’addestramento è finito per quest’anno, ricomincerò il 13 gennaio.

A proposito di svegliarsi: fra esattamente un mese i colleghi dell’ESA invieranno il segnale di risveglio a centinaia di milioni di km nello spazio profondo. A svegliarsi dopo un lungo sonno di tre anni sarà Rosetta, la sonda inseguitrice di comete. Non sto scherzando: Rosetta raggiungerà la cometa Churyumov-Gerasimenko e il lander Philae balzerà sulla cometa. Che giorno sarà per la nostra ricerca umana della conoscenza!

Finora è stata un’avventura spaziale sorprendente: date un’occhiata a questo divertente riepilogo del viaggio di Rosetta fino a questo momento:


Ieri Terry, Anton e io abbiamo avuto una simulazione di docking manuale insieme. In genere Anton e io facciamo pratica separatamente, così questa è stata un’occasione per vedere come affronteremmo la situazione come equipaggio. Ma abbiamo anche preso un po’ di tempo per un saluto a Rosetta—lo ammetto, le mie capacità con Vine hanno bisogno di qualche messa a punto, ma c’era allegria.

È tutto da questo Diario per quest’anno. Ci risentiamo con voi nel 2014… aspettate, ho detto 2014? È l’anno in cui andrò nello spazio!

Grazie a tutti voi per il vostro interesse e supporto fino a questo momento. Buon Natale!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/12/21/l-340-alzarsi-presto-per-lasciare-star-city-e-svegliare-rosetta-fra-...

L-302: Un viaggio intorno al mondo, una prova generale e un ringraziamento
INVIATO IL 26 GENNAIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Colonia (Germania), 26 gennaio 2014—È ora di rimettersi di nuovo in cammino e riprendere l’addestramento. La pausa in questo diario è stata più lunga del previsto, scusate! Il programma di addestramento per quest’anno è stato rimescolato e così solo oggi mi sto dirigendo verso Star City.

Ho appena dato un’occhiata al mio biglietto del treno per l’aeroporto. Ritorno a casa: 28 marzo. Nel frattempo farò un giro intorno al mondo: quattro settimane a Mosca, dopo verso est in Giappone per due settimane, quindi a Houston a marzo. Alla fine di marzo di ritorno qui per l’addestramento all’European Astronaut Centre.

E questo non sarà il mio ultimo giro intorno al mondo di quest’anno. Rimangono solo dieci mesi al lancio e sarà una maratona: piacevole e stabile fino alla rampa di lancio.

Nel frattempo Terry, Anton e io assumeremo il ruolo di equipaggio di backup per Maxim, Reid e il mio collega Shenanigan Alex. Una sequenza completa di esami di qualificazione, la quarantena a Baikonur e poi, se tutto va bene, li vedremo decollare il 29 maggio. Sei mesi dopo, il nostro turno! Un viaggio emozionante con molte persone meravigliose e mi auguro che ci seguirete.

Come sapete, la missione ora ha un nome, Futura: un bellissimo promemoria che stiamo costruendo insieme un futuro per noi esseri umani nello spazio. Da mercoledì della scorsa settimana Futura ha anche un logo, che indosserò con orgoglio sulla mia tuta da volo. Grazie a Valerio Papeti per avere inviato l’idea vincente.

Il diario di addestramento ricomincia ufficialmente domani. Oggi voglio ringraziare le persone che offrono volontariamente il loro tempo per rendere questo diario accessibile agli amici che non leggono ancora abbastanza l’inglese: grazie a Paolo Amoroso e ai bravi ragazzi della comunità di AstronautiNEWS per la traduzione italiana. Grazie ad Anne Cpamoa e @Intervidia per le traduzioni francese e spagnola!

Non c’è nessun accordo particolare con questi amici: loro vedono i post quando vengono pubblicati e a volte le traduzioni appaiono così rapidamente, che mi chiedo se leggano la mia mente a distanza e sappiano in anticipo cosa scriverò.

Grazie, siete grandi ragazzi!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/01/26/l-302-un-viaggio-intorno-al-mondo-una-prova-generale-e-un-ringraz...

L-301: Il rientro manuale della Soyuz e il nostro magnifico istruttore Dima!
INVIATO IL 27 GENNAIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 27 gennaio 2014—Una prima giornata leggera qui a Star City. Ringrazio il mio pianificatore per l’inizio alle 11:00, che mi ha dato la possibilità di dormire di più dopo l’arrivo a tarda notte dall’Europa e adattarmi gradatamente allo spostamento di tre ore del sonno. Certo, tre ore non sono tante. Ma visto che sono una buona candidata al titolo dell’orologio interno più rigido mai osservato negli esseri umani, accetterò qualsiasi aiuto mi arrivi.

Una giornata anche divertente. Quattro ore ai comandi della Soyuz, prima per un po’ di pratica di rendezvous manuale e poi un po’ di addestramento alla discesa manuale. Nella foto potete vedere dove ci esercitiamo a pilotare manualmente il profilo di discesa: il pannello di controllo e il comando manuale bluastro sono proprio come quelli che abbiamo nella vera Soyuz.

Dima è l’istruttore super fantastico assegnato al nostro equipaggio. Non solo è responsabile delle nostre competenze di rientro manuale, ma anche di prepararci agli esami complessivi di qualificazione sulla Soyuz. È quello che escogita gli scenari di malfunzionamento più pazzi, per farci crescere come equipaggio e assicurarsi che ci prendiamo buona cura della Soyuz TMA-15M più avanti quest’anno.

A proposito del rientro manuale: nel caso ve la siate persa, questa vecchia nota del diario contiene qualche parola in generale. Ma non esitate a fare qualsiasi domanda!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/01/27/l-301-il-rientro-manuale-della-soyuz-e-il-nostro-magnifico-istrutto...

L-300: Prepararsi all’ATV-5 giusto in caso e la tuta Penguin
INVIATO IL 28 GENNAIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Star City (Mosca, Russia), 28 gennaio 2014—Oggi Sasha e io abbiamo avuto l’opportunità di immergerci ancora nel mondo di ATV