00 16/02/2006 22:45
LA REPUBBLICA
16 febbraio 2006
E' un'analisi eseguita dalla società Usa Penn, Schoen & Berland
Le rilevazioni italiane danno il centrosinistra in vantaggio
Sondaggio Fi: "Superata l'Unione"
Prodi: "Numeri non credibili"
Casini: "Nostra rimonta è ormai un dato acquisito"

ROMA - Sorpasso o no? E' guerra di sondaggi tra Cdl e Unione. Con Silvio Berlusconi che cita un'analisi targata Usa che attribuisce alla Cdl il 48,4 per cento e all'Unione il 48,2. Sorpasso, dunque. In pratica il coronamento della "rimonta" che il leader del centrodestra teorizza da tempo. Dati che vengono commentati favorevolmente dal premier e da Pier Ferdinando Casini, secondo il quale, "la rimonta del centrodestra è un fatto acquisito e credo che questa sia una linea di tendenza".

Ma sono dati che però cozzano contro i sondaggi italiani che danno il centrosinistra ancora in vantaggio e che Romano Prodi giudica "non credibili", perché "il sondaggio di Berlusconi è già stato messo in crisi di credibilità da tutti gli osservatori in Italia e in America". Mentre Francesco Rutelli liquida la questione con poche parole: "Il sondaggio? Siamo persone serie...".

Difficile il raffronto tra i vari sondaggi pubblicati, perché i partiti sono presi in considerazione in modo diverso da istituto a istituto. E anche per i tempi di raccolta dei dati (il sondaggio commissionato da Fi è più vecchio di una settimana rispetto agli altri). Resta il fatto che i risultati, tra rilevazioni "americane" e italiane, non coincidono.

Il sondaggio del "sorpasso".
Berlusconi ne aveva già parlato nei giorni scorsi. "Siamo sopra l'Ulivo" aveva annunciato senza citare la fonte del sondaggio. Oggi viene svelata: la società americana Penn, Schoen & Berland Associates. Secondo lo studio americano la Cdl sarebbe al 48,4 e l'Unione al 48,2 per cento. Con Fi è al 24,9 per cento e i Ds al 25,9. Dati che il diessino Giuseppe Giulietti minimizza: "Serve per rassicurare i tanti deputati e senatori di Fi e della Cdl che sulla base dei sondaggi reali non sarebbero rieletti".


Il sondaggio Swg
I sondaggi italiani invece smentiscono il "sorpasso" del centrodestra ai danni del centrosinistra. Per la Swg (il sondaggio sarà pubblicato domani dall'Espresso) l'Unione resta in testa. Con 4,3 i punti di vantaggio sulla Cdl alla Camera, con una crescita del centrodestra di 0,6 punti ed una di 0,4 del centrosinistra. Sempre secondo questa rilevazione la Lista Unitaria si attesta al 32%, il Prc al 7%, la Rosa nel Pugno al 2,5%, i Verdi al 2,5%, Italia dei Valori 2,3%. Sotto il 2% c'è il Pdci all'1,8%, l'Udeur all'1,4% nonchè le liste minori.

Nel centrodestra Forza Italia è ferma al 18,7%, mentre An è al 13,1%, l'Udc al 6,0%, la Lega al 5,3, La lista Dc-Nuovo Psi all'1,4%, il Pri, il Pli e i Riformatori liberali tutti allo 0,3%. Il sondaggio fotografa anche la galassia nera al centro dell'attenzione in queste ore: Alternativa sociale di Mussolini è all'1,1%, la Fiamma Tricolore allo 0,5%, il Mis di Pino Rauti allo 0,3.

In Senato i numeri non si distaccano troppo da quelli della Camera, con una prevalenza dell'Unione, attestata al 52%, mentre la Cdl si ferma al 47,5%.

Gli altri sondaggi
Secondo il sondaggista Nicola Piepoli il distacco tra i poli è di 3,5 % con l'Unione tra il 50,5 e il 51% e la Cdl tra il 47 e il 47,5 per cento. Per il sondaggio Abacus-Skytg24 la Cdl recupera un altro 0,5% sull'Unione attestandosi al 47% contro il 51% del centrosinistra che rimane comunque stabile.





La società Usa che ha sancito il sorpasso del Polo
ha sbagliato spesso previsioni. Ma ha clienti illustri
Psb, quanti sondaggi discussi
Per chi partecipa, anche gadget

ROMA - Clienti prestigiosi e potenti, previsioni non sempre azzeccate e grande disinvoltura nella presentazione dei risultati. E' in breve il profilo della Penn, Schoen & Berland Associates, la società americana che, secondo Berlusconi, sancisce con i suoi sondaggi il sorpasso della Casa delle libertà sull'Unione.

Navigando su internet, non è difficile trovare pareri sui metodi di ricerca della Psb. L'episodio più controverso riguarda il referendum anti Chavez tenuto in Venezuela nell'agosto del 2004: in quell'occasione, la Psb se ne uscì con un exit poll (illegale perché diffuso a urne ancora aperte) che sanciva la vittoria del "sì", e la conseguente sconfitta del presidente venezuelano. I risultati reali rivelarono una situazione diametralmente opposta: a favore di Chavez si erano espressi il 58 per cento degli elettori.

Una cantonata notevole, che non sembra però aver diminuito la popolarità della Psb presso i potenti. Ai tempi della presidenza Clinton, Mark Penn, fondatore della società, veniva indicato come a Washington come "l'uomo più potente del quale nessuno ha mai sentito parlare". Dopo la guerra in Serbia, la stampa americana indicò la Psb come capofila degli spin doctor americani inviati a Belgrado per istruire l'opposizione al dittatore. Pare ci sia il suo intervento anche nella "rivoluzione arancione" che ha rovesciato il regime ucraino. Ai suoi servizi si sono affidati nel tempo Michael Bloomberg, ma anche i supporter del nucleare e ultimamente, secondo alcuni articoli della stampa britannica, anche Tony Blair.

Subito dopo l'annuncio di Berlusconi, nella redazione di Repubblica. it sono arrivate numerose le e-mail di lettori contenenti segnalazioni sulla Psb. Molti hanno sottolineato anche il discutibile metodo usato dalla società per reclutare la sua popolazione campione: i volontari che accettano di sottoporsi ai questionari possono ricevere premi e gadget.

Perché allora i potenti del mondo si affidano in massa alla Psb? Forse perché l'accuratezza dei sondaggi non è la cosa più importante, quando si vuole vincere un'elezione. Sono importanti i mezzi a disposizione (e gli americani ne hanno in abbondanza) e soprattutto la percezione che si riesce a creare nell'elettorato: "La missione principale della Psb", si legge in uno dei documenti sulla società americana che si trovano su internet, "è formare la percezione che il gruppo al potere in un Paese goda di ampia popolarità".
INES TABUSSO