Penso che di fronte a queste realtà che come più volte ho rimarcato stanno riemergendo assieme alla new age non possiamo limitarci a dire semplicemente fuffa, e fakettari, sono opinioni aprioristiche legittime, ma legate ad un credo opposto a quello di chi segue tali correnti ufologiche, ma pur sempre un credo senza chiedersi il perché, ritengo sia doveroso approfondire la tematica per cercare di individuare sia le le motivazioni che portano i conferenzieri a rendere pubbliche le loro esperienze che non possono essere condotte solamente al mero business e le motivazioni che portano centinaia se non milioni (a livello globale) di persone a seguirle.
Nei prossimi post cercherò di apportare qualche elemento ulteriore sul fenomeno del contattismo che ha origini millenarie e sulle motivazioni che portano l'uomo a credere anche nell'assurdo contro ogni logica ed evidenza.
In primis è interessante il fatto che vedendo questa tipologia di conferenze dopo oltre 60 anni ci ritroviamo di fronte ad una riproposizione dell'Ufologia della prima ora seguita all'avvistamento di Kenneth Arnold, dove in un'evoluzione dell'ottocentesco spiritismo nacquero i primi contattisti tra i quali vanno ricordati i famosi 4 George: Adamski , Van Tassel. King, Hunt Williamson, il nostrano Eugenio Siragusa che con le loro canalizzazioni a loro dire con entità extraterrestri diedero origine a quella che poteva essere definita una neo religione, con l'avvento negli anni 60 del movimento spiritualista New Age le canalizzazioni aliene aumentarono sino ai tempi odierni dove diventa difficile anche stilarne un elenco esaustivo,
Altrettanto interessante è esaminare la tipologia degli altri conferenzieri, le loro credenze ed i loro messaggi
inoltre non passa inosservato il grande seguito che hanno questi personaggi nelle loro conferenze, per non parlare degli elevati numeri di accessi ai loro siti, all'innumerevole materiale librario e multimediale che troviamo sia in rete che nelle librerie.
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Compito della scienza non è aprire una porta all'infinito sapere, ma porre una barriera all'infinita ignoranza.