00 22/10/2014 11:37
Esiste un catalogo interessante, che normalmente buona parte degi astrofotografi di primo pelo non considera minimamente e che invece contiene all'interno degli oggetti assolutamente spettacolari.

Quello che capita un pò a tutti (me compreso) è di iniziare a fotografare e concentrarsi sugli oggetti del catalogo Messier, che contiene oggetti relativamente grandi e alla portata di tutti, oltre ad essere ovviamente il catalogo del neofita per eccellenza dal momento che rappresenta una palestra eccezionale e permette di togliersi delle soddisfazioni fotografando gli oggetti piu famosi del cielo (alcuni esempi M13, M31, M42, M45 che sono un ammasso in ercole, la galassia di andromeda, la nebulosa di orione, le pleiadi etc.etc.)

Da questa estate ho però scoperto che c'è un catalogo che non avevo mai davvero considerato, presente in ogni pulsantiera e in ogni planetario, ed è il catalogo IC.

Il catalogo IC contiene numerosi oggetti, il motivo per cui non si considera spesso è presto detto: una buona parte sono ammassi aperti, che non sempre si presta al godimento del visualista proprio perchè se si possiede un telescopio di lunga focale si perde la maggior parte dell'effetto scenico.

Fotografandolo, invece, si arriva a capire anche qualche aspetto legato all'astronomia "spicciola" ad esempio, la differenza tra ammassi aperti e ammassi globulari.

La differenza tra i due, che sicuramente saprete, è da ricondursi in prima istanza all'età dell'ammasso e questo viene suggerito dalla presenza di nebulosità circostante.

Mentre nell'ammasso globulare, tutta la nebulosa d'origine è stata praticamente tutta assorbita dalle stelle e quindi può ritenersi di vecchia costituzione, nell'ammasso aperto questo processo di genesi stellare è ancora in corso e quindi è spesso presente della nebulosità.

Ecco quindi che il catalogo IC inizia a diventare particolarmente interessante, in quanto permette di toccare con mano questo aspetto "genetico", e le sorprese mozzafiato nonm ancano

La foto che presento in questo topic rappresenta per me la porta d'entrata su questo tipo di oggetti. Da un lato mi ha permesso di sfruttare la particolare conformazione della canon (modificata togliendo il filtro anti IR)dall'altro mi ha aperto le strade all'alternativa del largo campo.

Come si può vedere, in questo oggetto c'è un'ampia porzione di nebulosità rossa, tipiche delle regioni dove è presente Idrogeno Ionizzato ad emissione, nell'ultravioletto e quindi non visibile dall'occhio umano (ecco perchè i visualisti non sono soliti approcciare a questo tipo di catalogo)

La sorpresa è stata enorme nel post elaborazione. La foto è costituita dalla somma in sigma di n.10 fotogrammi da 10 minuti l'una a iso 1.600, con un telescopio Newton da 250mm di apertura e 1.200mm di focale

La tecnica di elaborazione è stata considerata, come di norma sui canali RGB separati per lo stretching di segnale e ricomposizione del colore tramite Astroart. Ulteriore raffinatura con Photoshop.

Come da precedenti foto, consiglio la visione a schermo pieno e scarse luci in modo da poter visualizzare i dettagli.